CAPITOLO DICIOTTO - treading water

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Buona lettura! 💘

prima di lasciarvi al capitolo vorrei semplicemente dirvi di leggere, soprattutto l'ultimo pezzo, con il cuore. ho scelto di non mettere il TW perché non penso ce ne sia bisogno, non in questo capitolo. ci tengo a dirvi che verranno dette tante cose, potrete capire o non capire, ma poi tornerà tutto. detto ciò, lasciatevi emozionare da ciò che leggerete, godetevelo e sentitelo come se foste voi al loro posto. vorrei inoltre aggiungere che da oggi in poi, lo spazio autrice sarà qui, a inizio capitolo e prima di lasciarvi alla lettura, per il semplice fatto che vorrei darvi delle "avvertenze" su come interpretare il capitolo e, nel caso ce ne fosse il bisogno un avviso o il TW. buona lettura angeli, alla prossima. ila
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CAPITOLO DICIOTTO - treading water

grew up underneath the rising love, watched it battle through the turbolence

Benjamin

Se c'era una cosa che mio padre aveva sempre voluto che ricordassi, se c'era qualcosa che continuava a ripetermi non appena avesse occasione era che dovevo pensare positivo. Anche nei suoi ultimi giorni di vita, quando a stento si reggeva in piedi, mi ripeteva che dovevo pensare positivo, perché lui sarebbe per sempre vissuto nel mio cuore. Ero felice per ciò che mi aveva dato, felice per la persona che ero diventato e la forza che mi aveva inculcato crescendomi, ma talvolta la sua assenza pesava come un grande macigno. Talvolta sentivo il bisogno di averlo accanto più che in qualsiasi altro momento del giorno o della mia vita. Prima di chiudere gli occhi per sempre, mi aveva detto che l'esperienza mi avrebbe insegnato quanto il dolore potesse al contempo donare forza, per quanto paradossale potesse essere. Mi aveva detto che ci sarebbe stati dei momenti bui, in cui avrei voluto urlare per quanto male sarei stato, ma che poi avrei trovato un appiglio, una luce, la forza di rialzarmi da terra. E quel momento, il momento in cui avrei rivolto il viso al cielo, una volta trovato la mia stella e scelto di seguirne la luce, era il momento in cui il dolore si era trasformato in forza. Faceva sempre male, la sua assenza, non riusciva mai a bruciare di meno, ma se prima di incontrare Victoria avevo creduto di essere rimasto bloccato in un limbo temporale fin dalla morte di mio padre, da quando era entrata nella mia vita, da quando avevo sentito il mio cuore vibrare per il suo sorriso, era cambiato tutto. I suoi luminosi occhi azzurri erano stati la mia forza, il cielo verso il quale avevo voluto alzare il viso, la stella cui luce avevo deciso di seguire.

In quegli ultimi giorni, però, il suo sorriso era svanito. I suoi occhi da azzurro cielo erano diventati grigi, argentei per quanto persa fosse, per quanto soffrisse. I suoi capelli color ebano avevano perso la luce, aveva delle occhiaie enormi e il contorno occhi arrossato. Sembrava quasi che fosse diventata un fantasma. Non facevo altro che stare con lei, abbracciarla, accarezzarla, dirle che sarebbe andato tutto bene. Le accarezzavo i capelli finché non si addormentava, guardavo Sam sedersi accanto al letto e osservarla in pena, con il cuore spezzato, mentre lei ingurgitava la sua pastiglia in silenzio, e poi tornava ad accovacciarsi tra le mie braccia e chiudeva gli occhi, finché non si addormentava. Mi faceva male vederla in quello stato e sapere che non potevo farci nulla, mi faceva male sapere potevo solo stringere la sua mano perché nient'altro sarebbe servito a tornare a farla stare bene, se non le pastiglie, la terapia.
Era per quel motivo che avrei tanto voluto accanto mio padre, perché lui forse mi avrebbe indicato la strada giusta, forse mi avrebbe detto cosa avrei dovuto fare, come mi sarei dovuto comportare, quale percorso seguire e come indicare ad una stella di seguire la luce della luna, se quella stella pensava di essersi spenta, di aver perso la luce, di essere morta.

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