Capitolo 5

3K 128 118
                                    

Tony non mi stava dando pace.
Mi aveva seguito fino in camera per poter parlare di quello che minuti prima era successo.
Non credeva al fatto che io ed il bel fusto stessimo litigando.
Per l'ennesima volta aggiungerei.
Ma riteneva più credibile che lo avessi drogato.
«Non gli ho dato nessuna droga» dissi esasperata mentre aprivo la porta della mia stanza.
Tony intanto si era seduto sul mio letto «Hai scambiato LSD al posto dello zucchero e lo hai messo nel caffè?» era serio, stetti al gioco.
«In realtà ho messo la ketamina, da effetti più allucinogeni» camminai verso l'armadio e sfilai la vestaglia dalle spalle.
«Oh mio Dio!» esclamò nel panico «Hai drogato il paladino d'America!» lo disse in tono disperato mentre si portava le mani sulla testa.
«Sta' tranquillo, con il metabolismo che ha, entro due ore si riprenderà»
Alzò la testa di scatto e mi guardò con occhi spalancati.

«Sta' tranquillo, con il metabolismo che ha, entro due ore si riprenderà» Alzò la testa di scatto e mi guardò con occhi spalancati

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Scoppiai a ridere «Sto scherzando».
«Ci metterà di più?».
Alzai gli occhi al cielo «Non ho drogato il Capitano!».
«Ti rendi conto che quando si riprenderà dovremmo subirci tutto un discorso sulle responsabilità, che le droghe fanno male, che anche l'alcol fa male e tutte quelle cose da nonnetto decrepito che dirà?».
«Ma perché non mi ascolti? Non ho fatto un bel niente» scelsi i vestiti e mi diressi in bagno.
«Stai dicendo la verità?» inclinò il capo ed io sbuffai.
«Mi credi capace di una cosa simile?».
«Sinceramente?»
Aspettai la sua risposta.
«Si!».
Mi voltai di scatto incredula, appallottolai la vestaglia che avevo ancora in mano e gliela buttai addosso «TONY! NON HO DROGATO IL PALADINO D'AMERICA!».
«Va bene, va bene» alzò le braccia in segno di resa, io intanto entrai in bagno e mi cambiai velocemente.
Una volta sistemata, uscii dalla porta ed insieme a Tony ci dirigemmo verso la sala riunioni.
«Ma se dovesse succedere qualcosa tra di voi, me lo diresti?» bisbigliò.
«Sei una dannata pettegola».

Nella sala riunioni c'erano tutti gli Avengers in uniforme seduti attorno ad un tavolo circolare in attesa che sia io che Tony prendessimo posto.
Mi interposi fra Clint e Nat.
Il direttore prese parola «Abbiamo trovato questa registrazione in una delle basi dell'Hydra».
Due voci iniziarono a parlare in un'altra lingua.
«Che stanno dicendo?»chiese Clint.
«È Greco antico» mi precedette Banner «Hanno detto qualcosa su una mappa ed una spada, non si capisce bene».
Spalancai gli occhi nell'ascoltare e contemporaneamente io e Tony scattammo la testa verso l'altro.
«È probabile che?» ipotizzò lui.
«Probabile».
«Se dovesse finire nelle mani sbagliate..».
«Non voglio nemmeno pensarci».
«Dobbiamo capire se si riferiscono a quella..Ma non sappiamo se può funzionare».
«È l'unico modo Tony..»
«Di che state parlando?» si intromise Natasha.
Non poteva esserci notizia peggiore, se Loki mesi fa era stato un problema, questa sarebbe stata una vera catastrofe.
«Non ne siamo sicuri ma forse stanno cercando la spada di Crono, l'arma che può essere usata per rendere un mortale immortale, in realtà ci sono anche altri usi ed uno di questi è che può essere l'arma che può uccidere un Dio» spiegai «Ci sono diversi componenti e devono essere tutti trovati per poter costruire la spada, ma nessuno ci è mai riuscito».
«Perché?» chiese la rossa.
«Ci sono delle prove, nessuno è mai riuscito a superarle per poterle raccontare».
«Sembra che tu e Tony conosciate bene questa spada» esordì il Capitano.
Presi un profondo respiro, se dovevo essere parte di questa squadra dovevano sapere qualcosa in più su di me.
«C'è una maledizione su di me: finché non morirò per poi risorgere dalle mie ceneri non potrò avere a pieno i miei poteri».
«Ma tu sei immortale» ci fece notare.
Feci un sorrisetto «Ironico, vero?».
«E vorresti usare questa spada per morire?»i suoi occhi blu si fecero più scuri.
«Se tutto va bene dovrei resuscitare»alzai le mani a mo' di difesa.
«È un sé grande quanto una casa».
«Ognuno è libero di fare le sue scelte».
«Non sei abbastanza lucida» mi rimproverò.
«Se tu avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo, nella tua vera epoca, alla vita che hai sempre desiderato non ci torneresti?».
«Qui si tratta di morire, Elizabeth».
«Come vivo e come muoio sono affari miei».
Il direttore sbatté per due volte i palmi sul tavolo «Ricomponetevi» si alzò dalla sedia ed iniziò a camminare con le mani dietro la schiena «Preparate un Quinjet per Ozërks, Russia, ho già avvertito Thor vi raggiungerà lì».
Annuimmo e tutti ci dirigemmo verso la base di decollo.
«Perché proprio quella base?» chiese la rossa.
«Sono stati fatti degli esperimenti su degli umani, due gemelli, ma sono state perse le loro tracce, magari c'entrano qualcosa».
Annuimmo e tutti ci dirigemmo verso la base di decollo.
«Questa è la tua uniforme?» chiese Clint scettico.
«So che me la invidi».

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora