15. Forse dormirai

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"Sono felice." dissi quasi mormorando.

La serata con Niccolò continuava nel migliore dei modi e io mi sentivo felice, talmente tanto che mi ero ritrovata a pensarlo e dirlo a voce alta senza accorgermene.
Sedevamo nel divano, ed io avevo la testa appoggiata nelle sue gambe, e lo guardavo, mentre lui con la mano mi accarezzava i capelli.

"Come scusa?" chiese Niccolò con un tenero sorriso.
Ero conscia del fatto che mi avesse sentita, ma non sapevo se ripeterglielo, ma ero talmente tanto serena da voler esprimere qualsiasi sensazione. Così lo guardai, mi misi dritta e glielo dissi un'altra volta.

"Ho detto che sono felice Moriconi."
Il suo volto si trasformò in un bellissimo sorriso.
"Anche io lo sono. Tanto. Non lo ero da tanto tempo, e forse questo tipo di serenità non l'ho mai avuta con nessuna, specialmente all'inizio."

Mi diede fastidio il pensiero di lui con qualche altra ragazza? Si. Lo diedi a vedere? No. Perché rovinare quel momento con qualcosa di così stupido? Abbiamo avuto tutti relazioni passate. È vero che io, o il 90% della popolazione non abbiamo scritto canzoni per loro e non le abbiamo incise su degli album e non le abbiamo cantate davanti a migliaia di persone, ma è un dettaglio. Un dettaglio molto grande, ma probabilmente avrei dovuto imparare a conviverci. Marta mi aveva aggiornato sulla relazione passata di Niccolò, e inspiegabilmente anche Sara ne sapeva davvero tanto, come se anche lei lo conoscesse prima di conoscerlo realmente. Sono consapevole del fatto che sarà pur sempre una persona che avrà una certa importanza nella sua vita, avevano anche un cane insieme quindi qualche volta dovevano sicuramente vedersi.
Detto ciò, resta il fatto che la bionda è una sua ex, a cui ha dedicato decine di canzoni, quindi mi stava comunque sui coglioni.

Continuammo a stare in quella posizione sul divano, come se il mondo intorno a noi si fosse fermato. E io ero li, che sinceramente nel guardarlo per così tanto tempo e notare quanto fosse affascinante morivo dalla voglia di saltargli sopra. Ero quindi combattuta tra il fatto di fargliela sudare ancora un po' per come si era comportato, o soddisfare le mie, e palesemente le sue voglie. Decisi così di usare l'arma della provocazione innocua. L'avrei provocato, ma facendo finta di non rendermene conto.

Mi alzai, li dissi che sarei andata in bagno e così feci.
Quando tornai lui era sempre spaparanzato nel divano, quando arrivai proprio davanti a lui feci accidentalmente cadere il telefono.
Mi inchinai lentamente, e considerando che il vestito non era per niente attillato, mi scoprii praticamente tutto il décolleté.

"Porca troia." lo sentii dire sottovoce.
"Come scusa?" chiesi con il suo stesso tono di prima.
"No no, niente."

Passai una mezz'ora mettendo in atto delle piccole provocazioni, notai che lui stava ormai facendo fatica a trattenersi. Ma la cosa a quanto pare mi si stava ritorcendo contro perché tra i due, ero quella a cui stavano facendo effetto tutte queste provocazioni.
Mi alzai per chiederli dove avesse messo il vino, e si alzò direttamente anche lui per prenderlo. Ma invece di prendere il vino si avvicinò al mio corpo e mi cinse un braccio sulla schiena, facendo scendere la mano su un gluteo.
"Guarda che ho capito cosa stai cercando di fare." sussurrò Niccolò vicino alle mie labbra.
"Non so di cosa parli." dissi vaga senza allontanarmi di un centimetro.
"Io invece penso proprio di sì." continuò lui mentre si accingeva per lasciarmi dei baci umidi lungo il collo "Non te l'hanno mai detto che a giocare con il fuoco si finisce per bruciarsi?" finì.
"Mh, tante volte, ma non imparo mai." dissi allontanandomi, ma rimanendo davanti a lui.
Con le mani mi alzai leggermente il vestitino, e mi pian piano mi sfilai li slip rigorosamente neri in pizzo, li feci scendere e li spostai con un piede. Non avevo distolto lo sguardo dagli occhi di Niccolò, che guardava la scena impietrito, e si morse il labbro.

