22. "Senso di colpa"

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«Un altro bicchiere.» Biascico, chiudendo gli occhi e rivolgendomi al barman. Ho perso il conto di quanto alcol ho ingerito e anche da quanto tempo sono in questo posto. So solo che ho le gambe indolenzite e la schiena mi inizia a far male: ho passato troppo tempo seduta su questo sgabello infernale.

Il barman me ne dà un altro, senza dire niente. Forse perché appena sono entrata ho dato una banconota da cinquanta dollari, e sono ancora nel budget.

Alex non è più tornato a casa dopo quattro ore che mi ha detto "tu resti qui", ed il senso di colpa era troppo grande perché stessi semplicemente a casa. Sono anche andata fuori casa di suo padre, ma l'auto non era lì. L'ha fatto fuori, secondo me. Arthur ad Alex, intendo, anche se avrei preferito di gran lunga il contrario. «Non sembra nelle condizioni di poter guidare, signorina. C'è qualcuno che può venirla a prendere?»

«Il mio fidanzato è stato ucciso.» Quasi mi metto a piangere, guardando l'anello che ormai porto sempre. Prima era la prova che io ed Alex siamo cattive persone, a mentire a tutti quanti solo per guadagnarci; ora è la prova che sono innamorata di lui. «Non so che fare.»

«Mi dispiace.» Addolcisce un po' la voce. Non ha i capelli e gli occhi sono decisamente troppo grandi. O forse non capisco più un cazzo perché sono ubriaca come mai prima d'ora. Vorrei solo smetterla di sentirmi in colpa per qualcosa che non potevo controllare. «Ma davvero non ha nessuno su cui contare?»

Scuoto lentamente la testa. Cassandra starà cercando di non rimanere incinta per la quinta volta, e non voglio importunarla, Leah mi darebbe uno schiaffo per non stare in giro a cercare lo sconosciuto sexy. «Penelope!» Quando mi giro, Alex si sta facendo spazio tra la folla per raggiungermi. Ha il fiatone ed i capelli scompigliati, quasi avesse corso. Ha fatto ginnastica? «Mi spieghi perché diavolo sei in un bar?»

«Sei vivo!» Esclamo, portandomi una sulla bocca. Devo sembrare decerebrata in questo momento.

Anche il barman sembra sorpreso. «Lei è il fidanzato defunto della signorina?»

«Sono il fidanzato.» Alex annuisce, con la fronte corrugata. I suoi occhi si posano su di me. «Ma quando sarei morto?»

Scoppio a ridere, portandomi una mano tra i capelli. Sono sporchi, che schifo. «Pensavo che Arthur ti avesse ucciso.» Mi alzo, andandolo ad abbracciare goffamente. «Ma ti prego, non morire. Non prima di avermi messo incinta, per lo meno.» Gli sorrido, lui sembra senza parole. Letteralmente. «Voglio che il nostro bambino abbia i tuoi occhi. E le tue labbra. E i tuoi zigomi. Così quando avrà quasi trent'anni incontrerà anche lui qualcuno che lo definirà sconosciuto sexy!»

Alex mi ignora e lancia un'occhiata al barman dagli occhi alieni. «Quanto ha bevuto?»

«È qui da un'ora e mezza e ha bevuto ogni liquore come se fosse un bicchiere d'acqua. Faccia lei il calcolo.» Il barman mi sta improvvisamente antipatico. Mi sta dando dell'alcolizzata come se nulla fosse.

Alex sospira, mettendomi una mano dietro la schiena. «Andiamo, polpo, ti porto a casa.» Ridacchio per il soprannome. Ancora si ricorda il mio animale preferito. Mi stringo più a lui, quasi a non volerlo lasciare. Sento Alex salutare il barman, poi le sue mani mi sollevano per i fianchi. Mi ha preso in braccio. «Vedi tu che cosa si fa per amore.»

