Capitolo 2

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Non è semplice riuscire a sopravvivere al dolore.
C'è chi lo supera con il tempo, chi invece rimane ancorato ad esso e chi come me cerca di scappare da esso.
Mio padre diceva sempre che esiste un pulsante nella mente di un Dio, che gli permette di spegnere tutto, le emozioni negative scivolano via e tutto il dolore svanisce.
Forse è per questo che gli dei sono così capricciosi? Hanno spento tutti i loro sentimenti per poter pensare solo a loro stessi?
Io non sapevo se quel pulsante l'avessi spento, ma da dopo Loki mi sentivo completamente diversa.
Dopo il suo abbandono, una parte di me ha immaginato di spegnere quel dannato interruttore e non riaccenderlo mai più.
Mi sentivo devastata, usata, umiliata, arrabbiata, forse tutti quei sentimenti non erano dolore vero e proprio, ma io non volevo più sentirmi come una nullità.
Perché essere abbindolata quando io stessa avevo il potere di farlo?

«Sembri diversa» Tony era difronte a me davanti il bancone degli alcolici.

«Los Angeles mi ha regalato momenti di pura follia» sospirai, ripensando a tutte le cose che avevo fatto, giuste o sbagliate che fossero.

«Avrei voluto esserci, mi sarei sicuramente divertito più con te che con l'allegra combriccola in calzamaglia» rise lui, usando lo stesso nomignolo che avevo usato io con il direttore.

«C'eri tu dietro il vetro?» chiesi.

«L'intera squadra».

«Quindi tutti hanno sentito quello che ho fatto a Los Angeles?» vidi Tony tentennare un po' per poi annuire «Si, eravamo tutti in ascolto».

Feci spallucce «Beh, almeno posso risparmiare l'elenco dei miei poteri, delle cose inammissibili che ho fatto e passare subito all'azione» sdrammatizzai.

«Prima di passare all'azione testa i tuoi poteri su di loro, mi farei quattro risate» ridacchiò lui.

«Vuoi davvero mettere a rischio la salute mentale e fisica dell'intera squadra?» chiesi ironica.

«Oh! Oh! Ce l'ho!» Tony fece schioccare i palmi delle mani come se avesse avuto l'idea più geniale di sempre «Vorresti far innamorare uno di loro di te? Oh ti prego scegli il Capitano, è così rigido che un po' di sesso potrebbe solo giovargli» prese due bicchieri e li riempì di un liquido ambrato.

«Non è così che funziona, e non ho solo questo stupido potere» presi uno dei due bicchieri e lo portai alle labbra prendendone un sorso.

«Si, ma è l'unico più divertente! Come puoi ammaliare qualcuno solo con uno sguardo?» era sbigottito.

«Ogni umano ha un desiderio oscuro che freme di essere avverato, più esso è grande, più l'attrazione verso di me è alta, inoltre gli uomini sono facili da far cadere anche senza il mio potere, basta un po' di inventiva ed il gioco è fatto».

«Ci stai dando dei cascamorti? ».

«Vi sto dando dei completi allocchi! Basta un po' di sedere in mostra che subito cadete come degli idioti» dissi ovvia.

Lui si mise la mano sul petto fingendosi offeso «Mi stai offendendo».

«Non prendertela, tu ne porteresti la bandiera se non fosse per me».

«Touché».

Portammo entrambi i bicchieri in alto e li facemmo tintinnare per poi bere ciò che rimaneva del Bourbon.

«Perché io sono immune al tuo fascino?».

«Perché non mi vedi se non come amica».

«E mio padre?».

«Lui mi vedeva come una figlia, mi ha insegnato a vedere gli uomini come tali e non come mortali da poter usare a mio piacimento».

«E adesso?».

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora