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Con il borsone della palestra in spalla, Minho stava facendo del suo meglio per mantenere l'equilibrio mentre si infilava le scarpe.

Questo prima di essere interrotto dall'unica persona dai capelli biondi che stava nel loro appartamento, che camminò verso di lui con un passo veloce. Vedendolo solo, rese Minho piuttosto perplesso siccome aveva visto tutti e tre i suoi coinquilini guardare un film in salotto insieme solo pochi minuti prima.

Seungmin e Hyunjin sul divano, mentre Jisung era stato seduto sul tappeto probabilmente per tutto il tempo.

"Penso che stiano facendo delle cose lì dentro, posso venire con te?" Senza perdere tempo o nemmeno preoccuparsi dei piani di Minho o di dove stesse andando. Una specie di tono di urgenza che macchiava la sua voce.

"No." Rispose Minho, senza nemmeno alzare lo sguardo da dove si stava legando i lacci delle scarpe.

"Perché? Starò in silenzio tutto il tempo." Aggiunse il biondo quasi supplicando.

"No."

"Ti offro la cena." Jisung si trovò a proporre. Qualunque cosa per uscire da quell'ipotetico scenario con il quale non voleva avere nulla a che fare.

Niente che non avesse mai visto prima, non era un segreto che si frequentassero, eppure non poteva fare a meno di sentirsi di troppo.
Dopotutto quello era il loro appartamento; se volevano baciarsi o altro avevano il diritto di farlo.

"E rimarrai in silenzio." Minho aggiunse ora guardando in alto. L'offerta era troppo allettante per essere rifiutata.

"Sì." Jisung accettò immediatamente percependo che Minho stava considerando l'offerta.

"In ogni caso, sbrigati." Non appena le parole gli uscirono dalla bocca, Jisung si stava già infilando la giacca e delle scarpe. E prese rapidamente anche il suo portafoglio.

Due minuti dopo il corvino stava già accendendo l'auto, solo ora si ritrovava a chiedersi perché mai sulla Terra avesse accettato il ragazzo che stava arrivando.

"Dove vai comunque? Sono quasi le sette." Chiese Jisung, il completo silenzio nell'auto sembrava troppo opprimente per lui. Dall'altro lato Minho non sembrava affatto infastidito.

"Prove di ballo." Minho spiegò brevemente.

"Ma Hyunjin non viene?" Jisung chiese, non sembrava che l'altro suo amico fosse in qualche modo vicino pronto ad uscire, anche se probabilmente la risposta era negativa.

"No. Mi alleno da solo a volte." Mormorò Minho. Era chiaro che non voleva parlare molto, come al solito.

"Oh." Con le nuove informazioni acquisite, Jisung si sistemò di nuovo, rimanendo in silenzio. Il maggiore chiaramente non aveva intenzione di continuare qualsiasi conversazione.
Eppure non poteva fare a meno di agitarsi, il silenzio lo rendeva nervoso in qualche modo.

"Stai fermo." Minho lo richiamò dopo pochi minuti, la sua voce fece sussultare il biondo.

Seguì il silenzio.

"Perché sei così nervoso comunque?" Minho si guardò intorno per un secondo, cercando di trovare la fonte del comportamento di Jisung.

"Sono a disagio in silenzio." Mentre calmava i suoi movimenti, borbottò, contento di poter già individuare da lontano l'edificio in cui Hyunjin e Minho facevano pratica. Non sarebbe durato altri cinque minuti in quella macchina.

Fortunatamente per lui, Minho non aveva più commentato il suo comportamento. Gli disse di 'sbrigarsi' solo dopo aver ottenuto la chiave della sala prove alla reception. A parte questo, Minho sembrava essersi completamente dimenticato del fatto che il minore fosse lì.

Il biondo lo osservò da vicino mentre Minho si preparava, prima di far partire quello che supponeva, fosse la sua playlist di routine per la pratica. Guardò solo, forse per un'ora, forse di più, il più maggiore passava da una canzone all'altra senza perdere la concentrazione, i movimenti fluidi ma nitidi. Jisung era sinceramente incantato, i suoi occhi lo seguivano mentre si muoveva.

L'aveva già visto ballare prima ovviamente, Minho faceva parte dello stesso team di Hyunjin, eppure lo vedeva solo nelle coreografie di gruppo, mentre sospettava che fossero tutte ideate dal ragazzo stesso. Non era molto esperto, quindi di nuovo, decise di guardare e basta.

Come forse nessuno dei due se ne accorse, erano già passate due ore ed erano le nove passate quando finalmente si sedettero per cenare.

Dato che Jisung, su sua richiesta, era incaricato di pagare, il corvino era già seduto mentre il più giovane prendeva il cibo. Era anche abbastanza stanco per non dire affamato, quindi per una volta fu contento di vedere Jisung arrivare verso di lui. Questa volta teneva il vassoio con il cibo.

"Dov'è la tua cena?" Minho chiese prima di aprire il suo hamburger, che era chiaramente il solo cibo nel vassoio.

"È questo." Jisung indicò il tè freddo.

"Cosa? Stai seguendo una dieta per avere una mascella perfetta o qualcosa del genere?" Minho mormorò sarcastico mentre infine addentava il cibo, era sicuro di poter svenire per mancanza di zuccheri nel suo corpo da un momento all'altro.

"No, non ho bisogno di dieta." Disse Jisung mentre giocava con la cannuccia del suo drink.

"Se lo dici tu," Minho lanciò uno sguardo a Jisung, osservando il broncio crescere sulle sue labbra. Eppure il biondo sapeva che il più grande lo stava solo prendendo in giro.

"Ehi! Non è carino!" Borbottò, ancora non divertito.

"Sì come ti pare." Minho mormorò prima di continuare a mangiare.

"Quindi non mi dici perché non mangi?" Minho chiese qualche minuto dopo, l'argomento non era stato affatto dimenticato. Jisung stava cominciando a notare cose come questa: il più grande era abbastanza persistente con domande. Questo almeno finché non ottenne la risposta, il che lo sorprese abbastanza per qualcuno che sembrava molto cauto nel non avere alcuna interazione con il biondo in particolare.

"Ho promesso di stare in silenzio, e sto mantenendo la parola." Il giovane mormorò ora scorrendo nel suo telefono, non stava guardando molto, era solo una distrazione più che altro.

"Oh, per l'amor di Dio, puoi smettere di essere infantile per una volta? Questo è esattamente il motivo per cui non ti sopporto." Minho sussurrò rabbiosamente, erano ancora in pubblico dopo tutto, e inoltre, non era entusiasta di alzare la voce in generale. Odiava quando gli altri lo facevano, quindi perché lo dovrebbe fare lui stesso?

"Ho già mangiato a casa." Jisung mormorò con le braccia incrociate. Minho non poteva semplicemente mangiare e basta? Avrebbe dovuto tenergli la bocca occupata, no?

"Allora perché uscire per mangiare?" Il cibo era momentaneamente dimenticato sul vassoio, Jisung lo guardò tristemente. Avrebbe dovuto rimarere a fare il terzo incomodo con i suoi amici.

"Volevo uscire" ammise a malincuore.

"E adesso? Mi guarderai mangiare mentre sorseggi un tè freddo annacquato?" Minho cercò di chiarire. Tuttavia, non aveva senso che lasciasse la casa solo per guardare qualcun altro mangiare e pagare anche.

"Esatto." affermò Jisung. Si stava pentendo di essere uscito, ma almeno era riuscito a vedere Minho ballare e quello ne valeva quasi la pena. Quasi.

"Non è stato poi così difficile, vero?" sbuffò Jisung prima di continuare a sorseggiare il suo tè al limone con fastidio.

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Where stories live. Discover now