Blackout

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Martedì 8 Gennaio

Max riemerse dallo scantinato tenendo la torcia davanti a sé per fare luce. Dietro la porta, Sonja lo stava aspettando trepidante.

Per poco non si prese un infarto quando la illuminò.

-Oh, Sonja. Hey! Niente da fare. Non è un problema del contatore di sotto- le spiegò -Ma ho trovato delle candele e delle coperte- aggiunse poi, porgendole la scatola.

-Oh, per fortuna. Tante non è ancora tornata. E la neve continua fitta. Avremo bisogno di quante più scorte possibili. Anche per i clienti- Sonja gli prese le coperte dalle mani, con sicurezza, e si avviò verso i clienti raggruppati in un tavolo all'angolo, vicino ai termosifoni che perdevano mano a mano l'intensità.

Max era stupito da questa presa di comando. La sua collega, fino a quel momento, era sempre rimasta nell'ombra, abile, attenta ma poco incline a prendere le redini, e limitandosi a fare il suo lavoro.

Adesso c'era una luce determinata nei suoi occhi, e Max doveva ammettere di esserne davvero impressionato.

-Metto le candele in giro per il locale, per fare più luce possibile- propose, posando la torcia verso l'alto in modo da illuminare la stanza e controllando il numero di candele.

-Aspetta, cerca cinque posti tecnici e metti solo cinque candele. Non sappiamo quanto il blackout durerà, ed è meglio razionarle- gli suggerì Sonja, distribuendo le coperte.

Per fortuna i clienti che avevano sfidato il tempo per prendere il caffè quotidiano erano solo cinque, quindi avevano abbastanza coperte per loro e per sé stessi.

-Ai tuoi ordini, principessa del Corona- Max le fece un saluto da soldato, e prese cinque candele.

-Come, scusa?- chiese Sonja, irrigidendosi e guardandolo ad occhi sgranati.

Max fu preso in contropiede da quella reazione. Stava solo scherzando.

Forse era un errore di traduzione.

-Era una battuta. Sai, tua zia è la proprietaria, quindi è la regina del posto. E dato che sei sua nipote questo fa di te la principessa- si spiegò, un po' imbarazzato.

Perché era così imbranato quando gli piaceva qualcuno?! Non che Sonja gli piacesse, ancora, ma insomma, era una ragazza davvero in gamba.

-Oh, ja. Scusa, avevo capito male. Simpatica associazione- sorrise lei, ritornando al suo compito.

Max si affrettò nel proprio, tirando un sospiro di sollievo per non aver fatto una gaffe madornale, e spegnendo inavvertitamente una delle candele.

-Ah, accidenti- commentò tra sé, posandola e riaccendendola.

La porta sul retro si aprì, facendo entrare un gelido vento, qualche fiocco di neve, e la proprietaria.

E spegnendo nuovamente la candela.

Max si arrese e decise di accenderle tutte una volta sistemate.

Si affrettò con la torcia verso Roelke, la zia di Sonja, che stava chiudendo con certa difficoltà la porta dietro di sé.

-Sembra che il blackout abbia preso tutto il quartiere. Forse buona parte della città. Finché la neve non smette di cadere, sarà molto difficile muoversi. Me la sono vista brutta là fuori, ragazzo. Come va qui dentro?- chiese, rabbrividendo e avvicinandosi al bancone, dal quale prese un bicchiere e una bottiglia di Baileys Coffee, che versò e bevve in un sorso.

-Ho provato con il contatore ma nulla. Abbiamo distribuito coperte e sto sistemando delle candele per fare luce. I telefoni non prendono- illustrò Max, mentre sistemava le candele.

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