13. Piccola stella

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"Cosa ci fai qui? Come sei entrato?" continuavo a fissarlo immobile.
Mi sarei potuta aspettare di tutto, ma sicuramente trovarlo davanti a me, a casa mia, non era tra le aspettative.
Fece qualche passo lento verso di me.
"Non sopportavo l'idea di poterti perdere per una cazzata simile." disse mentre abbassava la testa.
Era bellissimo, le luci del tramonto lo rendevano ancora più bello, indossava dei semplici jeans con una maglietta bianca, e gli immancabili occhiali appesi alla maglietta.
"Niccolò perdermi? Non mi hai mai avuta. Come io, mi sembra ovvio, non ho mai avuto te." dissi seria.
Le mie parole non avevano rabbia dentro, ormai mi era passata. Ma questa situazione mi aveva completamente preso alla sprovvista, non si era mai nemmeno creata dentro la mia testa, quindi non sapevo come reagire.
"Non so più cosa fare per farti capire che mi dispiace. Ho preso un aereo, mentre ero in vacanza e sono tornato a Roma solo per te."
"Me lo stai rinfacciando?" chiesi spalancando le braccia "perché sappi che nessuno ti ha chiesto di farlo."
Lui sospirò rumorosamente. Era evidente che si stava iniziando a scaldare, e io avevo voglia di far tutto tranne che discutere.
"No, no non te lo sto rinfacciando ovviamente. Voglio solo farti capire che ci tengo e che non voglio più lasciarti scappare." disse facendo qualche altro passo verso di me. Io indietreggiai.
"Chi me lo dice che alla prossima litigata non fai la stessa cosa? Cosa succederà quando ci saranno sentimenti di mezzo? Niccolò io non mi fido delle persone, non mi apro con le persone, adesso ci metto il triplo a fidarmi di qualcuno. Tu hai bruciato tutto subito. Dimmi, come pensi di poter riacquistare la fiducia?" dissi tutto d'un fiato, nel frattempo che mi si creava un nodo in gola.
Senza che nemmeno me ne accorgessi notai che i miei occhi stavano iniziando ad inumidirsi, segno che a breve probabilmente sarei scoppiata in un pianto liberatorio. Liberatorio perché era da quando ero andata via da casa sua in Sardegna, dopo la prima discussione, che trattenevo le lacrime. Erano lacrime dettate dallo stress, dal nervoso e dalla delusione che mi si era creata dentro.
Così per non farmi vedere mi girai e iniziai ad asciugarmi le poche lacrime che scendeva lungo le mie guance.
Sentii i passi di Niccolò ormai vicinissimi a me.
"Mi fa male vederti così. Mi fa ancora peggio pensare che sei così a causa mia." disse sottovoce.
"No Niccolò, non sono così a causa tua. Tu sei stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché ero stanca della mia vita! Sono tornata in Italia con tanta positività, mentre cercavo di guarirmi da sola da una brutta relazione! E poi succede che tu entri nella mia vita, entri spalancando la porta e mi stravolgi la testa e mi fai iniziare a credere che forse le persone non sono tutte cattive, e inizi a piacermi. E cosa succede? Che tu ti incazzi per una cosa STUPIDA e ti fai un'altra! Come posso riuscire a fidarmi di te?" dissi alzando la voce.
Quelle parole uscivano dalla mia bocca e nemmeno me ne accorgevo, ero un fiume in piena. Ero stanca di tenermi tutto dentro.
Niccolò si mise davanti a me, appoggiò la sua mano sulla mia guancia mentre con il pollice mi asciugava le lacrime. In silenzio mi mise un braccio attorno alle spalle, uno attorno alla vita e mi abbracciò. Nel frattempo mi schioccava dei baci sulla testa. Mi tenne stretta a se per forse un minuto. Io all'inizio rimasi rigida, ma chiusi gli occhi, mi sciolsi e mi feci cullare dal suo profumo e dal suo corpo attaccato al mio.

Quanto mi eri mancato Moriconi, pensai.

Mi staccai da quell'abbraccio e senza dire niente mi staccai da lui.
Lui mi guardò, con quei suoi occhi penetranti.
"Dammi una possibilità, farò di per dimostrarti che non sono un coglione." Disse.
Accennai un sorriso.
"Un po' coglione sei Moriconi."
"Oh, ecco chi è tornata. La mia scaricatrice di porto preferita." disse con un sorriso enorme tirandomi di nuovo a se per darmi un bacio in fronte.
"Promettimi che questa volta ci andiamo cauti. Abbiamo subito affrettato le cose, sbagliando visti i risultati." dissi.
"Te lo prometto, mi concede l'onore di un primo appuntamento signorina?" disse mettendosi la mano sul petto accennando un inchino.
Io mi misi a ridere e accettai.
"Allora domani sarà il nostro primo appuntamento. Ora possiamo mangiare qualcosa insieme?" chiese.

