Pessime, pessime decisioni

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Venerdì 9 Agosto

È già stato appurato nella trilogia di San Valentino che quando Diego ha fame diventa irritabile e nervoso, beh, non era niente, niente in confronto a quando non dormiva per una notte intera.

Soprattutto se il giorno successivo aveva qualcosa di importante.

E quella notte non aveva chiuso occhio, prima del matrimonio di suo fratello.

Ergo, era irritabile come non mai.

Aggiungiamoci che la sera prima aveva mangiato pochissimo perché troppo impegnato ad essere sicuro che l'addio al celibato procedesse bene, diciamo che Diego quel giorno sarebbe stato irragionevole, stanco, irritabile e decisamente impossibile.

Purtroppo Clover non ricordava assolutamente nulla della notte precedente, e quando si svegliò vide solo un Diego che si stava vestendo e con occhi che mandavano scintille.

-Che ore sono?- chiese stropicciandosi gli occhi, osservando l'orologio e bevendo un lungo sorso d'acqua.

Una lontana parte di Diego fu soddisfatta nel constatare che il bicchiere che le aveva messo nel comodino la sera prima si fosse rivelato utile, ma non aveva la testa per provare emozioni positive.

-È ora che ti alzi e ti prepari perché nel caso te lo fossi dimenticata oggi c'è il matrimonio!- disse quindi, in tono acido.

-Wo, che hai? Non hai mangiato?- chiese Clover, sorpresa dalla sua veemenza, e dando prova di conoscerlo molto bene.

-No, e per colpa tua non ho neanche dormito, quindi vedi di prepararti in fretta e non combinare un casino- si pentì di ciò che disse nel momento stesso in cui le parole uscirono dalle sue labbra, ma non riusciva proprio a trattenersi. Non riusciva a togliersi dalla testa quello che Clover gli aveva detto, ed aveva troppo, troppo sonno.

Clover lo fissò immobile per qualche secondo, molto sorpresa.

-Okay, va bene- lo assecondò poi, non nascondendo l'irritazione che iniziava a montarle ma cercando di fare l'adulta responsabile, per una volta.

Si stiracchiò e si avviò in bagno, per lavarsi. Diego provò a finire di prepararsi abbastanza in fretta da uscire prima che lei ritornasse in camera, ma non fu abbastanza svelto.

O forse Clover lo fu troppo, perché uscì dal bagno in pochi minuti perfettamente pulita e fresca come una rosa.

-Sai dov'è l'abito da damigella?- chiese distrattamente a Diego.

Era ammirevole quanto in fretta le passasse la sbornia, si comportava come se non fosse successo assolutamente niente quella notte.

E questo non faceva che far infuriare ulteriormente Diego, che non sopportava più questa presunta ignoranza e cose non dette o dimenticate.

-Non so dov'è il tuo abito da damigella, è una tua responsabilità!- la rimproverò, cercando di allacciarsi i i bottoni delle maniche della camicia con una certa difficoltà.

Clover lo guardò qualche secondo sorpresa, poi aggrottò le sopracciglia.

-Ce l'hai con me?- chiese, confusa e leggermente irritata.

-Non so, dovrei avercela con te?- chiese Diego, girandosi nella sua direzione e sostenendo il suo sguardo.

Clover sembrò pensarci un attimo.

-Senti, sono state tua madre e tua nonna a farmi ubriacare. E qualsiasi cosa abbia fatto, ti ho detto che la Clover ubriaca non centra niente con me- provò a giustificarsi Clover, alzando le mani.

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