CAPITOLO DICIASSETTE - fiori di Chernobyl

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CAPITOLO DICIASSETTE – fiori di chernobyl

"Non sono me stesso senza di te. Quando sciogli il colore nell'acqua, dopo non puoi più separarlo."
Julian Blackthorn.

Benjamin

Viene un tempo per tutti noi in cui esiste solo il dolore.
Un tempo in cui non c'è altro che il vuoto, in cui ti senti perso, triste, solo.
Queste erano state le uniche cose a cui avevo pensato in quel mese. Non riuscivo a concentrarmi su altro, a provare a pensare ad altro, era impossibile. C'era solo il dolore e talvolta era talmente da sentire anche le ossa farmi male. Non riuscivo più a respirare, senza di lei; non ero più me stesso, senza di lei.
L'unica cosa che avevo fatto era stata uscire e scattare foto, che era la solo che mi era concesso fare, fra le altre cose. Fotografare mi piaceva perchè riuscivo sempre a rendere gli attimi eterni. A volte, mi sentivo come se sapessi già che ben presto quel momento sarebbe stato soltanto un ricordo e per quel motivo decidevo di scattare una foto. Non sapevo dire se pensassi che meritasse di essere ricordato, quell'attimo, oppure se mi aspettassi di dimenticarlo prima o poi. E mentre rivivevo la nostra storia giorno dopo giorno, notte dopo notte, avevo la sensazione di non aver scattato abbastanza fotografie, di non averla guardata abbastanza, vissuta abbastanza, amata abbastanza. Mi chiedevo se lei lo sapesse che non avrei mai potuto amare nessun altro, che non c'era nessun altro. Mi chiedevo se sapesse che tutta la vita non sarebbe mai bastata per amarla come avrebbe meritato, come avrei voluto. Forse avrei dovuto dirglielo, forse sarei dovuto correre da lei e gridarle che se non era lei, non poteva essere nessun altro. Non pensavo di poterla amare di più di come già facevo, e lo sapevo che quella distanza ci avrebbe soltanto portato alla deriva, ma ero arrivato a un punto di rottura, un punto in cui pensavo che sarebbe stato meglio per entrambi pensare a noi stessi per primi.

C'era stato un giorno in cui non ce la facevo più, un giorno in cui avevo sentito la nostra distanza fino alle ossa, il dolore era arrivato così nel profondo che avevo pensato di morire, e un po' lo avevo anche sperato. Chiudi gli occhi, mi dicevo, devi soltanto chiuderli e non riaprirli più. Tremavo per la sua assenza, per la mancanza della sua risata, e in quel momento mi ricordai. Ricordai la lettera che aveva lasciato sotto al mio cuscino mesi prima, il giorno in cui mi avevano dimesso, che avevo trovato ma custodito preziosamente nel mio cassetto, come aveva chiesto lei. L'avevo stretta tra le mani, avevo trattenuto il respiro e avevo osservato la calligrafia perfetta con cui il mio nome era scritto sul foglio squadrettato, specificando che avrei dovuto leggere quella lettera solo quando mi sarei sentito senza più forze, soltanto quando e se avrei desiderato arrendermi.

"Quanto vorrei poter parlare con te, tu non hai idea.
Da una parte spero che tu non arriverai mai a sentire il bisogno di leggere questa lettera, anche se questo significherebbe averla scritta a vuoto, ma dall'altra spero che tu ti arrenda alla curiosità e la legga, fore in questo modo capirai davvero cosa sei per me.
Mi piacerebbe poterti mostrare tutto il caos che cè nella mia testa, soprattutto quando mi guardi e con quegli occhioni che non desiderano fare altre altro che capirmi. E mi piacerebbe che sapessi che lo sento che qualcosa non va in me, da sempre, ma che l'unica luce nel mio buio, sei tu.
Ho passato giorni interi al tuo fianco, a piangere e pregare ogni minuto che potessi tornare a sentire ancora la tua voce, che tu aprissi gli occhi. Ho passato ore a desiderare che tu stringessi la mia mano di nuovo e rivivere la nostra storia come un vecchio film, come le pagine della nostra vita. Quel film che nonostante odiassi, continuavi a rivedere insieme a me e mi abbracciavi sempre alla fine, mentre piangevo e mentre pensavo alle nostre di pagine da scrivere, quella della nostra di vita, la vita che io ti stavo per portare via, la vita che ti avrei dato per poterti riavere accanto. Mi chiedevo se eravamo destinati a chiudere la nostra storia con quel capitolo, oppure se saremmo riusciti ad andare avanti, perchè onestamente il senso di colpa si nutre di me ogni volta che ti guardo. Quando ti accarezzo e quando ti stringo la mano, riesco soltanto a pensare a quello che sarebbe potuto succedere, per colpa mia, alla vita che mio padre stava per rubarti. Non mi perdonerò mai per quello che ti ho fatto passare, per non essere riuscita a proteggerti come avrei dovuto. Probabilmente non avresti mai dovuto cercarmi, avresti dovuto lasciarmi con lui, forse a quest'ora le cose sarebbero state diverse, forse se io me ne fossi andata tu saresti felice, non avresti rischiato la tua vita per salvare la mia. 
Una volta pensavo che la fragilità rappresentasse una debolezza, soprattutto per una persona come me. Hai sempre visto la mia vera essenza, e anche quando pensi di non capirmi, vorrei dirti che tu mi capisci e mi conosci meglio di chiunque altro. Hai visto tutta la mia fragilità e te ne sei preso cura, mi hai insegnato a renderla la mia forza.
Quando ti ho guardato negli occhi la prima volta ho pensato che non ci fosse cosa che mi dava più pace del tuo sguardo, perchè il nero è sempre stato l'unico colore della mia vita, e se prima lo odiavo, guardando te ho imparato ad amarlo. Credevo che fossimo destinati a stare al buio insieme, io e te, ma solo dopo ho capito che, in realtà, tu sei la mia luce. Mi hai insegnato che cadere significa anche sapersi rialzare, che la caduta sta anche nel trovare la forza di rialzarsi. Mi hai dato così tanto in così poco tempo, Ben, più di quanto qualsiasi altra persona abbia fatto da quando sono al mondo. Quando ti vedo vicino a me, mi rendo conto di avere qualcuno disposto a portarmi fuori da questo inferno che mi tortura ogni giorno, qualcuno disposto a scendere in quei gironi per salvarmi. Mi fai sentire fortissima, quando mi sorridi, e grazie al tuo amore ho capito che gli eroi non sono quelli che riescono sempre a salvare tutti. A volte non ce la fanno, a volte non possono, ma si rialzano lo stesso. Essere un eroe significa anche ammettere di avere bisogno di qualcuno accanto per poter vincere. Mi dici spesso che sono una super donna, ma non ho il cuore da eroina come te, io mi sono arresa, gli eroi non si arrendono, mai. Sei tu il mio eroe, lo sarai sempre, sarai sempre la persona di cui ho bisogno per arrivare al mio finale felice. Nessuno mi ha mai insegnato ad amare, e io non sapevo proprio come amarti, ma mi hai insegnato anche a fare questo: ad amarti con ogni briciola di me stessa. Pensavo di non essere in grado di amare nessuno, ma ho sempre cercato di dare il meglio di me per farti capire e per dimostrarti che non ho fatto altro che amarti dal primo giorno. Sai, a volte lo sento nelle ossa il tuo amore, lo percepisco ogni volta che stringo la tua mano, ogni volta che mi abbracci, che stiamo insieme.
Ho sempre cercato di assorbire il tuo dolore e farlo un po' mio, perchè anche se non me ne parlavi io lo sentivo, e cercavo di portarne via un po' ad ogni bacio, speravo di rendere quel peso un po' meno opprimente ad ogni carezza, ma non so se effettivamente io ci sia riuscita. Vorrei proteggerti dal mondo, tenerti al sicuro da tutto, perchè sei una stella bellissima, la più luminosa di tutte, e nessuno deve spegnere la tua luce. Ti posso solo promettere che non accadrà finchè io avrò vita, perchè ti proteggerò da ogni cosa anche a costo della mia vita. Sono disposta a rischiare tutto, per te.
Sento ogni sorriso da quando ci sei tu, anche piangere non mi fa più paura se ci sei tu al mio fianco, e voglio che tu sappia che qualunque cosa accadrà, comunque andranno le cose, tu sei la mia luce. Anche se saremo distanti, io ti porterò con me come so che tu mi porterai con te.
Sempre.
Questa lettera è un regalo che ti lascio per ricordarti chi sei, cosa mi hai insegnato e cosa mi insegni ogni giorno. Queste parole, che non posso dirti a voce ma sento nel profondo del mio cuore, sono tutto il mio amore per te, quell'amore che mi ha sempre fatto vibrare il cuore e lo farà per sempre. Vorrei che ti donassero la forza di combattere per ciò che vuoi, per ciò che è tuo e che nel tuo cuore sai che è giusto. Abbi cura della tua luce, amore mio, abbi cura di quello che sei, del tuo cuore, del nostro cuore. Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa ci riservi il futuro, io sarò al tuo fianco quando sarà l'ora di combattere, così come so che tu sarai al mio a prescindere da tutto.
Ti amo Benjamin Woods, per sempre.
Victoria."

UNCONDITIONALLYWhere stories live. Discover now