Capitolo 25

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TONY

«Credi davvero che Hypnos stia lavorando per conto di Loki?» mi chiese scettico Steve.
Ormai nel laboratorio eravamo rimasti solo io e lui.
«Tu sei l'unico obbiettivo che li può accomunare» risposi.
Mi avvicinai alla libreria che Liz mi aveva obbligato a tenere per conto suo.
Era in contrasto con tutta la tecnologia che ci circondava, in mogano scuro, e abbastanza grande da contenere un centinaio di volumi storici.
C'erano diverse raccolte di miti, leggende e storie sovrannaturali.
Mitologia greca, romana, azteca, perfino leggende di lupi mannari e vampiri.
Di tutta questa storia, non mi avrebbe stupito scoprire che Hogwarts in realtà, esistesse davvero.
Presi un libro dalle tonalità grigiastre, e me lo rigirai tra le mani.

«Che cos'è?» mi chiese il biondo.
Io alzai gli occhi al cielo sbuffando «Un libro di cucina, secondo te?» il mio tono era ovviamente ironico.
Mi avvicinai al tavolo e lo aprii.
Quel libro trattava di mitologia Norrena, più nello specifico, sulle abilità del Dio degli inganni.
Con il dito, scorsi i diversi poteri di Loki:
Forza, resistenza, velocità, agilità e riflessi sovrumani.

E fin qui, nulla di nuovo.

Resistenza a tutti i poteri dei Giganti di Ghiaccio.

I giganti di che?
Vabbè non lo voglio nemmeno sapere.

Levitazione

È leviosa, non leviosá!

Oh mio Dio, la maratona di Harry Potter con Steve non mi stava aiutando per niente.

Telecinesi.

C'è qualcosa che questo bastardo non sappia fare?

Telepatia
Illusioni
Mutaforma
Manipolazione mentale.

Mi soffermai su queste ultime abilità: lui era astuto, e per quanto potesse essere stato un nemico abbastanza "facile" da catturare, era sempre stato un passo avanti a noi.
Una scritta in corsivo, fatta a mano catturò la mia attenzione, a poche righe da quelle che avevo precedentemente letto.
La scrittura elegante e sottile mi fecero subito capire che era opera di Liz.

"Manipolazione mentale favorita da uno stato di semi incoscienza del soggetto"

Lo lessi ad alta voce, così che anche il Capitano potesse ascoltare.
Aveva la schiena contratta e le braccia appoggiate al tavolo da lavoro.
«Siamo sempre stati tutti sue pedine?» era più un'affermazione che una domanda.
«Vuole Elizabeth, noi siamo solo un danno collaterale» constatai.
«Perché rinchiuderci in un sogno?».

Già.. Perché?
Tutta questa storia aveva un non so che di strano.
Il fatto che non si fosse palesato fino a quel momento rendeva più difficile capire il motivo delle sue azioni, sempre che ci fosse stato lui, dietro tutta questa storia.

«Temporeggia, ma ancora non ne comprendo il motivo».
«Che suggerisci di fare?» mi chiese il biondo.
Io chiusi il libro di scatto, mi avviai verso le porte dell'ascensore portandolo con me «Siamo in un sogno, quello di Liz, dobbiamo trovare il modo di svegliarla».
Il Capitano mi seguì a passo spedito.
«Che suggerisci?».
«Il modo più facile per svegliarti da un sogno?» chiesi ironico.
«Una bella notizia?» fece un sorrisetto tirato.
Io scossi la testa «Un salto nel vuoto».
Le porte dell'ascensore si aprirono.
«Non credo che la tua, sia una buona idea» mi disse mentre aspettavamo che l'ascensore ci portasse alla sala da pranzo.
«Hai un'idea migliore?» chiesi ironico.
«Spieghiamole la situazione» incrociò le braccia al petto.
«Ci prenderà per matti» ero al limite della sopportazione.
«Proviamoci».
Roteai gli occhi «Va bene, ma lascia fare a me» gli puntai il dito contro con sguardo serio, per poi girarmi e andare verso Elizabeth.
Lui mi bloccò l'avambraccio.
«Solo... Cerca di usare tatto».
Spalancai la bocca «Oh andiamo!! Secondo te da chi possono aver preso il proverbio 'vacci con i piedi di piombo'?» sghignazzai.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora