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Minho aspettava già da venti minuti nella sua macchina parcheggiata, visto che aveva rifiutato la proposta di entrare a casa di Jisung con lui.

Il biondo lo aveva effettivamente chiesto, probabilmente, solo per gentilezza, anche se il corvino ci aveva ragionato per un po'.
Sebbene il ragazzo fosse sembrato speranzoso per un secondo, dopo in realtà non sembrava affatto contento di entrare.

Non che fossero comunque affari di Minho dove e perché Jisung stesse tornando a casa visto che era scappato da lì nemmeno una settimana fa, per lui era già gentile abbastanza averlo accompagnato in macchina.

Passarono dieci minuti, i quali il più grande aveva semplicemente passato su Instagram, mentre Jisung usciva di casa, gettò una borsa sul sedile posteriore e saltò rapidamente in macchina come se fosse stato cacciato.

"Cos'è quello?" Chiese il corvino accendendo il motore della sua auto, capendo che l'altro fosse pronto per partire.

"Un regalo." Il biondo mormorò guardando fuori dal finestrino, rispondendo a ciò che Minho aveva chiesto solo parzialmente concentrato.

"E perché l'hai lanciato così?" Continuò piuttosto confuso dall'umore dell'altro ragazzo.

"Perché non lo voglio, chiaramente."

"È irrispettoso, forse qualcun altro ne ha bisogno." Minho sottolineò, non sapeva se voleva solo dare contro a Jisung o era effettivamente curioso. Probabilmente entrambi.

"Prendilo e facci quello che vuoi, non voglio nemmeno sapere cosa c'è in quella borsa." Borbottò Jisung che voleva interrompere la conversazione.

"Bene, un regalo gratis okay." Minho alzò le spalle mentre guidava, anche se lanciò una rapida occhiata al ragazzo che catturava la sua attenzione per il suo stato d'animo turbato.

Per quanto fosse curioso di sapere cosa fosse successo in quei quindici minuti, non era così curioso da parlare e per una volta stava solo zitto per il gusto di farlo.

Jisung sembrava estremamente lunatico perché fosse il suo compleanno, questo era certo, sebbene non fosse di nuovo per una delle sue preoccupazioni.

Quindi, quando Minho parcheggiò di fronte al centro commerciale, si aspettava che il biondo tirasse fuori una qualunque stupidaggine da dire, ma invece si slacciò la cintura di sicurezza e scese dall'auto senza nemmeno fiatare.

Prendendo il silenzio di Jisung come un accordo, il corvino continuò a dirigersi dove doveva andare, entrando nel negozio di animali.

Non voleva che i suoi poveri gatti morissero di fame, quindi questa era la sua priorità numero uno della giornata.
Fu solo quando prese tutto e intendeva lasciare il negozio che si ricordò del biondo stranamente silenzioso, solo per rendersi conto che non era più dietro di lui e probabilmente non lo era da un po'.

Mentre chiese educatamente alla cassiera se avesse visto il ragazzo, gli venne indicato in direzione di uno scaffale, dove in effetti Jisung si trovava inginocchiato per accarezzare meglio il gatto che apparentemente viveva nel negozio, almeno da quando aveva iniziato ad andare lì.

Il gatto aveva una pelliccia arancione che in qualche modo appariva simile al colore dei capelli di Jisung almeno sotto una certa luce.
Per una volta, in tutto il giorno, il ragazzo apparve contento o almeno non turbato, contrastando ciò a cui Minho aveva assistito dal suo risveglio.

Si chiese se avrebbe dovuto chiamarlo o semplicemente aspettare che il ragazzo smettesse volontariamente di giocare con il gatto che sembrava amare l'attenzione data.
Visto che non aveva fretta, non volle disturbare il ragazzo, ma controllò il cellulare solo per essere sicuro che non ci fossero stati cambiamenti rispetto a ciò che i suoi compagni di stanza gli avevano detto quella mattina.

Notando improvvisamente che Minho era lì con il suo telefono in mano, annoiato come sembrava sempre (quando aveva a che fare con Jisung almeno,) il ragazzo accarezzò rapidamente la morbida pelliccia del gatto un'ultima volta prima di alzarsi e camminare verso di lui, aspettandosi che il più grande lo rimproverasse per avergli fatto perdere tempo o cose del genere.

Invece fu accolto con un cenno in direzione della porta mentre Minho usciva sorridendo dolcemente all'anziana signora che lavorava alla cassa, un sorriso a cui Jisung non aveva mai avuto la possibilità di assistere, poiché lo incontrava sempre con una smorfia o una beffa.

Jisung pensò se quella fosse stata fortuna o meno e chiese a Minho se poteva andare al negozio vicino che aveva adocchiato da quando era entrato nel centro commerciale.
Si era deciso a prendere un anello o forse due un po' di tempo fa, ma in realtà non era mai riuscito a trovare il tempo o un passaggio per andarci.

"Uh," Il biondo rallentò la sua camminata dopo essere quasi inciampato mentre pensava.

Minho guardò verso di lui, la sua espressione era piuttosto intimidatoria ma il più piccolo decise che provare non lo avrebbe ucciso, giusto?
Beh, almeno lo sperava.

"Posso andare lì?" Chiese timidamente indicando con il dito il negozio pochi metri più avanti a loro.

"Fai quello che vuoi, io vado a casa." Mormorò Minho ancora camminando.

"Uhm, ok." Non avendo alcuna possibilità, Jisung abbassò ulteriormente le spalle, il suo umore si abbassò di nuovo, perché sì, il gatto del negozio lo aveva fatto sentire un po' meglio, per quanto patetico potesse sembrare.

Con un ultimo sospiro pesante, Jisung tirò fuori la cintura di sicurezza per allacciarla non volendo essere rimproverato ancora da Minho quel giorno.

"Ti lamenti anche quando stai in silenzio." Il corvino mormorò senza fare alcun movimento per accendere la macchina.

Jisung alzò le spalle, non era stato certo così felice durante la giornata e Minho da stamattina lo aveva fatto sentire, beh, triste.

È stato svegliato e sgridato, è andato a trovare sua madre e suo marito e gli è stato dato un rimprovero generale senza motivo, è andato al centro commerciale contro la sua volontà e quando aveva chiesto di entrare in un negozio in cui era felice di andare, gli era stato negato.

"Odio vederti così." Lanciò uno sguardo seccato al ragazzo, serio e privo di umorismo.

"Così come?" Il biondo mormorò tristemente solo metà interessato a ciò che il corvino aveva da dire.

"Intendo di persona."

"Oh ..." Ancora una volta Minho era scortese, ma cosa si aspettava davvero Jisung? Che Minho si sentisse male per lui e si arrendesse? In parte sì, lo aveva sperato per un secondo.

"Ma immagino che ... puoi andarci in quel negozio ma- ..." Con un sospiro il corvino acconsentì al ragazzo di andare in quel dannato negozio.

Non aspettandoselo, Jisung sorrise, un sorriso vero, e senza nemmeno aspettare che l'altro finisse la frase, tornò rapidamente dentro al centro commerciale lasciando il più grande a chiedersi se avrebbe dovuto entrare o aspettare in macchina.

"-ma hai dieci minuti." Minho finì comunque la frase, sebbene il biondo fosse sparito da tempo.

Sarebbe rimasto in quella macchina per un bel po'.

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Où les histoires vivent. Découvrez maintenant