Epilogo. Colpa del destino

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Tra tutte le volte cheIo ho voluto te, tu hai voluto meEravamo davvero felici con pocoNon aveva importanza né come né il luogoSenza fare i gigantiE giurarsi per sempreMa in un modo o in un altroSperarlo nel mentre

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Tra tutte le volte che
Io ho voluto te, tu hai voluto me
Eravamo davvero felici con poco
Non aveva importanza né come né il luogo
Senza fare i giganti
E giurarsi per sempre
Ma in un modo o in un altro
Sperarlo nel mentre

Tra tutte le volte cheIo ho voluto te, tu hai voluto meEravamo davvero felici con pocoNon aveva importanza né come né il luogoSenza fare i gigantiE giurarsi per sempreMa in un modo o in un altroSperarlo nel mentre

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***

Qualche tempo dopo

Sono le tre del mattino quando il mio aereo atterra a Londra. Non appena scendo, l'aria pungente della notte mi rende improvvisamente sveglio. L'idea di rivedere Lando, dopo un mese di lontananza, non riesce che farmi sorridere, mentre il cuore mi comincia a battere all'impazzata nel petto. Credo sia stato il mese più lungo della mia vita, la sua mancanza si è sentita più che mai, e la sua brillante idea di fare sesso telefonico non ha fatto altro che aumentare ancora di più il mio tormento.

Prendo un taxi, attraversando la città deserta e raggiungendo casa nostra. Mentre la macchina che mi ha accompagnato sfreccia via, io mi affretto ad entrare, aspettando l'ascensore e salendo all'ultimo piano. Cerco di fare il più piano possibile: apro la porta, trascinandomi il trolley dietro e lasciandolo in corridoio.

Cammino alla cieca nel buio, rendendomi conto di conoscere a memoria la disposizione dei mobili, e raggiungo la camera da letto. La porta è leggermente socchiusa, le tende non sono state tirate, mentre le finestre sono spalancate, così da far entrare l'aria. Nel grosso letto matrimonio posto al centro della stanza, Lando sta dormendo su un fianco, in maniera scomposta; il lenzuolo gli copre solo le gambe, mentre la sua schiena nuda è in bella mostra.

Mi tolgo tutti i vestiti, lasciandoli dove capita, rimanendo completamente nudo mentre mi avvicino al letto. Scosto leggermente il lenzuolo, mettendomi anch'io sdraiato su un fianco, alle sue spalle. Lo circondo con le braccia, appoggiando le labbra contro la sua schiena e lasciandogli dei baci un po' ovunque. Nel mentre, la mia mano destra scivola in avanti, facendosi strada nei suoi boxer, che è l'unico indumento che indossa. Lui percepisce la mia presenza, ruota il busto e mi guarda da sopra la spalla, dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte, per riuscire a mettere a fuoco meglio.

Mille Graffi || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora