Capitolo 22. Via da qui

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Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio ricorda
L'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai

Cambia le tue stelle, se ci provi riusciraiE ricorda che l'amore non colpisce in faccia maiFiglio mio ricordaL'uomo che tu diventeraiNon sarà mai più grande dell'amore che dai

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***

Non ho un piano.

Vorrei averne uno ma la verità è che se potessi mettere il mondo in pausa, scendere anche per un solo secondo da questa strana giostra che è la mia vita, lo farei immediatamente. Ma non si può. Il tempo scorre e sono passati quasi quaranta minuti da quando ho sentito mio padre al telefono. Spazientito, mi alzo dalla panchina sulla quale mi sono seduto nemmeno trenta secondi fa, andando a controllare nuovamente gli orari del pullman. In teoria dovrebbe essere passato ben dieci minuti fa. Merda!

Una macchina si ferma davanti alla pensilina, facendomelo capire con una frenata che deve aver lasciato i segni sull'asfalto. Girandomi, mi rendo conto che è Lando.

«Sali», dice semplicemente, ma io scuoto la testa con decisione. «Chase, dannazione, sali su!» mi ripete, con un tono di voce più duro, che sembra quasi non lasciarmi altra scelta. O forse salgo perché so che è la cosa migliore da fare, anche se io e Lando abbiamo litigato e ci siamo detti tutte quelle cose orribili.

Entro in macchina, chiudendomi la portiera alle spalle. Lando riparte a manetta, non lasciandomi nemmeno il tempo di mettere la cintura. Cerco in qualche modo di capire le sue intenzioni, ma dalla sua espressione non trapela assolutamente niente.

«Quindi, il piano qual è?» mi chiede.

«Quale piano?» chiedo a mia volta.

«Mi stai dicendo che non hai un piano? Quindi cosa? Stavi aspettando il pullman per andare a casa di tua madre e poi?»

«No, non ho un piano. Voglio semplicemente andare da lei! Quello psicopatico di mio padre mi ha chiesto di pensare a quanto vale per me la vita di mia madre. E poi mi ha detto che se avessi chiamato la polizia e lui se ne fosse accorto, le avrebbe tagliato la gola. Cristo, ma perché succedono sempre a me queste cose? Perché?!» chiedo in maniera retorica, a testa bassa, mordicchiandomi il labbro fino a sentire il gusto metallico del sangue sulla lingua. Lando non mi risponde, mentre fa inversione e cambia strada.

«Lando, dove andiamo?!»

«Io ho un piano», mi fa sapere, senza però darmi ulteriori informazioni. Lo guardo, mentre lui tiene lo sguardo fermo sulla strada, concentrato come se fosse una gara.

«La mia banca è qui dietro», dice quando ci fermiamo in un parcheggio. Dà prima un'occhiata all'ora e poi si gira, guardandomi finalmente negli occhi. «Chase, voglio che tu sappia che io non ho mai pensato nemmeno per un secondo ai soldi, quando ho decido di aiutarti. L'ho fatto perché lo volevo, perché ti amo, perché l'unica cosa di cui mi importa è che tu stia bene», dice, stringendo una mano sul volante con così tanta forza da far diventare le nocche bianche.

Mille Graffi || Lando NorrisWhere stories live. Discover now