CAPITOLO TRENTACINQUE - YA'ABURNEE

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"Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about. Be kind. Always."

Ci tengo a ricordarvi che qualsiasi sia la vostra battaglia, non dovete per forza affrontarla da soli. Se avete bisogno di parlare con qualcuno potete tranquillamente scrivermi in privato, vi ascolto sempre. <3

vi lascio qui sotto dei numeri verdi da contattare nel caso sentiste di non farcela. sappiate che vi rialzerete, c'è sempre una luce che vi guida, sempre.

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327
TELEFONO AZZURRO: 1969
NUMERO PREVENZIONE SUICIDIO: 800 334 343
NUMERO PREVENZIONE DISTURBI ALIMENTARI: 800 180 969
NUMERO VIOLENZA DOMESTICA: 1522
SUPPORTO PSICOLOGICO: 800 833 833
SUPPORTO PSICHIATRICO: 800 274 274
TELEFONO ROSA: 06 375 18282
SUPPORTO PER AUTISMO: 800 031 819

-> spazio autrice: scusate il ritardo, è un momento difficile. spero di non doverci far aspettare troppo per il prossimo.
buona lettura<3
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⚠️ TRIGGER WARNING: TOO MUCH FEELINGS, STAY STRONG ⚠️

CAPITOLO TRENTACINQUE - ya'aburnee.

Darling don't you leave, there's a place for me. Somewhere we can sleep, see you in your dreams.  Only you have shown me how to love being alive

Più lo guardavo, meno riuscivo a capire se lo amassi più al mattino, nel pomeriggio o a notte fonda. Svegliarsi con lui accanto, che mi osservava con occhi pieni di amore e mi accarezzava i capelli, era il regalo più bello che la vita potesse farmi. Mentre a notte fonda, preda dei miei incubi peggiori, averlo a fianco che mi stringeva e mi coccolava finché non sparivano mi faceva sentire al sicuro, protetta sempre. Quando avevo le allucinazioni mi abbracciava, mi copriva gli occhi con la mano o mi baciava la fronte facendomeli chiudere, e io dimenticavo tutto, pensando soltanto a lui, concentrandomi soltanto su di lui. Mi chiesi se fosse possibile dipendere così tanto da una persona, se fosse lecito sentirsi bene e al sicuro soltanto in sua presenza. Qualcuno avrebbe detto che non andava bene e non mi faceva bene, che se lui se ne andasse sarebbe la mia fine, ma più lo guardavo più me ne innamoravo. Mi ero ripromessa che non mi sarei mai e poi lasciata trascinarsi in un sentimento così forte e viscerale, che non sarei mai morta per amore, ma da quando lo avevo incontrato la prima volta avevo capito che lui si sarebbe preso il mio cuore e che io sarei stata disposta a farmelo spezzare da lui.
C'erano innumerevoli parti di me che odiavo, ma lui se l'era prese tutte e da quei difetti, da quelle parti di me ferite dalla vita, aveva dato vita a dei pregi. Ciò che io odiavo di me lui lo amava e ciò che io apprezzavo in me stessa, lo amava ancora di più.

C'era però una cosa di me che amavo più di tutto il resto e quella era proprio davanti a me. Era seduto al piano del vecchio salone di casa sua, ad Hamilton, sfiorava gli spartiti e sorrideva. Accarezzava i tasti, sentiva le note, ricordava e si lasciava trasportare dai ricordi, a volte con un sorriso e a volte con una lacrima. - Ya'aburnee. - Dissi osservandolo e piegando la testa di lato. Era una parola di origine araba, non traducibile in un singolo vocabolo, che esprimeva il concetto di amore unico e assoluto.

Ben si voltò ad osservarmi, piegò la testa di lato e sorrise in un modo che mi fece una tenerezza tale da sentire il mio cuore battere più velocemente solo per quel sorriso. I suoi ricci erano fissati da una bandana, ma uno ricadeva sulla fronte in modo sbarazzino, rendendolo ancora più bello ai miei occhi. indossava dei jeans neri strappati sulle ginocchia, una semplice t shirt bianca ed era senza scarpe. Le lunghe ciglia sfarfallavano mentre mi osservava e mi sentii come se fosse la prima volta in cui lo guardavo davvero, anche se non era così. Ogni volta che lo osservavo era come se fosse la prima. Non mi perdevo mai nessun dettaglio, nessuna espressione, nessun istante. - Che hai detto? - Chiese battendo le palpebre confuso e sorridendo con la testa piegata di lato.

UNCONDITIONALLYWhere stories live. Discover now