II

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Andrej Kirill Ivanov, Rosemary Mental Asylum, Terra di Nessuno, Distretto di Chicago.

Dovevo riuscire a fingere meglio. Dovevo riuscire a passare per pazzo. Dovevo riuscire a trovare uno dei nostri e abbandonare il Rosemary, ma quella dottoressina aveva suscitato il mio interesse e allungare un po' il tempo della mia permanenza in questo ospedale da strapazzo, non poteva che risultare divertente. La notte prima mi si era avvicinato un secondino e grazie al suo aiuto ero riuscito a scoprire di più sulla tale Lily Rose, ma avevo bisogno di altri agganci per abbandonare quel manicomio. Molti più uomini. Quando due delle solite guardie entrarono circospetti dalla porta laterale, sorrisi in quel modo malato che mi avevano insegnato fin dalla pubertà.

"Siete venuti per me? Siete così prevedibili." Scoppiai a ridere, buttando la testa all'indietro. "Dei poveri imbecilli."

"Zitto, psicopatico."

La mia risata cessò e la rabbia ebbe la meglio sulla mia recitazione. Mi sollevai di scatto e mi avvicinai furtivo come una pantera alle due guardie.

"Attento a come parla, capitano." Schioccai la lingua. "O quando uscirò da questo fottuto manicomio, sarà  il primo a cui farò saltare la testa." Sorrisi. "Niente di personale."

Gli tirai una testata e fui fiero di osservare del sangue fuoriuscirgli dal naso. Peccato che l'altra guardia mi tirò un destro niente male.

Lily Rose Deep, specialista in Neuropsichiatria, Rosemary Mental Asylum, Terra di Nessuno, distretto di Chicago

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Lily Rose Deep, specialista in Neuropsichiatria, Rosemary Mental Asylum, Terra di Nessuno, distretto di Chicago.

"Prima seduta psichiatrica con il paziente Andrej Kirill Ivanov, Rosemary Mental Asylum, cinque gennaio." Appoggiai il registratore a fianco del mio quadernino degli appunti. "Ore quattordici." Non appena la porta della stanza si spalancò, sobbalzai stupita. "Cosa diamine è successo al mio paziente?"

Osservai l'ematoma sulla guancia di Mr. Ivanov con raccapriccio.

"Ha aggredito una guardia, dottoressa."

Lo sbatterono con poca grazia sulla sedia e Andrej mi sorrise enigmatico. Sollevai gli occhi sulle due guardie ed inarcai un sopracciglio.

"Le sedute sono private." A denti stretti chiusi i pugni all'interno del mio camice, al di sotto del tavolo. "Dobbiamo essere solo io ed il mio paziente."

"Dottoressa, ha aggredito un nostro -

"Sono in grado di fare il mio lavoro, capitano." Mi sollevai dalla sedia. "Il mio paziente ha la camicia di forza, non potrebbe comunque torcermi un capello e voi sareste subito dietro la porta." Non abbassando lo sguardo, li indussi ad uscire dalla stanza, ma notai come si appostarono subito dietro la porta. "Maledetto idioti," bofonchiai.

"È molto premuroso da parte sua, dottoressa." Allungò le s del mio titolo come un serpente e repressi un brivido di puro terrore. "E comunque, anche io credo siano dei puri idioti."

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Where stories live. Discover now