Capitolo 9

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«Cosa dobbiamo aspettarci da queste creature?» fu Natasha a parlare.
Eravamo sul QuinJet, tutti seduti ai propri posti aspettando che arrivassimo alla meta.
«Non sappiamo dove sia lo scettro, ma sicuramente sarà ben custodito da quelle creature. E se pure non fosse, aspettatevi il peggio» affermai decisa.
Dovevo sembrare abbastanza tranquilla, ma dentro di me sentivo che qualcosa sarebbe andato storto.
«Questi in che modo dovrebbero aiutarci?» chiese Steve indicando il tappo per le orecchie.
Avremmo indossato un tappo ad un orecchio ed un auricolare nell'altro per comunicare tra di noi.
«Le sirene sono creature bellissime e muta-forma, solo la loro presenza potrebbe far perdere il controllo delle vostre azioni, ma il loro vero potere sta nella voce. Se un uomo dovesse sentirle anche solo sussurrare, lo porterebbero a morte certa nel giro di pochi minuti».
«Come?» fu Banner a parlare.
«Si dice, che evocano nella mente dell'uomo i pensieri più remoti dell'inconscio, paure, desideri, sogni, li portano in una realtà parallela dove si è distaccati dal mondo esterno, una volta dentro l'illusione, per loro sarà facile attirarvi in mare e morire per annegamento».
«Donne! Chi vi capisce!» ironizzò Tony ed io lo fulminai con lo sguardo.
«Inizialmente vivevano lungo la costa della baia di Salerno ed ammaliavano tutti i naviganti che si imbattevano in quelle acque. Prima li ipnotizzavano seducendo i marinai e, successivamente, li spingevano con la loro imbarcazione al naufragio sugli scogli e li risucchiavano nelle profonde acque» iniziai a spiegare «Partenope, Ligea  e Leucosia erano le regine, ma Ulisse riuscì a non cedere al loro canto così da spingerle al suicidio, ma in realtà non si erano uccise, avevano solo cambiato posto ed affinato le loro tecniche di seduzione» conclusi.
«Come possiamo evitare che ciò accada?» chiese Clint.
«Non dovrete mai togliere i tappi, per nessuna ragione al mondo e se uno di noi dovesse essere colpito dal canto, tutte e tre le sirene dovranno perdere i sensi così che la magia potrà essere annullata » dissi seria.
La squadra era abbastanza tesa, ma non potevo essere meno drastica, le prove sarebbero state sempre più difficili e questo voleva dire prepararsi al peggio.

Il QuinJet atterrò sulla nave di Ulysses Klaw, sembrava tutto troppo tranquillo.
Il mare era calmo ed il sole era bollente nonostante fosse ottobre inoltrato.
Entrammo dentro, camminammo tra i corridoi in ferro cercando di fare il meno rumore possibile, ma non vi era anima viva ad attenderci.
Infondo alla nave vi era una cabina trasparente in cui all'interno c'era una strana luce azzurra.
Ci avvicinammo lentamente.
Una volta arrivati, Tony, che aveva indossato la sua tuta da Iron-Man, entrò dentro la cabina ed esaminò la zona.
«È lo scettro» confermò.
Lo prese e lo sventolò per farlo vedere «Visto? Un gioco da ragazzi» esclamò.
Ma accadde tutto in pochi secondi: la calma di prima si sostituì ad un totale putiferio.
La nave iniziò a muoversi ed il mare sotto di noi si stava agitando fin troppo.
Una luce lampeggiante rossa iniziò ad accecarci e soldati che prima erano nascosti iniziarono a venirci contro.
«Dovevi proprio dirlo?» lo canzonò Steve.
«Ho parlato troppo presto!» scherzò il miliardario.
«Mettete i tappi, ed andiamo via da qui» urlai iniziando a correre verso l'uscita.
Colpii con un pugnale uno dei soldati facendolo diventare polvere.
Ci stavano assalendo, ma noi eravamo più forti.
Steve con il suo scudo se la stava cavando bene portando a terra molte vittime.
Thor ne faceva fuori una decina alla volta con il suo martello.
Clint non era da meno con le frecce e Nat non sbagliava un colpo di pistola.
«Ragazzi c'è un problema con Banner» ci informò Tony.
«Va' da lui, qui ci pensiamo noi» urlai.
La nave tutt'un tratto sembrò aver preso uno scoglio, poiché sbatté così forte da farmi cadere fra le ringhiere e capitombolare due piani più giù.
«Andate! Vi raggiungo» gridai, ma mi resi conto troppo tardi che nel cadere avevo appena perso uno dei miei tappi.

THOR
Eravamo tutti divisi.
Non riuscivo a capire com'era potuto accadere, forse per la battaglia, forse per i movimenti troppo esagerati, ma fatto stava che nessuno più era nel mio campo visivo.
Sentii un leggero sussurrò alle mie spalle, mi girai di scatto, ma prima che me ne rendessi conto la ragazza dietro di me mi tolse i tappi.
L'unica cosa che riuscii a fare prima che la mia mente perdesse il contatto con la realtà ed il canto delle sirene mi portasse ad offuscarmi la mente, fu mandarla al tappeto con un colpo del martello.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora