III

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Andrej Kirill Ivanov, Villa Ivanov, New York.

Guardai Erin mentre si approcciava alla piccola paperella che Maria ci aveva portato qualche ora prima; sembrava non aver mai visto un giocattolo in vita sua, ed onestamente poteva anche essere, considerato la madre che aveva avuto o non aveva avuto, a seconda dei punti di vista.

Terminai di prepare l'acqua della vasca, abbastanza tiepida, ma non troppo calda e poi tornai a fissare quella bellissima bambina.

"Allora, piccolina, cosa ne dici di fare il bagnetto?"

Erin sollevò gli occhioni dalla paperella e li puntò dritti nei miei inclinando la testa come per soppesare la mia frase.

"Bagno?" Domandò con un po' di fatica e una vocina così sottile da fare tenerezza.

"Esatto, piccola." Le presi la paperella dalle mani con gentilezza e la adagiai sull'acqua. "Facciamo il bagnetto." Erin si protese oltre il bordo per osservare il destino della paperella ed allungata la manina la toccò e la fece roteare nell'acqua. "Cosa ne dici di raggiungere la tua amichetta?"

Erin giocherellò ancora un po' con la paperella, ma poi annuì ed io iniziai a spogliarla da quei vestiti logori. Una volta che fu pronta, la immersi nell'acqua e la aiutai a sistemarsi per bene.

Quella bambina così bionda mi ricordava in tutto e per tutto Lily Rose, che era addormentata nella camera da letto: piccina, indifesa e traumatizzata. Un fiore che doveva sbocciare e che sarebbe sbocciato.

"Papelella," mi disse mentre faceva scivolare una manina nell'acqua ed avvicinare il giocattolino alla mia. "Papelella."

"Esatto, piccola." Agguantai un po' di bagnoschiuma. "Cosa ne dici di splendere come la paperella?"

La bambina mi fece un candido sorriso tenero ed annuì. Non fu difficile lavarla, perché come Dimitri anche io avevo dovuto aiutare i miei fratelli quando nostra madre era morta: al tempo, Dimitri senior era stato troppo concentrato sulle puttane per rendersi conto dell'effettivo bisogno dei figli e delle loro necessità, ma prendermi cura di questa graziosa creaturina era differente.

"Ecco qua, principessa." La sollevai dall'acqua e la imbacuccai in un asciugamano. "Hai freddo?"

Per la prima volta la biondina mi regalò un sorriso aperto e sdentato.

"No fleddo." Scosse con vigore la testa e continuò a studiare la paperella mentre le pettinai i capelli. "Papelella," mormorò dolce.

In realtà, attendevo l'aiuto di qualcuno per poterla coprire con qualsiasi vestitino fosse rimasto della nostra infanzia e, infatti, qualche secondo dopo la porta del bagno si aprì e Maria entrò, seguita da un Aleksei un po' instabile sulle gambe. Quel bambino cresceva a vista d'occhio e diventava sempre più simile a Dimitri, il che voleva dire che nel giro di qualche mese sarebbe diventato davvero un teppista e questa villa era già colma di teppisti, più o meno cresciuti.

Erin, sentendosi minacciata da quell'ingresso, si accucciò dietro le mie gambe e si aggrappò ai pantaloni della tuta.

"Erin, tesoro." Mi inginocchiai di fronte alla bambina che sembrava aver perso le sue capacità relazionali. "Erin, questo è Aleksei, è tuo cugino, mh?" La bimba inclinò la testa ponderando le mie parole. "Non ti farà mai del male."

Fece un passo avanti, ma rimase sempre con una mano attaccata alla mia maglia e studiò l'espressione amichevole di suo cugino, che, rompendo tutti gli schemi della conoscenza, le capitombolò addosso. Mi allarmai subito per la possibile implicazione di quel gesto, ma Erin scoppiò a ridere e fu la prima volta da quando l'avevamo salvata, circa sei ore prima, che si esprimeva con tale gioia e spensieratezza; scoppiò a ridere forte come solo una bambina piccola avrebbe potuto e mi meravigliai della sua bellezza.

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Where stories live. Discover now