Capitolo 34

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AVVISO: per favore leggete lo spazio Autrice, ci terrei davvero molto!!
Per il resto, buona lettura!!

**********

La luce del sole mi stava accecando.
Mugugnai per il fastidio e mi rigirai nel letto più e più volte.
La testa mi doleva, e sentivo ancora il sapore acre dell'alcol in bocca.

Un momento!

Ma come ci ero finita a letto?
Aprii di scatto gli occhi e mi alzai con il busto dal letto.
Scrutai bene il luogo in cui mi trovavo e mi resi conto di non essere nella mia stanza.
Era una camera fin troppo formale.
La parete bianca, non presentava alcun quadro, se non una finestra abbastanza grande che riempiva tutto il muro e da cui entrava la luce.
Un comodino in legno nero era posizionato al fianco del letto matrimoniale su cui avevo appena dormito, la scrivania sul lato sinistro del letto era immacolata, c'erano solo un paio di libri ed un cellulare, il quale, molto probabilmente, era il mio, infine una porta difronte al letto mi fece pensare che quello fosse il bagno.
Dovevo riordinare le idee.
Cos'era successo?
Piccoli frammenti della serata precedente iniziarono a riaffiorare nella mia mente.
Tony che ci aveva portate in un bar.
Gli shots di tequila.
La performance a dir poco imbarazzante sul bancone del bar.
Altri shots.
Sharon.
Dio, gliele avevo suonate davvero forte a quella pazza isterica.
La voce roca di un uomo che voleva portarmi via.
Poi buio.
Scostai le coperte dal mio corpo, e quasi sobbalzai nel vedere che avevo le gambe scoperte.

Merda!

Notai che a terra c'erano sparsi i vestiti della sera precedente.
Mi passai due mani sulla faccia per l'esasperazione.
Stavolta Tony mi avrebbe ammazzata!
E non perché non fossi tornata a casa da sobria, ma perché avevo passato l'intera notte fuori, senza ricordare un tubo e non potergli raccontare i dettagli succulenti.
Me ne avrebbe cantate quattro, di sicuro.
Mi resi conto che addosso avevo una maglietta che mi arrivava a metà coscia, era nera, e pulita, quell'odore mi sembrò particolarmente familiare.
«Puoi tenerla se vuoi».
Sobbalzai nel sentire una voce provenire alle mie spalle.

Oh no, no, no.

Questo era anche peggio del non ricordare.
Mi voltai lentamente ed incontrai il ghigno malizioso di Bucky.
Era in piedi, davanti a me, a braccia incrociate ed un solo asciugamano che gli copriva la vita.

Merda!

Era dannatamente sexy e lo stavo squadrando da cima a fondo senza alcun pudore.
Le goccioline d'acqua scendevano lungo il corpo marmoreo ed in quel momento avrei dato oro per poter toccarlo come si deve.
Mi soffermai sull'attaccatura del braccio in vibranio e mille brividi partirono dal basso ventre al pensiero del freddo metallo a contatto con la mia pelle.
Mi venne in mette la frase di Natasha

"E poi con quel braccio mi farei fare certe cose.."

Oh mio Dio, quanto avrei voluto ricordare "quelle cose"!

Se solo non fossi stata così ubriaca...
Che poi in realtà, le avevo provate, in quel "sogno" ma lui non era lui, quindi..

Ti sei rincoglionita per caso?

Molto probabilmente si.
Scossi la testa e cercai di essere impassibile difronte a quel corpo.
«Noi..?» gli chiesi titubante, indicando entrambi, e facendo sottintendere se ci fosse stato qualcosa fra di noi.
Lui si avvicinò lentamente ed io trattenni il fiato.

Maledizione!

Mi attorcigliò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi guardò dritto negli occhi.
Quelle pozze glaciali mi stavano trafiggendo.
«Se mai dovesse accadere qualcosa tra di noi, dovrai essere sobria e cosciente delle cose che ti farò».

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora