Capitolo 21. Tutto sotto controllo

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Are you insane like me?
Been in pain like me?
Bought a hundred dollar bottle of champagne like me?
Just to pour that motherfucker down the drain like me?
Would you use your water bill to dry the stain like me?

***

Mi sento toccare la spalla, mentre una voce che non riconosco continua a ripete "Signore, siamo arrivati"

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Mi sento toccare la spalla, mentre una voce che non riconosco continua a ripete "Signore, siamo arrivati". Apro gli occhi a fatica, cercando di mettere a fuoco. Una hostess dai lunghi capelli biondi, raccolti in una coda, mi sorride gentilmente.

«Siamo appena atterrati», ripete. «Con un ritardo di un ora e quarantacinque minuti, colpa di alcune turbolenze», mi informa. Passandomi una mano sul viso, mi ricompongo, strizzando gli occhi perché la luce mi infastidisce. Ho dormito per tutto il viaggio, nemmeno ho sentito le turbolenze!

Scendo dall'aereo barcollando leggermente, con gli occhiali da sole su, che riescono ad alleviare leggermente il mio mal di testa. Mi trascino fino dentro, andando alla ricerca della mia valigia. Prima di prendere un taxi e raggiungere casa di Lando, decido di passare al bar: ho decisamente bisogno di un caffè! Mi metto in fila, cercando nella tasca del giubbotto dei soldi, per pagare il mio ordine. Oltre a qualche moneta, trovo una bustina in plastica, dentro ci sono alcune pastigliette uguali a quella che ho preso ieri. Sulla bustina c'è appiccicato un biglietto.

"Prendere all'occorrenza! -Ashley"

Mi rendo conto solo ora di avere addosso il giubbotto che indossavo anche ieri sera, però non ricordo affatto quando Ashley mi ha dato la bustina.

Merda, ho viaggiato con della droga in tasca!

Questo pensiero mi fa nascondere la bustina all'istante, preoccupandomi subito dopo di pagare il mio caffè e andarmene fuori dall'aeroporto al più presto.

Non sembrano esserci taxi liberi, quindi mi tocca chiamarne uno e aspettare. Nel mentre mi bevo il mio caffè e accendo il cellulare, controllando le notifiche. Ho un sacco di chiamate perse da parte di Lando e anche un suo messaggio vocale. Sentire la sua voce, e soprattutto le sue parole, mi fa sentire improvvisamente più leggero. Non vedo l'ora di averlo tra le braccia e per quanto la tentazione di dirgli che sono a Londra sia enorme, mi trattengo.

Sono in un ritardo fottuto e come se non bastasse il taxi finisce per imbottigliarsi nel traffico. Fermo, sui sedili posteriori, picchietto nervosamente le dita contro il finestrino. Il mal di testa non sembra volermi mollare e ho talmente caldo che comincio a sudare. Chiedo al taxista di abbassare il riscaldamento e lui mi accontenta. Poi gli chiedo di spegnere la radio, perché proprio non supporto nessun tipo di rumore. Mi sembra il viaggio più lungo della mia vita, però quando finalmente arrivo da Lando e lui mi apre la porta, vederlo mi fa capire che per lui vale la pena di fare qualsiasi cosa.

É vestito di tutto punto, con un completo nero che gli sta davvero benissimo. Mi tolgo gli occhiali da sole e lo guardo da testa a piedi, sorridendogli non appena i nostri sguardi si incontrano.

Mille Graffi || Lando NorrisWhere stories live. Discover now