7. Stasera

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Quando decidemmo di tornare dagli altri erano ormai passate un bel paio d'ore. Guardai lo schermo del mio telefono ma per fortuna non avevo nessun messaggio o chiamata, segno che nessuno si fosse accorto che mancavamo da un po'.
Li vidi li che chiacchieravano e decisi di avvicinarmi a Sara e Marta che stavano di spalle davanti a me.
"Allora? Vi siete divertite senza di me?" chiesi mettendo le braccia attorno al loro collo.
"Oddio ma dov'eri finita?" mi chiese Sara
"Infatti! Stavamo proprio parlando che non sapevamo dove fosse nemmeno Niccol...aspetta un attimo" si interruppe girando il suo volto verso di me con gli occhi socchiusi. Con l'espressione di chi aveva scovato chissà quale segreto.
"O santo cielo ma eri insieme a Niccolò!" disse urlando con un sorriso a 480 denti. Io sgranai gli occhi e d'istinto le tappai la bocca con la mano.
"Ma sei matta? Ma vuoi abbassare la voce!!!" le dissi continuando a tenerle la bocca tappata. Per fortuna nessuno si accorse di cosa Marta avesse detto, grazie alla musica altissima. Tranne per Sara, Sara ovviamente sentii tutto.
"Cosa?! Eri con ULTIMO?!" mi chiese cercando di non urlare ma accentuando l'ultima parola. Io mi misi due mani in faccia e le implorai di smetterla perché mi stavano mettendo in imbarazzo.
"Domani vi racconto tutto promesso, ora è inutile tanto siete ubriache fradice." dissi.
"Ma che dici..." disse Marta su sbiascicando e accarezzandomi la testa come se fossi un gatto. Mi scansai dalla presa di Marta e mi girai verso Niccolò. Stava sorridendo con i suoi amici e vidi che uno di loro gli diede due pacche sulla schiena come se si stesse complimentando di qualcosa.
Incrociò il suo sguardo con il mio, mentre si mordeva il labbro inferiore mi fece un occhiolino. Io ricambiai con un sorriso.
Continuammo a goderci la serata con i nostri amici, in gruppo senza scambiarci qualsiasi tipo di effusione in pubblico.
Non so se avrei voluto che si sapesse quello che stava succedendo. Anche perché non lo sapevo nemmeno io. A volte le cose belle all'inizio è meglio tenersele per se, la felicità dura troppo poco e la gente porta sfiga. Così mi avvicinai a Niccolò.
"Senti Niccolò, se non ti scoccia evitiamo di dire cosa sia successo." gli dissi vicino all'orecchio. Lui mi guardò stranito, probabilmente si stava facendo l'idea sbagliata, e siccome odio i fraintendimenti decisi di spiegarli prima che lui chiedesse.
"Non è per male ti assicuro, ma voglio tenermelo per me. È come se ne fossi gelosa di questa cosa non so come spiegarti." dissi arrossendo. Lui sorrise e annuí.
"Non preoccuparti posso capire benissimo. E poi fare le cose di nascosto è anche meglio no?" disse malizioso.
"Chissà, dovremo scoprirlo" dissi facendo spallucce. Lui fece un'espressione come se non si aspettasse quella risposta da me. Ma ancora non mi conosce e non sa che mi stuzzicano, io rispondo.
La bella serata giunse al termine, chiamammo i taxi e tornammo a casa. Scoprii con piacere che Niccolò aveva la casa affianco alla nostra, quindi eravamo tutti vicini di casa.
Buono a sapersi, pensai.
Mi era venuto in mente di fare qualcosa di cui avevo il desiderio da un mese a questa parte ormai. D'altronde si vive una volta sola, abbiamo solo una vita, se si ha svoglia di fare qualcosa bisogna farla, a meno che non sia qualcosa di illegale, in quel caso magari evitiamo.
Avevano tutti alzato il gomito, gli unici praticamente sobri eravamo io e Niccolò perché non avevamo avuto praticamente il tempo. Ci salutammo tutti. Io vidi Niccolò che mi guardava fermo come se si aspettasse che sarei rimasta lì a salutarlo privatamente. Ma non lo feci e seguii Sara e gli altri in casa.
Tempo mezz'ora ed erano già tutti a letto belli addormentati. Io non riuscivo a prendere sonno, sarà stato il caldo afoso della Sardegna, i pensieri della serata appena passata. Così decisi di alzarmi dal letto, mi infilai un vestitino leggero bianco e uscii fuori. Presi il pacchetto di sigarette appoggiato sul tavolo in terrazza, ne sfilai una e l'accesi. Mi sedetti sulla sedia e alzai gli occhi al cielo e cercai di leggere le stelle. Come se lo sapessi fare.
Continuai ad aspirare la mia sigaretta lentamente, e mi girai verso sinistra. Alla mia sinistra c'era la casa dove si trovava Niccolò con gli amici, e notai la luce accesa.
Non ci pensai nemmeno un secondo, scesi i tre scalini della mia casa aprii il cancelletto e mi fiondai verso casa sua. Erano delle villette a schiera e le cassette erano tutte uguali, quindi feci la stessa cosa. Aprii il cancelletto di casa sua, salii le scale e mi ritrovai davanti alla sua porta. La porta era aperta, il soggiorno con la terrazza erano separate soltanto dalla zanzariera.
Così lo vidi, in piedi intento a bersi un bicchiere d'acqua. A giudicare dal silenzio e dal fatto che fosse solo capii che i suoi amici avevano fatto la stessa fine dei miei.
Alzò lo sguardo e mi vide quasi subito. In silenzio si avvicinò per aprire la zanzariera, che si poteva aprire solo da dentro.
"Che ci fai q..." cercò di dire. Lo interruppi subito mettendoli l'indice sulla bocca.
"Shh...dormono gli altri?" lui socchiuse gli occhi, fece un sorriso malizioso e annuí.
Mi buttai su di lui, gli misi le mani dietro il collo e iniziai a baciarlo. Lui ricambiò immediatamente il bacio mettendomi le mani dietro la schiena e attaccandomi completamente al suo corpo. Iniziai a camminare, e lui indietreggiò, senza mai staccarci. Lui capii subito, mi mise le mani sui glutei e mi prese in braccio. Arrivammo alla porta della sua camera e mi ci fece sbattere dolcemente e continuò a baciarmi in ogni parte del corpo. Nel frattempo io cercavo la maniglia, e quando la trovai la aprii subito e mi buttò sul letto. Nessuno parlava, ci staccavamo solo per prendere fiato. Niccolò si buttò sopra di me e i nostri sguardi si incastrarono.
"Sei così bella" mi disse con la voce roca. Io sorrisi e con un colpo invertii le posizioni ed mi misi sopra di lui. Li lasciai baci umidi sul collo nel frattempo che le sue mani cercavano di arrivare nelle mie parti del corpo più sensibili. Io timidamente iniziai a far trapelare qualche gemito dalla mia bocca. Lui si passò la lingua sul labbro superiore e si alzò con la parte superiore del corpo, in modo tale che io fossi seduta su di lui, con le gambe attorno al suo bacino. Iniziò a baciare il collo, seguendo il percorso della mia clavicola, fino ad arrivare al mio seno, a quel punto non riuscivo più ad aspettare.
"Ti voglio mia, ora" sussurrò Niccolò con la voce roca. Così con un cambio di posizione entrò dentro di me, e ci unimmo, come se fossimo un solo corpo. Sentii i suoi gemiti unirsi ai miei, molto più rumorosi.
Quando notò che stavamo arrivando entrambi alla conclusione, mi mise una mano sulla bocca per non farmi sentire dagli altri. Concludemmo insieme. Io li passai una mano fra i capelli umidi di sudore, lui mi diede un bacio e si buttò accanto a me.
Dopo che ci rinfrescammo ci sedemmo fuori a fumarci una sigaretta. Per fortuna nessuno si era accorto di niente.
"Allora, mi vuoi dire qualcosa?" disse sorridendo compiaciuto accarezzandomi la coscia.
"Che dovrei dirti?"
"Mah, non so... Non riuscivi più a resistermi eh?"
"Niccolò caro, tu sei bravo a stuzzicare, io sono brava ad agire." gli dissi soddisfatta. Lui scoppiò in una risata e fece si con la testa.
"Si? Se pensi questo mi sacrificherò per farti cambiare idea"
"Aspetterò con ansia" dissi ironica.
Continuammo a fumare la sigaretta, e notai che lui aveva il suo sguardo su di me.
"Ti serve qualcosa?" dissi seria, sperando che non ci fosse bisogno di dirgli che scherzavo.
"A ragazzí vedi de sta calma" disse prendendo le mie guance con una mano.
"Ma ragazzina de che che sono più grande di te di un anno" dissi fiera.
"Se se, se vede..." disse. Io mi misi a ridere.
Niccolò iniziò ad accarezzarmi la guancia.
"Alessia, Alessia. Cosa mi stai combinando alla testa?" disse.
Mi girai per fargli capire che lo ascoltavo con attenzione.
"Ti sei catapultata nella mia testa da subito. Da quando ti ho vista da quel balcone. Il nostro bacio quella notte non me lo sono dimenticato, non c'è stato giorno in tutto questo tempo in cui non ti ho pensato. Mi piaci, tutto qui. So che forse è presto e affrettato dirti queste cose, ma io un po' nel destino ci credo. E penso che mi stia cercando di mandare segnali e farmi capire che tu devi far parte della mia vita." disse senza distogliere lo sguardo dal mio.
Io ero completamente imbambolata, ero senza parole. Non mi aspettavo tutto ciò.
Feci un sorriso enorme, mi sedetti su di lui e li stampai un bacio.
"Mi piaci anche tu Moriconi, e tanto."
Sorrise, mi cinse le braccia attorno al corpo e mi baciò.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATAWhere stories live. Discover now