Sinceramente avevo tantissima voglia di stare con lui, di sentire il sapore delle sue labbra e sentire il profumo del suo corpo. Ma avevo detto che dovevamo andarci cauti, quindi non volevo affrettare di nuovo le cose. Ero sicura che se l'avessi fatto stare lì quella sera, sarebbe finita proprio come pensavo. Quindi dovevo evitarlo.
"Ma come? Mangiare insieme prima del primo appuntamento? No mi dispiace. Ci vedremo direttamente domani." dissi mentre mi incamminavo verso il portone. Lui sbuffò e fece una faccia triste.
"Va bene signorina. Ma solo perché sei tu eh!"
Io mi misi a ridere e scendemmo le scale. Arrivammo davanti alla porta del mio appartamento, ma invece di invitarlo dentro, come lui forse si aspettava, lo accompagnai davanti alla porta dell'ascensore.
"Allora a domani..." disse lui da dandomi un'altra abbraccio. Mise due dita sotto il mio mento e mi sollevò il viso, si avvicinò lentamente e mi diede un dolce bacio al lato del labbro.
"Bravo, vedo che hai capito." dissi.
Fece un sorriso, e rimasi lì davanti finché le porte dell'ascensore non si chiusero.

Tornai dentro casa e mi buttai sul divano con un sorriso enorme. Non potevo credere ciò che mi era appena successo. Sembrava un film e invece era la realtà, la mia vita. Un ragazzo aveva appena lasciato le sue vacanze estive per venire a chiedermi scusa fino a casa mia. Speravo solo che non fosse tutta scena, ma mi sembrava abbastanza sincero.

Presi il mio cellulare e feci una videochiamata con Sara, Marta e Giacomo.
"Heeello ladies!" disse Giacomo.
Tutte ricambiammo il saluto.
"Marta dove sono le mie chiavi di casa?" dissi retorica. Sapendo benissimo che Niccolò nel mio palazzo, ci poteva essere entrato solo con le chiavi di casa, e chi poteva avergliele date se non Marta?
"Non so assolutamente di che parli." disse lei facendo finta di limarsi le unghie.
"Ok basta cazzate e dicci com'è andata!!" disse Sara.
"Ma scusate anche voi eravate a conoscenza di questo piano?" chiesi.
"Di chi pensi sia stata l'idea?" chiese Giacomo facendomi capire che fosse stata un'idea sua.
"Ah quindi stavate tutti tramando qualcosa alle mie spalle e nessuno mi ha detto niente?"
"Eravamo sicuri che la sorpresa sarebbe stata gradita." disse Marta.
"Come vi è venuta questa idea?" morivo dalla curiosità di sapere.
"Beh ti ricordi che ti ho detto che ci avevo parlato no? Mi aveva detto tante bellissime cose su di te, ed era così dispiaciuto a riguardo così ha iniziato a balenarmi qualcosa per la testa." disse Giacomo "Poi i giorni seguenti lo vedevo sempre sulla terrazza, non usciva più. Voleva sempre stare solo. Li ho capito che tu e lui siete fatti l'uno per l'altra e dovevo fare qualcosa."
"Si così è venuto da me e mi ha chiesto se avessi ancora le chiavi di casa tua. E mi ha spiegato tutto. A dirla tutta il fatto di voler andare a Roma da te era stata un'idea di Niccolò, Jack li ha suggerito di prendere le chiavi per fare le cose più in grande." Disse Marta.
"Ma dicci com'è andata!" disse Sara.
Io raccontai tutto, per filo e per segno.
"Ohhhh" fecero tutti e tre in coro.
"Non lasciatevi più scappare." disse Marta.
Continuammo a parlare e dopo circa mezz'ora chiusi la telefonata.

Esausta, mi fumai una sigaretta e mi coricai.
Presi il cellulare in mano e aprii Instagram.
Vidi che Niccolò aveva messo un video mentre suonava il piano e mi fiondai ad aprirlo.

"Hai da sempre compreso la mia fantasia
l'hai accesa poi spenta, poi sei andata via
sei tornata più forte con un sasso nel cuore
Hai preso il mio giorno, l'hai reso migliore..."

Feci un sorriso enorme. E mi addormentai con quella melodia in testa.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATAWhere stories live. Discover now