«Ti amo.» Chiudo gli occhi e appoggio la testa nell'incavo della sua spalla. Se fossi stata sobria non avrei mai detto una cosa del genere, e la sobria-me domani vorrà darsi un pugno da sola. Ma chi se ne frega. Voglio dirglielo. «Davvero. Mi farei cadere un meteorite in testa per te.»

Sento che trattiene una risata. «Sei proprio ubriaca.» Due minuti dopo mi sta allacciando la cintura, adagiandomi sul sedile del passeggero in macchina. Apro gli occhi e ho la sua faccia troppo vicina alla mia perché non dica niente di stupido.

«Ti prego, proviamo a fare un bambino ora.» Siamo andati a letto insieme solo una volta, ci baciamo ogni tanto, e non posso credere di starglielo chiedendo.

Alex mi accarezza la guancia. «Ne parliamo quando sarai sobria. Non mi approfitterei mai di te così.»

«Te lo sto chiedendo, non te ne approfitteresti.» Provo a fare gli occhi dolci, ma lui scuote la testa. Allora sospiro, con le lacrime agli occhi. «Non vuoi un bambino con me?»

«Ne parliamo quando sarai sobria.» Ripete, dandomi un buffetto sul naso. L'attimo dopo ha chiuso lo sportello e sta salendo al suo posto di guidatore. «Grazie a Dio dopo che sei scappata dal ricevimento di mio padre ti ho messo sul Cerca amici dell'iPhone. Non ti avrei mai trovato, altrimenti.»

Appoggio la testa sul sedile e guardo in alto. Ho così tanto alcol in corpo che vedo pure sfocato. «Che è successo con Arthur?» È probabile che domani glielo chiederò di nuovo, dal momento che ora non capisco neanche qual è il mio nome.

«Niente.» Accende il motore e parte. «Sono andato da lui, l'ho mandato a quel paese, minacciato, mi sono licenziato e poi sono andato a fare un giro con la macchina. Ero incavolato nero e non volevo che mi vedessi in questo modo. Mi dispiace, avrei dovuto pensare che ti saresti preoccupata.»

E questo mi ricorda una cosa. «Ero venuta con la mia auto.» Biascico, chiudendo gli occhi. «In questo stupido locale.»

Alex mi tocca la fronte. Forse ha paura che sono così ubriaca che mi salga la febbre. «Sta' tranquilla, la prendiamo domani.»

«Uhm.» È la mia risposta, prima di allungarmi per lasciargli un bacio sulla guancia non appena vedo il semaforo rosso. Ne approfitto e gliene lascio uno anche dietro l'orecchio.

Alex sospira rumorosamente. «Penelope...»

«Che c'è?» Mi rimetto al mio posto, aggiustando la cintura che avevo cercato di scostare per andare praticamente sul suo posto. «Non ti piace?»

Alex mi lancia un'occhiataccia. «Sì, mi piace, ed è questo il punto. Sto guidando.»

«È rosso.» Indico il semaforo, che proprio in quel momento cambia colore. «Uh, guarda, è verde. Cambia come un semaforo.»

«Sei ancora tutta ubriaca.» Scuote lentamente la testa Alex, per poi prendermi la mano. «Poggia la testa sul finestrino e cerca di addormentarti, al risveglio starai meglio.»

Io vorrei che lui mi tenesse sveglia, non il contrario. «Noioso.» Borbotto, prima di fare come dice.

Se Penelope-sobria è imbarazzante, non so proprio come definire Penelope-ubriaca, ma almeno è divertente 😂
Vi ricordo che domani esce la mia nuova storia, che non vedevo l'ora di pubblicare (per i fan di Undercover: sì, è la storia sui genitori di Clyde). Perciò spero proprio di vedervi tutti lì ❤️ anche se è uno spin-off non serve leggere la storia "originale" per capirla. Vi voglio bene, a presto 🥰

Quando l'amore bussò alla mia portaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora