stupide lacrime, stupide emozioni

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Non si era mai sentito così, quella sensazione di leggerezza dentro il petto che ormai lo accompagnava da un paio di settimane lo faceva sentire felice, vivo. Non si descriveva come una persona raggiante o positiva ma ultimamente il sorriso non lo abbandonava nemmeno un secondo durante sue giornate. Com'era possibile che la sua vita avesse preso una piega così inaspettata?

Anche quella mattina non era diversa, si era svegliato tranquillamente, aprendo un occhio dopo l'altro a causa della luce che passava dalle tende. Si alzò felice per poi recarsi in bagno per darsi una rinfrescata, si vestì comodo, uscì di casa e percorse una decina di metri per poi trovarsi davanti quello che stava cercando, un negozio di fiori. Decise di farsi preparare un mazzo con al centro un grande girasole, che gli ricordava tanto la personalità di Taehyung, ed attorno altri piccoli fiori di altri colori.

Soddisfatto uscì dal fioraio pronto per tornare a casa, mise velocemente i fiori dentro ad un vaso pieno d'acqua per non farli appassire, si vestì in modo più casual pronto per passare un'altra giornata in compagnia della sua famiglia. Sempre col sorriso prese i fiori per poi uscire di casa ma, una volta messo piede fuori dalla porta, questi gli scivolarono rovinosamente dalla mano.

Di fronte a lui, davanti alla casa di Taehyung, si trovava l'omega avvinghiato ad un altro ragazzo, più alto e con i capelli violacei, le loro labbra erano unite, le mani del biondo sopra le spalle del ragazzo più alto e quelle del viola più in basso verso il sedere di Taehyung. In quell'esatto istante Jungkook giurò di aver sentito il suo cuore spezzarsi in mille piccoli pezzi, le lacrime iniziarono a formarsi ai lati degli occhi scuri, recuperò i fiori e tornò in casa per poi gettarli dentro il cestino. 

Si sedette sul letto, la mano sopra il cuore per cercare di affievolire quel dolore insopportabile, le lacrime scendevano pesanti lungo le guance, i singhiozzi strozzati non lo facevano respirare bene. Si lasciò cadere con la schiena sul letto, pensava di aver iniziato qualcosa con Taehyung, pensava che ormai anche il vicino pensasse che fossero una famiglia a tutti gli effetti.

Perché lo aveva illuso in quel modo? Aveva già qualcuno nella sua vita e non glielo aveva detto. Delusione, dolore e tristezza furono le ultime sensazioni che il suo cuore percepì prima di cadere stremato addormentato.

Anche Taehyung quella mattina si era svegliato di buon umore, lentamente si era alzato, aveva preparato la colazione per lui e Soobin e poi aveva chiacchierato per ore al telefono con Jimin raccontandogli come aveva passato le ultime giornate, dato che i due amici non si erano più riusciti ad incontrare.

-"Taetae dici tanto che non ti piace e poi fai il gelosone in gelateria"- lo prese in giro Jimin dall'altra parte del telefono.

-"non ho mai detto che non mi piace"- rivelò Taehyung. 

-"quindi lo stai ammettendo?"- lo stuzzicò ancora Jimin.

-"beh insomma è oggettivamente bello e con lui mi trovo bene"- spiegò il biondo. 

-"dai Tae dillo, poi ti sentirai molto meglio"- lo pregò il maggiore.

-"e va bene"- sospirò Taehyung -"mi piace Jungkook"- 

-"oh visto"- esultò Jimin -"non è morto nessuno"- 

Taehyung era pronto per controbattere quando qualcuno bussò pesantemente alla sua porta.

-"Jiminie devo andare, qualcuno ha bussato alla porta"- 

-"potrebbe essere lui?"- domandò Jimin riferendosi all'alfa corvino. 

-"speriamo"- rispose Taehyung. 

-"come sei diventato sfacciato"- rise Jimin.

I due amici poi si salutarono e Taehyung, dopo essersi sistemato velocemente i capelli davanti allo specchio, cercando di risultare un minimo presentabile, aprì la porta. Il sorriso presente sulle labbra, sicuro che davanti a sé avrebbe trovato il corvino che gli faceva girare la testa, sfumò velocemente in un'espressione simile al disgusto. Davanti a lui non si trovava il papà di Soobin, che sperava tanto di vedere, ma Namjoon, lo stesso ragazzo che lo aveva abbandonato tre anni prima nel momento più delicato della sua vita.

Assottigliò lo sguardo, pronto per riversare tutte le parole che anni prima non era riuscito a dirgli, finalmente avrebbe esternato tutte le sofferenze che il maggiore gli aveva causato ma, ancor prima di aver la possibilità di aprir bocca, le labbra del viola si appropriano delle sue. Dopo alcuni secondi di puro shock, Taehyung appoggiò le mani sulle spalle di Namjoon provando ad allontanarlo dal suo corpo ma il viola sembrava irremovibile e anzi, approfittandosi di un suo momento di distrazione, insinuò anche la lingua all'interno della bocca dell’omega. 

E in quell'istante il biondo non ci vide più, alzò la gamba e tirò un calcio ben piazzato sullo stinco facendo finalmente staccare il maggiore. Taehyung non era un promotore della violenza ma, una volta che i suoi occhi si posarono di nuovo sulla figura del maggiore, non riuscì a fermare la sua mano dal schiantarsi sulla guancia del viola, era inferocito e tremendamente addolorato.  

-"ma che cazzo ci fai qui Namjoon"- urlò Taehyung.

-"ti ho cercato ovunque e questa è la tua accoglienza"- disse Namjoon massaggiandosi la guancia.

-"dopo tutto quello che mi hai fatto passare con quale coraggio ti presenti davanti alla porta di casa mia?"- 

-"io volevo scusarmi per tutto quello che è successo in America"- disse abbassando lo sguardo -"sono stato una merda e ti ho lasciato da solo nel momento del bisogno"-

-"sì, sei stato proprio una merda"- disse Taehyung -"non puoi nemmeno immaginare quanto io mi sia sentito abbandonato ed ignorato"- 

-"infatti sono qui per rimediare"- parlò Namjoon avvicinandosi all’omega -"torniamo insieme Tae"-

Gli occhi di Taehyung si spalancarono in modo esagerato -"tu sei impazzito"- disse allontanandosi dal maggiore.

-"perchè?"- domandò -"riproviamoci"- disse speranzoso.

-"assolutamente no"- disse Taehyung scioccato da quella richiesta -"io ho già qualcuno"- 

-"oh, davvero?"- domandò Namjoon triste -"e chi sarebbe il fortunato?"-

-"il padre di mio figlio"- disse per poi entrare in casa e sbattergli la porta in faccia -"non farti mai più trovare davanti casa mia"- disse con voce rotta.

Poco dopo sentì dei passi pesanti allontanarsi dalla sua porta e, preso dalle troppe emozioni, dai suoi occhi iniziarono a scendere grandi lacrime. 

-"stupide lacrime"- disse asciugandole velocemente -"stupide emozioni"-

...

Non insultatemi troppo che
oggi è il mio compleanno:)

Your Omega, My Alpha |taekook|Where stories live. Discover now