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Mentre Jisung ricordava di aver allungato un braccio attorno a Minho nello stato di dormiveglia, sicuramente non aveva alcun ricordo che il gesto fu ricambiato.

Il respiro di Minho era regolare accanto a lui, dando l'impressione di essere addormentato, il pensiero di spostarsi con nonchalance andò in frantumi quando lo fissò di nuovo nei suoi occhi marroni. Troppa stanchezza.

"Buongiorno appiccicoso." Disse Minho prontamente, ma l'affermazione aveva una sfumatura di affetto.

Con uno stiracchiamento molto elegante, Jisung colpì la fronte del maggiore con le dita chiudendo di nuovo gli occhi. Era troppo presto per responsabilità e domande, secondo lui.

"Gentile." Borbottò, forse tenere gli occhi chiusi aumentava il coraggio di cui Jisung aveva bisogno per essere sincero.

"Mh, sì." Minho aggiunse anche se con un sospiro, senza preoccuparsi di staccarsi l'uno dall'altro.

Mentre il silenzio continuava dopo il loro accordo di rimanere così ancora per un po', nessuno dei due si azzardava a far scoppiare un'immagine così perfetta, i loro corpi erano posizionati per adattarsi l'uno all'altro.
Era bello non dover dire nulla per una volta, solo godersi il calore e il conforto dell'altro.

"Dobbiamo veramente lasciare il letto oggi?" Si chiese Jisung beatamente, ancora godendosi la sensazione di Minho così vicino e a suo agio con lui, dopo essergli stato lontano per quelli che sembravano anni.

Onestamente era stato un loro errore agire in modo così infantile e mantenere una maschera per così tanto tempo. Non era stata molto la distanza fisica che aveva rattristato entrambi, dal momento che la maggior parte delle volte erano esageratamente permalosi, eppure la distanza emotiva mantenuta stupidamente per così tanto, aveva avuto la meglio su loro.

"Beh, dipende quanto ancora riesci a sopportare il formicolio nelle braccia e nelle gambe." Minho borbottò con un piccolo sorriso sulle sue labbra.

"Uh non molto allora." Jisung emise un sospiro rattristato, stringendo ancora la presa su Minho, anche se solo leggermente.

"Minho?" Chiamò esitante, la domanda indugiava tra loro mentre l'altro aspettava che arrivasse il resto della frase.

"Minho, cosa facciamo adesso?"

"Non lo so." Ha ammesso onestamente. Le parole che pensava sarebbero uscite così facilmente si stavano ora perdendo in un mare di pensieri confusi. Sicuramente non era colpa sua se il calore eil profumo delicato di Jisung lo stavano distraendo notevolmente.

"Mi piace tutto questo ovviamente, mi piace passare del tempo con te. Mi piace stare così vicino e sono contento che tu sia tornato a casa con me, Jisung." Minho fece una pausa, prendendo un respiro profondo cercando di controllarsi, oltre a scegliere attentamente le parole successive.

"Mi sei mancato molto più di quanto mi piacerebbe ammettere, e mi sono comportato come un idiota quel giorno in cui, sai, hai detto quella cosa, e non hai fatto nulla per meritare quel trattamento. Ma in ogni caso, tutto compreso, sono contento che tu sia di nuovo qui."

"Sono felice di essere tornato anche io." Jisung acconsentì immediatamente, sperando di dare a Minho il conforto di cui aveva bisogno per continuare a dire tutto ciò che voleva.

"Mi piaci molto, Jisung, in realtà. E mi scuso in anticipo se finirò per ferirti di nuovo solo perché agisco senza pensare." Il più grande aggiunse con un tono genuino e pieno di emozioni.

Jisung sorrise leggermente a questo, decisamente e piacevolmente sorpreso dalle parole sincere.

"Va tutto bene hyung, posso gestirlo, l'ho fatto per gli ultimi mesi dopotutto, no?" Ridacchiò al pugnetto che ricevette da parte di Minho.

"Siamo a posto quindi?" Si chiese Jisung sorridendo, nel complesso felice dei progressi compiuti tra loro.

"Sì, certo. Non siamo esattamente una coppia ordinaria, quindi penso che questa sia la normalità per noi." Disse Minho sfacciatamente, una risatina leggera che lasciava le sue labbra.

"Wow, adesso stai diventando troppo dolce, sapevo che eri dispiaciuto per me, ma caspita sono così irresistibile?"

Minho diede una leggera pacca sul petto dell'altro a quell'osservazione compiaciuta e sospirò pesantemente.

"Ah purtroppo sì, un po' troppo in realtà. Forse sei solo una strega e in qualche modo sei riuscito a farmi un incantesimo perché non può essere che tu mi stia così simpatico, vero? Anche tu trovi difficile crederlo, dì la verità."

"Ti piacerebbe."

E mentre un silenzio confortevole e pieno di affetto tornava nella loro stanza, un miagolio acuto proveniente dall'altra parte fu sufficiente a far scoppiare la bolla.

Beh si sperava che non ci fosse più bisogno di vivere in una bolla temporanea, perchè i muri delle emozioni represse erano finalmente caduti.

"Benvenuto ai doveri della genitorialità." Jisung gemette all'osservazione di Minho, tuttavia, allontanando finalmente le braccia dal più grande e sedendosi lanciando uno sguardo infuocato al gattino colpevole.

"Non dovrebbero essere Soonie e Doongie a comportarsi come fratelli maggiori?" Jisung sbuffò mentre si massaggiava le tempie.

"Sì, esattamente, fratelli maggiori, non genitori. Smettila di essere così pigro e vai a prendere un po' di latte al povero micio, probabilmente sta morendo di fame, e anch'io." Minho ancora sdraiato su un fianco, non fece una sola mossa per alzarsi.

"Beh, anch'io ho fame, ma non mi metto a dare ordini, grazie mille." Borbottò Jisung, guardando fastidiosamente la figura sdraiata di Minho.

"Ah Jisung, smettila di lamentarti. Dagli da mangiare così possiamo lasciarlo dal veterinario e ti porto a fare colazione."

"Stai cercando di corrompere la mia pigrizia con il cibo?"

"Beh, sta funzionando?"

"Sì." Jisung annuì alzandosi, fermandosi a metà passo fuori dalla stanza.

"È un appuntamento versione colazione?" Chiese timidamente, alzando le sopracciglia per aggiungere effetto.

"Sì Jisung, è un appuntamento, vai a prendere il latte adesso." Nonostante il tono sprezzante, il sorriso sul volto di Minho era persistente come non mai.

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