15. "Ci ubriacheremo fino a scordarci i nostri nomi"

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Il giorno dopo le cose sono tornate normali. A quanto pare sia io che Alex facciamo finta che le nostre bocche non si siano mai scontrate di proposito l'una con l'altra. L'unica cosa inusuale che ha fatto è avermi dato un bacio sulla guancia prima di uscire per andare a lavorare, mentre io mi dirigevo a passo lento verso la cucina, ancora mezza addormentata.

La verità è che avevo detto che oggi me ne sarei andata, ma ho mentito alla grande. Dopo ieri voglio rimanere. E come direbbe Leah, voglio rimanere direttamente nel letto di Alex.

Sobbalzo quando sento squillare il telefono. Non è il mio, ma quello fisso di Alex. Poiché lui non c'è, rispondo io. «Pronto?» Spero che sia qualche pubblicità, in modo da chiudere in fretta. Mi sento sempre a disagio a rispondere a telefono.

«Penelope, giusto?» Purtroppo riconoscerei quella voce ovunque, anche se l'ho sentita una sola volta. Non potrei dimenticarla neanche volendo, soprattutto non dopo la storia che mi ha raccontato Alex ieri.

Mi schiarisco la voce, cercando di avere un tono di voce neutro. Forse in un'altra situazione sarei stata più gentile, ma ancora non ho dimenticato che ha subito pensato che io e Alex ci stessimo sposando per un errore. Non è proprio così, ma mi ha dato comunque fastidio anche se noi abbiamo fatto peggio di quello che lui pensa. «Sì, signor Torres. Sono io.»

«Bene. Spero che non ci sia rancore tra noi, dopo quella cena.» Non rispondo e Arthur va avanti nel suo monologo. «Volevo ufficialmente invitare te e mio figlio alla festa che si svolgerà stasera, a casa mia. Un vestito formale per te e uno smoking per il tuo fidanzato, possibilmente.»

Mi trattengo dal mandargli una frecciatina e decido di prendere le parti di Alex in modo velato. «Non sono sicura che riusciremo a farcela. Infondo è stasera.»

«Sono sicuro che avrete il tempo per passare e salutare. Farebbe bene vedere Alex agli eventi per l'azienda, se un giorno desideri prendere il mio posto.» Per alcuni potrebbe sembrare una semplice osservazione, ma non quando è Arthur Torres a dirla. La sua è una minaccia, ne è prova il tono provocatorio con cui mi sta parlando. Gli rispondo, quindi, che accetteremo volentieri l'invito. «Sapevo che non avresti resistito a lungo. A stasera, figliola.» E prima che io possa anche solo dire una parola, lui ha chiuso la chiamata.

Quasi mi sale la nausea al pensiero di come mi ha chiamato. Alex è un bravo ragazzo, ma sapere che sposandolo divento automaticamente imparentata con un soggetto del genere mi fa accapponare la pelle. Pumba miagola e mi si struscia sulle gambe, quasi a sapere che ho un conflitto interiore e che ho bisogno di qualcuno vicino. Sorrido e mi accovaccio per accarezzarlo. «Il mio dolce facocero.» Mia madre ha sempre detto che secondo lei Pumba è un facocero -o una puzzola, dipende dai punti di vista- sottocopertura. Potrebbe anche essere un alieno, ma io lo amerei comunque.

«Strano. Ed io che ho sempre creduto che fosse un gatto.» Scherza Alex, facendomi sobbalzare. Ride. «Scusa, avrei dovuto avvisarti che ero tornato.» Invece ti diverti a farmi prendere gli infarti, razza di babbuino.

Mi alzo, sperando di non essere arrossita per la figuraccia. Ormai ne dovrei essere abituata, soprattutto davanti ad Alex. «Ha chiamato tuo padre.» Vado dritta al punto. «Ci ha invitati alla sua festa stasera.»

Alza gli occhi al cielo. «Può pure morire, aspettandoci.» Capisco la sua rabbia, ma devo mordermi il labbro inferiore per cercare le parole giuste. Anche se sembra capire da solo. «Penny... gli hai già detto di sì, non è vero?»

«Ha detto che avrebbe fatto bene alla tua immagine per avere l'azienda o una cosa simile. Sto solo cercando di aiutarti, Alex.» Ho paura che si arrabbierà di nuovo, come ieri. Soltanto che questa volta non tornerò indietro e non mi farò baciare da lui come se non fosse successo niente.

Alex sospira e si avvicina. Sono stupita quando la sua mano mi accarezza lentamente una guancia. «Lo so, Penelope. Ma dovremmo entrambi capire che non mi darà mai l'azienda. Mi chiederà per sempre di fare tutte queste cose mentre io sarò il suo burattino, ma non voglio che questo coinvolga anche te.»

È dolce che si preoccupa sempre. Così tanto che avrei di nuovo voglia di baciarlo, ma sono troppo spaventata di un suo rifiuto per fare la prima mossa. Ieri eravamo in una bolla, un'atmosfera dove era quasi d'obbligo un tocco di labbra. «Sarei una pessima fidanzata se non stessi in prima fila con te, durante le battaglie. Tu ami quell'azienda, perciò ci andremo.»

Alex sbuffa, ma vedo l'ombra di un sorriso incorniciargli il volto. «Sarà una noia mortale. Champagne, persone che si credono chissà chi e mio padre che molto probabilmente ci metterà in imbarazzo davanti a tutti.»

Corrugo la fronte, cercando di scherzare per sdrammatizzare. Non mi piace come sia preoccupato per andare ad uno stupido evento organizzato da suo padre. «Guarda che non c'è bisogno di Arthur per quello. Io sono bravissima a mettermi in imbarazzo da sola.» Lui ride ed io mi sento fiera di me stessa. Poi mi schiarisco la voce e mi faccio seria. «E poi, se dovesse andare così male che l'unica via di fuga sarebbe un bel viaggio in Messico, passiamo al piano B.»

Alex inarca un sopracciglio, ora serio anche lui. «Ho paura a chiedere quale sia, questo piano B, ma ho ancora più paura a non saperlo. In che cosa mi trascinerai, Penelope?» Non lo dice come se gli stessi per causare una disgrazia, più l'inizio di un'avventura.

Gonfio il petto, piena d'orgoglio. Questo l'ho imparato dopo al liceo. «Andremo in un bar e ci ubriacheremo fino a scordarci i nostri nomi.»

Alex ride di nuovo e sposta la mano da vicino al mio viso, ma solo per porgermela a mo' di patto. Io gliela stringo e lui ricambia la stretta. Mi viene in mente la prima volta che l'ho visto, quando sono caduta dalle scale e mi ha aiutato ad alzarmi. La nostra stretta di mano da "aiuto" è passata a "presentazione" in un battito di ciglia. Presto gli dovrò tenere la mano come se fosse mio marito, con le fedi che si scontreranno ogni volta che giungeremo le nostre mani. «Affare fatto, Penny.»

E come al solito, i nostri accordi ci mettono sempre più nei casini.

Vi avviso che nei prossimi capitoli ci saranno tanti tanti scleri, perciò non dite che dovevo mettere un annuncio perché vi sto dando qualche giorno di anticipo. Qualche idea su cosa succederà? 🥰
Intanto volevo ringraziarvi per le 2mila visualizzazioni, sono felicissima che questa storia abbia già raggiunto un traguardo del genere. Vi voglio bene 💕

Quando l'amore bussò alla mia portaWhere stories live. Discover now