27. Ovunque tu sia

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Era passata una settimana da quando Niccolò mi aveva lasciato.
Ero devastata, ma pensavo a lui e a quanto deluso potesse essere. Quel giorno non l'avevo visto nelle scale, ma avrei tanto voluto vederlo. Invece era scappato da me, lasciandomi.
In tutta onestà non avevo provato a cercarlo troppo spesso, volevo lasciarli il suo tempo. Avevo provato a chiamarlo il giorno dopo ma aveva bloccato il mio numero. Dovevo arrivare a lui per vie traverse, ma ancora non me la sentivo.
Tutta questa situazione mi era arrivata addosso come un uragano, tutto inaspettato e distruttivo. Non capivo nemmeno io come stavo reagendo. Forse non stavo reagendo. Da quel giorno non ero più in me. Tutti i traumi erano tornati a galla. Tutti i cerotti che avevo messo sopra le ferite mi erano stati strappati dalla stessa persona che aveva provocato il dolore.
Avevo passato quella settimana a letto, senza sentire e vedere nessuno. Avevo ricevuto talmente tanti messaggi, e non avevo risposto nemmeno ad uno. Nemmeno ai miei amici, nemmeno a Giacomo. Eppure se volessi, avrei potuto cercare di riprendermi Niccolò. Ma ero spaventata, avevo paura che dicendo la verità non sarei stata creduta. E per me, essere passata attraverso quelle situazioni era già un'umiliazione. Per dire tutto ciò che avevo passato e tutto ciò che stava passando la mia mente e il mio corpo ora, mi serviva tutto il coraggio del mondo. Che al momento non avevo.
Sbagliavo, sbagliavo nel non chiedere aiuto, e avrei dovuto. Sbagliavo nel pensare che ero io quella che doveva sentirsi umiliata da tutta questa situazione, quando invece dovevo capire che l'unica persona che si doveva sentire umiliata era Edoardo. Ma non riuscivo a sopportare il fatto che dopo essere riuscita ad uscire da quel tunnel, solo con le mie forze, ora c'ero di nuovo dentro. E questo tunnel mi aveva portato via Niccolò.
Ma non ero ancora pronta a riprendermelo, non me la sentivo. Sentivo di non riuscire a guardarlo in faccia e spiegarli tutto dal principio. Sentivo di non farcela a far uscire le parole.
Ma l'altra metà di me non dimenticava di quanto fossi innamorata di Niccolò, di quanto mi mancava il suo profumo, la sua voce, i suoi occhi. Quindi pensai che dovevo riuscire a trovare il coraggio di dirlo almeno a Giacomo, almeno avrei iniziato con qualcuno e sarebbe stato più facile dirlo a Niccolò.

Niccolò's POV

Erano passate due settimane dalla mia rottura con Alessia. Dovevo ringraziare il fatto che ormai mancava sempre di meno all'inizio del mio tour. Ero sempre più impegnato, e tutto il via vai non mi dava modo di pensare a lei. Più o meno.
Ogni volta che avevo un momento libero, o ero a casa da solo, non facevo altro che pensarci. Mi mancava come l'aria. Non poter condividere la mia vita con lei mi stava facendo impazzire. La rabbia era passata, ma adesso era subentrata la delusione. Non sopportavo il fatto che avesse tradito la mia fiducia, che avesse tradito me.
Non l'avevo mai cercata, avevo chiesto di lei ma nessuno sapeva niente e questo mi faceva preoccupare, tanto. Ma poi pensavo che probabilmente era al sicuro con il suo ex e quindi smettevo subito di preoccuparmi.
Cercavo di tenere i miei momenti liberi sempre in compagnia di qualcuno, non volevo rimanere solo e pensare. Mi bastavano le notti per quello.

Andai in studio perché dovevamo definire alcuni dettagli per l'inizio del tour. Entrai nello studio di Jacopo e lo salutai.
"C'hai na faccia Nì..." esordì lui.
"E che faccia? È la mia. Dai su." dissi io scocciato buttandomi nella sedia.
"Dammi un attimo torno subito." disse Jacopo prendendo dei fogli in mano.
Sbuffai e iniziai a smanettare con il mio telefono. Non vedevo l'ora di andarmene.
A un certo punto sentii bussare e la porta aprirsi subito dopo.
"Ti ho portato le ultim..." si bloccò subito.
Mi voltai lentamente, sapendo già chi avrei visto dietro di me.
"Scusami pensavo ci fosse Jacopo." disse abbassando lo sguardo.

Quanto mi sei mancata.

Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Era sempre stupenda. Ma era evidente che non stesse bene, aveva perso qualche kg, essendo già magra lo si poteva notare subito. Le occhiaie nere le circondavano i suoi occhi meravigliosi. Nel vederla in quello stato, e così all'improvviso, non riuscii ad incazzarmi.
"È andato un attimo fuori. Credo stia tornando." dissi alzandomi dalla sedia mentre mi grattavo la nuca.
Lei annuii, indietreggiò per chiudere la porta ma la riaprii lentamente e si affacciò.
"Come stai?" mi chiese senza guardarmi negli occhi.
"Sto bene, tu?" mentii spudoratamente.
"Anche io."
"Non si direbbe." dissi.
"Potrei dire lo stesso." disse lei.
"Perché l'hai fatto? Perché?" non riuscii a trattenermi.
"Niccolò, ci sono talmente tante cose che non sai..."
"No esatto" la bloccai subito "e l'unica cosa che so è che tra te e il tuo ex c'era ancora qualcosa e tu hai sempre fatto finta di niente." dissi mentre iniziavo ad alterarmi.
"Non è così." disse lei con una calma da far paura. Non riuscivo a decifrarla.
"Com'è Alessia? Com'è allora?" strillai.
Il suo viso si riempì di lacrime, e i suoi occhi finalmente dopo tutto quel tempo mi guardarono. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
"Scusami." disse Alessia mentre richiudeva la porta alle sue spalle.

Alessia's POV

Chiusi la porta e mi rinchiusi in bagno a piangere. Non era stato per niente facile rivederlo. Stavamo avendo una conversazione civile, dove lui mi sembrava che avesse voglia di ascoltare e invece ho rovinato tutti di nuovo. Per quanto sarebbe durato tutto questo? Perché nemmeno il pensiero di perdere Niccolò mi aiutava a trovare il coraggio di parlargli a cuore aperto.

Quando tornai a casa decisi di chiamare Giacomo. Il cellulare fece mezzo squillo e lui rispose subito. Mi sedetti in balcone, mi accesi una sigaretta.
"Ciao tesoro. Finalmente, non sai quanto ero preoccupato."
"Ciao Jack."
"Come stai?"
"Sinceramente? Sto malissimo."
"Ma perché vi siete lasciati? Cos'è successo?"
"Se te lo dico probabilmente non mi crederesti." iniziai a raccontargli tutto.
"No non ci voglio credere. Quel pezzo di merda te lo giuro che se lo vedo in strada lo metto sotto con la macchina. Ma ti ha fatto del male?"
"Il male che mi ha fatto è stato farmi perdere il mio ragazzo. E ancora non sono guarita dal male che mi ha fatto in passato, come ben sai. Comunque a parte baciarmi, poi è andato via, dopo che gliel'ho chiesto ripetutamente. Non mi ha più cercata."
"Se si ripresenta a casa tua devi chiamare la polizia tesoro. Non è ammissibile. E Niccolò cosa ti ha detto?"
"Non gli ho detto niente."
"COSA?!"
"Non riesco. Prima l'ho incontrato, era l'occasione perfetta, ma quando era il momento sono scappata piangendo."
"Oh tesoro mio. So quanto è difficile per te, lo so credimi. Ti ho vista star malissimo, e sono stato malissimo io nel vederti così. E io ti sarò sempre affianco in ogni decisione che prenderai, sarò sempre lì a supportarti. Capisco benissimo che non è facile, ma sono sicuro che Niccolò capirà, è un ragazzo molto dolce con la testa sulle spalle. Non farti fermare dalla paura. Non far vincere Edoardo."
"Hai ragione tesoro."

Aveva ragione e come. Sentirmi dire quelle cose da una persona che non fossi io mi aveva fatto capire tante cose. Mi aveva fatto aprire gli occhi. Dovevo ascoltare il consiglio di Giacomo prima che fosse troppo tardi.

Quando chiusi la chiamata con Giacomo, andai subito tra i miei contatti e cercai il nome di Niccolò. Mi feci coraggio e premetti il tasto di chiamata.
Uno squillo, due squilli, tre squilli. Il mio cuore batteva sempre più forte, sette squilli.
"Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile."
Sbuffai, e subito dopo mi arrivò un messaggio da Niccolò.

"Ora non posso parlare."

Mi sedetti nel divano. Dopo qualche minuto il mio cellulare iniziò a squillare.
"Marta 🌻"
Sconfortata risposi.
"Ciao amore."
"Ciao baby."
Avevo già parlato con lei, ma non entrai mai nel dettaglio.
"Ti ricordi della festa di domani?"
"Cazzo già. La festa, mi ero completamente dimenticata."

Domani si sarebbe tenuta la festa per l'inizio del tour di Niccolò.

"Andiamo, non voglio sentire no come risposta. Devi distrarti."
"Come faccio a distrarmi ad una festa in cui il protagonista è il mio ex ragazzo?"
"Non devi mica stargli dietro. Stai con me, ci ubriachiamo e ci divertiamo vedrai."
"Dai va bene."

Il mio entusiasmo per questa festa era come quello della domenica mattina quando ero costretta ad andare in chiesa. Zero. Il fatto che ci sarebbe stato alcool gratis era l'unica cosa che mi consolava.
Però aveva ragione Marta, distrarmi non mi avrebbe fatto male.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora