XVII

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Lily Rose Deep, New York.

"Sono andata a letto con Andrej," annunciai di getto a Maria, quando la parrucchiera terminò di applicarmi la tinta ed alla mia esternazione la suddetta rischiò di sputare il cappuccino sullo specchio della sua postazione. "Questa notte."

"Che cosa?" Si girò verso di me con i capelli bagnati. "Io pensavo foste già andati a letto insieme."

Corrugai le sopracciglia.

"No, perché avrei dovuto?" Scossi la testa e per poco i capelli impiastricciati di tinta non mi caddero intorno al viso. "Non lo conoscevo, non ci eravamo nemmeno mai fermati a parlare seriamente."

Soprappensiero, Maria inclinò la testa.

"Effettivamente non hai tutti i torti."

La parrucchiera la riprese bonariamente.
"Signorina Ivanov, deve stare dritta o non riuscirò a farle un taglio decente."

"Scusami, Katlyn."

Maria rise di gusto e lo stesso la parrucchiera.

"Comunque, Lily Rose, Andrej non è un uomo che aspetta; vedi, quando io e Dimitri ci stavamo..." Si interruppe e cercò il mio sguardo attraverso lo specchio, così le sorrisi amichevole per spronarla a parlare. "Non è stato semplice per me e Dimitri. Anzi, per un mese è stato un inferno, ma poi ci siamo confrontati e tutto si è risolto più o meno per il meglio." Sorrise dolce e si portò una mano al ventre. "Ma ricordo perfettamente che Andrej prendesse in giro Dimitri perché aveva deciso di aspettare che fossi pronta, prima di fare il grande passo." Sospirò. "Nella nostra società bisogna arrivare vergini al matrimonio. Il mio primo bacio l'ho dato a Dimitri durante il rito stesso, pensa un po', mentre lui, beh, aveva già fatto un bel po' di pratica, quindi la notte di nozze non ero molto felice di compiacerlo, ecco." I suoi lineamenti si irrigidirono solo per un momento, quando un'ombra del passato le attraversò il volto, ma poi scomparve velocemente così come era giunta. "Non è stato facile." Concluse con un sospiro.

"Immagino." Adocchiai  la donna che le stava facendo i capelli. "Davvero."

Possibile che non avesse paura di-

"Il negozio di Katlyn appartiene alla Drakta."

Maria mi strizzò l'occhio comprensiva e la parrucchiera mi sorrise amichevole.

"Oh, sì, dopo le mie disavventure sono qui solo grazie a loro con la mia dignità di nuovo intatta." Spalancai gli occhi colpita e la donna rise di gusto. "Non essere così sorpresa, cara. Gli Ivanov ci tengano alla propria gente." Poi adocchiò i due scimmioni all'entrata. "Permetto a loro di entrare, solo perché sono riconoscente verso Dimitri e i suoi fratelli. Le possibilità che mi hanno offerto negli ultimi tempi, dopo la morte di mio marito, sono state fondamentali per me." Si girò verso di loro. "Ehi, giù le mani dal mio caffè!" I due bodyguard scoppiarono a ridere al rimprovero della proprietaria. "Edhel, tesoro, controllali."

Abbassai le palpebre colpita dalla storia della proprietaria del negozio e mi fissai le mani, indecisa se farle o meno le condoglianze.

"Mi dispiace per suo marito."

Optai per un vago cenno di comprensione, che mi risparmiò dell'imbarazzo.

"Il mio George, pace all'anima sua."

La donna si adombrò un po' e Maria le prese le mani tra le proprie.

"Andrà sempre meglio, Katlyn, vedrà. Le siamo vicini."

La proprietaria la abbracciò e rimasi ancor più sconvolta: in quale società sana di mente una donna onesta abbracciava la moglie di un boss mafioso, che poteva uccidere chiunque senza dare troppe spiegazioni?

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Where stories live. Discover now