20. "Quando l'amore ha bussato alla mia porta"

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«Orribile.» Arriccia il naso Leah, mentre mia sorella e mia madre annuiscono. Ho perso di vista Allison, probabilmente la ritroverò da qualche parte a girovagare tra i vestiti. La mia migliore amica deve aver notato la smorfia che ho fatto alla sua affermazione, perché alza gli occhi al cielo. «Non intendevo che tu sei orribile, Penelope, ma questo vestito è inguardabile. Cioè ti stai andando a sposare o a vincere Miss Vestito Cava-gli-occhi?» La ignoro e faccio retro fronte, per andare a levarmelo. Non piace neanche a me.

Sono passati tre giorni da quando ho chiuso il ristorante per ristrutturarlo, ed oggi sto cercando di trovare un vestito per il mio matrimonio. Anche se Alex è dolcissimo e ha capito che qualcosa non va, non ne abbiamo ancora parlato, ed è come se fossimo ritornati buoni amici. Nessun bacio, né dormite insieme.

Il vestito che indosso dopo è molto meglio, anche se non mi convince del tutto. É scollato sul petto, il corpetto è un pizzo. Dovrei sentirmi bellissima in un vestito del genere, invece mi viene solo da piangere. E non per la felicità. Questa storia è partita come una menzogna e, oltre Leah, sto mentendo a tutti, me compresa. Magari ora c'è una parte di Alex a cui piace la mia compagnia, ma si sarebbe interessato a me anche senza questi stupidi interessi?

«Non sembri felice.» Sussulto quando nello specchio compare la figura della mia migliore amica. Chiude la tendina dietro di noi e mi viene ad abbracciare. «Lo sconosciuto sexy ha fatto qualcosa di sbagliato? Lo devo ammazzare?»

«Lui no.» Ho la voce rotta e mi allontano da Leah per asciugarmi gli occhi umidi. La verità è che non riesco proprio a dimenticare le minacce di Arthur e come quel tizio, Bennett, mi abbia spinto al muro e quasi tolto il respiro. Potrebbero farmi fuori in un nano secondo e nessuno si accorgerebbe di niente. Sembrerà a tutti un semplice "incidente". «Ma io sì.»

La mia migliore amica è visibilmente confusa, così sospiro rumorosamente e poi svuoto il sacco. Le racconto del primo incontro con Arthur, del secondo e anche del terzo e di Bennett. Cerco di utilizzare un tono di voce basso, in modo che mi senta solo lei. Tanto mi ha assicurato che mia sorella e mia madre siano andate a cercare con l'assistente del negozio altri vestiti per me dato che oltre quello che ho addosso li ho provati tutti.

Leah ascolta tutto e si concede di parlare soltanto quando ho finito. Non sto ancora piangendo, il che è un gran passo avanti per me. «Cavoli. Da quando la tua vita è diventata così incasinata? Una volta eri una noia mortale

«Da quando l'amore ha bussato alla mia porta, Leah.» Le rispondo, alzando gli occhi al cielo. Ormai non so neanche a chi pregare più. Zeus mi ha portato sfiga tutta la vita. Dovrei provare per venticinque anni Poseidone e constatare se va meglio a cinquant'anni?

Lei fischia. «Guarda un po'. Sbaglio o la mia dolce Penelope "io non provo niente per lui" ha definito Alex come amore?»

Mi mordo l'interno della guancia. È inutile negarlo, ormai l'hanno capito tutti, persino Alex stesso. «Ho mentito, va bene? Lui mi piace, e questa situazione mi sta mandando in fumo il cervello. Non so che fare. O ci muoio o ci soffro.»

«Muorici.» Fa spallucce, per poi sorridere quando la guardo male. «Era una battuta, scusa. Intendevo dire, magari dovresti parlarne con Alex. Potrebbe fingere per un po' di fare ciò che vuole il padre e poi mandarlo letteralmente a fanculo.»

Scuoto lentamente la testa. «No. Alex non può saperlo, tu non devi dirlo, va bene?» Leah alza gli occhi al cielo e annuisce. Due minuti più tardi il camerino è pieno di vestiti che Cassandra mi ha portato. «Grazie a tutte.»

Allison sfiora un vestito e sorride. «Zia Penny, io posso sposare zio Alex se tu non vuoi più.»

Leah mi lancia un'occhiata, mentre a me scappa un sorriso. «Voglio ancora sposarlo, grazie del pensiero Ally.»

Escono tutte, tranne mia madre. Lei e papà hanno deciso di non partire fino a quando non mi sposo, in modo da aiutarmi nel caso di bisogno. Ne sono riconoscente, so quanto si annoiano a stare in questa città da quando io e Cassandra non viviamo più con loro. «Non essere nervosa.»

«Non lo sono.» Nego, ma mamma inarca un sopracciglio. Sospiro. «Ho solo paura di pentirmene un domani. A te è successo quando stavi per sposare papà?»

Non sono una che fa domande del genere, di solito, ma ora sento la necessità di sapere la risposta. Solo per sapere se c'è una possibilità che questa storia non sia un fallimento dalla partenza. «Certo che sì. Da quando gli ho detto che l'avrei sposato, in realtà. Ma alla fine è andata bene.» Mamma mi accarezza lentamente la guancia e chiudo gli occhi. «Tu lo ami, giusto?»

Il cuore quasi mi scoppia in petto per la domanda. Non sono sicura che sia amore, ma so che è qualcosa. «Sì. Credo di sì.»

«Allora andrà bene. Anche perché sarebbe un peccato rinunciare a quei pettorali scolpiti...» Dice, ed io vorrei sbattere la testa contro lo specchio del camerino. «Mamma!»

Lei ride. «Scusa, niente più commenti su quel figo del tuo fidanzato. Su, cambiati e prova questi nuovi vestiti. Questo che hai ora addosso non mi convince di nuovo.» Prima che possa anche solo dire una sillaba, mamma è di nuovo sui divanetti fuori dai camerini, pronta per assistere ad una sfilata di vestiti d'abito da sposa.

Me ne metto un altro, questo ha le spalline che ricadono sulle spalle ed è di un bianco luminoso. Cade morbido sui fianchi ed ha un cinturino argentato sulla vita. È semplice, ma mi piace. Alex mi manda un messaggio in quel preciso istante, e lo prendo come un segno dal mio amato-odiato Zeus.

Trovato l'abito?

Sorrido, e poi mi mordo il labbro per smettere, ma non funziona. Era più emozionato di me, stamattina. Non esito e gli rispondo che l'ho trovato.

Penny sta iniziando ad avere dei ripensamenti... ed Alex invece? 🙈
Scusate se aggiorno solo oggi e solo di sera, ma è stata una settimana molto impegnativa (almeno Pasqua è dietro l'angolo, per fortuna). Spero che abbiate passato una buona settimana, a presto ❤️

Quando l'amore bussò alla mia portaWhere stories live. Discover now