Epilogo 2.0

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«Cinque..».
Il cuore iniziò a battermi forte.
«Quattro».
Mi si seccò la gola.
«Tre».
Sentii le gambe come gelatina.
«Due».
Gli occhi mi si inumidirono.
«Uno».
Il cuore smise di battere per qualche secondo.
Non volevo alzare lo sguardo, mi rifiutavo con tutta me stessa.
Continuai a tenere gli occhi fissi sugli anelli che portavo alle dita.
Ma con uno in particolare ci iniziai a giocherellare passandolo da un polpastrello all'altro.
Sentii le gambe molli come gelatina, e le mani tremanti.
Più passavano i secondi, più sentivo le lacrime iniziare ad offuscarmi la vista.
Era normale essere così terrorizzata?
L'idea di essere abbandonata di nuovo, di non essere la prima scelta di qualcuno era devastante.
Ma forse mi sbagliavo.
Amavo Steve, lo amavo con tutta me stessa ma se da questo viaggio avevo imparato qualcosa, sicuramente era che l'unica persona su cui avrei potuto sempre contare era Tony.
E forse anche Steve ne era consapevole.
Lui stesso aveva visto cos'era successo nel momento in cui Tony aveva schioccato le dita e rischiato di morire.
Steve lo amavo.
Ma l'amore che provavo per Tony andava al di sopra di ogni cosa.
Due mani salde presero le mie e le strinsero leggermente.
Alzai lentamente la testa ed incastrai i miei occhi in due pozze celestiali.
«Sono qui».
Tornai a respirare.

TRE GIORNI PRIMA.

«Ne vuoi parlare?» Tony si sedette sulla panchina di legno sotto il suo porticato, proprio vicino a me.
Avevo le mani sul legno liscio e la testa bassa.
In quel momento alzai lo sguardo verso il cielo e presi un profondo respiro «Di cosa esattamente?»
Il miliardario batté i pugni tra di loro «Bhe, possiamo iniziare da Steve che ha evocato i pugnali infernali, fino ad arrivare a te che sei diventata Fenice».
Inarcai un sopracciglio e lo guardai con la coda dell'occhio «Tu vuoi sentirtelo dire vero?».
Fece una faccia da finto innocente «Il mio ego smisurato ne necessita».
Gli diedi un colpetto sul petto ed automaticamente entrambi ridemmo.
Lo guardai attentamente, ed i lividi della battaglia erano ancora ben evidenti.
Ma solo quelli.
Ovviamente mister egocentrismo voleva che gli curassi il braccio abbrustolito, ma non le macchie violacee che sarebbero scomparse entro pochi giorni.
A detta sua facevano molto da 'Salvatore della Terra' ed effettivamente, ci aveva salvato tutti.
«Forse dovremmo ringraziare anche il pessimo tempismo di Rogers, se avesse evocato quei pugnali qualche secondo prima, non avrei mai schioccato le dita e tu non saresti mai diventata Fenice».
Ridacchiai «Per una volta, il suo pessimo tempismo è stato d'aiuto».
Il miliardario si distese completamente sulla panchina ed appoggiò la testa sopra le mie gambe, voltò il capo verso di me e mi sorrise «Quindi ho decisamente vinto la gara su chi ha guadagnato il primato nel cuore di questa piccola svitata» e con il dito mi indicò il lato del cuore.
Sorrisi di rimando.
Mi sentivo finalmente in pace, completa, e tutto per merito di Tony.
Per quanto potevo avere una persona al mio fianco, nessuno sarebbe mai stato al pari del mio migliore amico «Tu hai aggiustato il mio cuore, lo hai sempre fatto».
Alzò leggermente la testa e mi guardò serio, i suoi occhi nocciola trasmettevano dolcezza e serenità «Tu sei perfetta anche con qualche crepa».
Scossi la testa «Finché ci sei tu, ogni crepa può essere riempita».
«Sei la mia famiglia, sei tutto il mio mondo».
«E tu sei il mio».
Sentimmo dei passi salire le scale del porticato, ed entrambi sporgemmo il collo per capire di chi si trattasse.
Era Nat, in compagnia della piccola Amora  mano nella mano con Jay.
Mi venne spontaneo pensare che se ci fosse stato Loki, non avrebbe mai permesso una cosa del genere.
«Di cosa si parla?» chiese la spia, sedendosi sulla poltrona di vimini difronte a noi.
Ne approfittai per versarle del tea e porgerle la tazzina «Dell'essere Fenice, e di Steve».
In quel momento Tony abbassò il dito sul mio fianco «Il tatuaggio è completo?» chiese curioso.
Annuii subito dopo «Si è completo».
Il miliardario non riuscì a trattenere un sorriso «Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato solo merito mio?» disse retorico.
Lo guardai male ma a lui sembrò non importare «In realtà l'ho sempre saputo».
Io e Natasha alzammo gli occhi al cielo.
E per quanto potesse essere frustrante sotto certi aspetti, non potevo far altro che dargli ragione.
Per lui ho sempre provato un'amore sconfinato, che andava oltre quello che provavano due innamorati; il nostro era un rapporto che mai si sarebbe potuto sciogliere.
E solo quando ho rischiato di perderlo ho capito davvero cosa significasse perdere qualcuno di troppo importante.
Un pezzo della tua anima, buttato via.
E Tony non era solo un pezzo, lui era il mio tutto.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora