CAPITOLO VENTINOVE (prima parte) - piccola stella senza cielo

40 7 167
                                    

"Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about. Be kind. Always."

Ci tengo a ricordarvi che qualsiasi sia la vostra battaglia, non dovete per forza affrontarla da soli. Se avete bisogno di parlare con qualcuno potete tranquillamente scrivermi in privato, vi ascolto sempre. <3

vi lascio qui sotto dei numeri verdi da contattare nel caso sentiste di non farcela. sappiate che vi rialzerete, c'è sempre una luce che vi guida, sempre.

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327
TELEFONO AZZURRO: 1969
NUMERO PREVENZIONE SUICIDIO: 800 334 343
NUMERO PREVENZIONE DISTURBI ALIMENTARI: 800 180 969
NUMERO VIOLENZA DOMESTICA: 1522
SUPPORTO PSICOLOGICO: 800 833 833
SUPPORTO PSICHIATRICO: 800 274 274
TELEFONO ROSA: 06 375 18282
SUPPORTO PER AUTISMO: 800 031 819

⚠️TRIGGER WARNING!!!! ⚠️
CI TENGO A PRECISARE CHE È MOLTO MOLTO MOLTO PARTICOLARE CIÒ CHE LEGGERETE, C'È UNA SPIEGAZIONE E UN MOTIVO A OGNI COSA CHE SUCCEDE E VIENE DETTA.
POTRESTE ESSERE CONFUSI E NON CAPIRE COSA STA SUCCEDENDO MA È NORMALE E VOLUTO.
Lo so che è tutto in corsivo ma, anche questo, ha un motivo.
-> LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE A FINE CAPITOLO PER LE SPIEGAZIONI.

ps: giuro che prima o poi smetterò di mettere il tw.

BUONA LETTURA

CAPITOLO VENTINOVE – piccola stella senza cielo

"L'inferno è solamente una questione di calore, com'è che sento il gelo nelle ossa?"

I miei piedi scalzi sfioravano le fredde piastrelle del corridoio vuoto e silenzioso in cui mi trovavo facendomi rabbrividire intensamente. Fiocchi di neve e di cenere danzavano eleganti nell'aria, sfiorandomi la pelle delicatamente, accarezzandola dolcemente e regalandomi costellazioni di brividi.
L'odore dell'alcol, di fumo, di vecchio e abbandonato che permeava nel corridoio si mescolava a quello di bruciato, fastidioso tanto da farmi bruciare gli occhi e fare in modo che li sfregassi con i palmi delle mani. L'aria era così pesante che sentii una certa sensazione di famigliarità cucirsi sulla mia pelle, sentendo tutto quel peso posarsi improvvisamente sulle mie spalle e regalandomi emozioni contrastanti e negative. Mi turbava non riuscire a vedere la fine del corridoio, non vedere altro che il buio. Camminavo sfiorando le pareti con i polpastrelli delle dita, cercando risposte, rabbrividendo sempre di più ad ogni passo e sentendo il freddo imprimersi sulla mia pelle.

Davanti a me c'era solo il buio: magnifico e letale tanto quanto le creature che, fin da quando ero bambina, immaginavo lo popolassero. I mostri che giacevano sotto al mio letto da sempre, trovavano casa in quel buio affascinante. I demoni che graffiavano la mia pelle da tutta la vita danzavano nell'oscurità, proprio davanti a me, spingendomi ad avvicinarmi sempre di più. Guardavo il corridoio cercando una fine con un miscuglio di curiosità e terrore, desiderando di nuotare in quel nero confortante, ma impaurita dalla cattiva compagnia che avrei avuto. Il fischio assordante del silenzio venne spezzato improvvisamente dal suono di vetri che si frantumavano a terra, facendomi sobbalzare e voltare di scatto per accertarmi di essere sola, nonostante sentissi le unghie affilate dei miei demoni strisciare sulla parete, desiderose di tornare a graffiarmi la pelle con la stessa intensità in cui io desideravo che tornasse a regnare il silenzio. Sussurri fastidiosi chiamavano il mio nome, imponendomi di continuare a camminare, ma quando feci l'ennesimo passo qualcosa tagliò la pianta dei miei piedi, facendomi urlare spaventata e strisciare contro la parete fino a toccare a terra, notando che i vetri frantumati che mi avevano colta alla sprovvista fossero proprio attorno a me. A quel punto lasciai vagare lo sguardo lungo il tratto di corridoio che man mano mi lasciavo alle spalle e mi resi conto che, in realtà, avevo sempre camminato sui vetri rotti senza nemmeno sentire dolore fino a quel momento. Cominciai a gattonare, affiancando la parete e riprendendo il mio percorso soffrendo silenziosamente a causa dei frammenti di vetro che graffiavano la pelle delle mie mani, delle ginocchia, dei piedi. Indossavo una semplice maglia bianca, lunga fino a metà coscia e a mezze maniche, e ciò mi permetteva di sentire ogni singola cosa sulla mia pelle: il freddo, la paura, la confusione, la sensazione di essere in un luogo che conoscevo troppo bene.

UNCONDITIONALLYDonde viven las historias. Descúbrelo ahora