"Scusa Moriconi, dicevi?" chiesi con tono di sfida.
"Adesso basta." disse fermamente.
Si catapultò su di me e iniziò a baciarmi con foga. Mi prese da sotto i glutei e mi poggiò sul tavolo.
Senza neanche accorgermene ero già priva del mio vestitino, e così li sfilai subito la maglietta rossa e li passai leggermene le unghie sulla schiena. Feci fare una passeggiata alle mie mani lungo il busto di Niccolò per poi ritrovarmi sull'orlo dei suoi pantaloni, iniziai a sbottonargli nel frattempo che lui mi continuava a baciare e mordere il collo. Scese sempre più in basso fino arrivare ai miei seni, il mio basso ventre. Io sussultai, ma lui saltò il punto più sensibile e andò a baciarmi le cosce, lentamente, mentre teneva i suoi occhi fissi su di me. Io lo guardai, mi passai la lingua sul labbro superiore, godendomi completamente la situazione. Sostò per un bel po' di minuti sul punto più sensibile del mio corpo e io tra ansimi e gemiti non riuscivo più ad aspettare.

"Vieni qui ti prego." gli dissi mentre li passavo la mano tra i capelli.
"Mh mi piace sentirmi pregato." disse mentre affondò ancora di più la sua lingua.
"Ho voglia di sentirti dentro di me."
Così mentre alzava il suo volto, mi prese in braccio e mi portò in camera sua, mi buttò sul letto e si mise sopra di me.
"Eh no, adesso faccio io." gli dissi mentre invertii le posizioni, ritrovandomi così a cavalcioni su di lui.
Finalmente i nostri corpi si unirono completamente ed era palese che entrambi non aspettavamo ormai nient'altro.

Quando entrambi terminammo, rimanemmo stesi a letto. Avevo la testa sopra il petto di Niccolò, e nel frattempo gli accarezzavo il petto. Era davvero tardi, e glielo feci notare.
"E quindi? Pensavo fosse ovvio che rimanessi qui a dormire." disse lui.
"Ma non ho niente qui, non ho nemmeno lo spazzolino." replicai.
"Ne ho io due nuovi, puoi scegliere anche il colore, lo vuoi verde o arancione?" io mi misi a ridere "e poi, vorresti lasciare questo povero e adorabile ragazzo tutto da solo?" disse facendo il labbrino e gli occhi da cerbiatto.
"Mh va bene dai, ma solo perché non voglio lasciare il bambino da solo, mica perché ne ho voglia." dissi facendo l'altezzosa.
"Se se ragazzì, se ce credi."

Fumammo una sigaretta, ci demmo una rinfrescata e ci mettemmo di nuovo a letto, eravamo entrambi esausti.
"Buonanotte Moriconi." gli dissi stampandoli un bacio.
"Buonanotte bambina." 

Passò mezz'ora ma io ancora non riuscivo a prendere sonno, così mi girai dall'altra parte, avendo lui di fronte.
"Signorì?" disse Niccolò mentre apriva gli occhi, era palese che anche lui ancora non avesse preso sonno.
"Dimmi" gli risposi.
Era così bello, se fosse stato per me, data la mia insonnia, avrei passato quelle poche ore della notte che avevamo davanti a guardarlo mentre dormiva. E mentre lo guardavo pensavo a quanto fossi fortunata.

"Missà che mi sto innamorando di te."

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Non riuscivo più a capire se le parole che avevo appena sentito erano frutto della mia immaginazione, se stessi sognando o se avevo sentito bene.
Non mi ero ancora messa faccia a faccia con i miei sentimenti, non sapevo cosa provavo nei confronti di Niccolò, cercavo sempre di evitare quell'argomento con me stessa. E proprio questo fatto mi fece capire che cercavo di evitarlo perché avevo paura, avevo paura di ammettere anche a me stessa cosa stessi provando, cosa provavo nei confronti di Niccolò, praticamente dal nostro primo incontro.

"Missà pure io Niccolò." dissi.

Del mio sogno la parte migliore  // Ultimo COMPLETATAWhere stories live. Discover now