4 - Alto un metro e un chiuaua

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Chuuya prese un respiro profondo e bussò alla porta.

Il battito delle sue nocche contro il legno per un attimo rimbombò tutto attorno mescolandosi al ritmico suono del mare.

- Arrivo, arrivo.

Il ragazzo sentì una voce rauca per la vecchiaia, ma energica provenire dall'interno della casetta seguita da una serie di rumori simili a passi sul pavimento. Un secondo dopo la porta scorrevole, un tempo sempre aperta, si aprì e comparve Akane Watanabe con un sorriso che andava da una guancia all'altra.

La donna era invecchiata parecchio dall'ultima volta che Chuuya l'aveva vista, forse i due lutti, quello del marito e del nipote, l'avevano piegata fisicamente. Akane era una signora poco oltre gli ottanta anni, con gli occhi dello stesso colore del nipote e una lunga treccia di capelli grigi che le ricadeva un po' spettinata lungo la schiena coperta da un vecchio abito tradizionale.

- Chuuya, caro, sono così contenta di vederti, non puoi immaginare il piacere che mi ha fatto sentire da tua mamma che saresti passato a trovarmi.

Nonostante la vecchiaia Akane sembrava avere l'energia di una ragazzina.

- Dei miei, quanto sei cresciuto. Hai venticinque anni ora, vero? Proprio come il mio Dazai.

Prima che Chuuya potesse aprire bocca la signora gli prese il viso tra le mani per osservarlo meglio, Chuuya si chinò in avanti per semplificarle il lavoro. Stranamente, nonostante Chuuya fosse alto un metro un chiuaua, Akane era più bassa di lui di dieci centimetri buoni.

- Guarda un po' come sei diventato bello. Ti vedo un po' sciupato però. Tsk, l'ho sempre detto che chi ha al mare dentro come noi non è fatto per la vita di città. Troppo grigia e troppo cupa.

Chuuya annuì un po' in crisi perché non aveva la più pallida idea di cosa dire, Akane se ne rese conto e un pochino imbarazzata lo fece entrare.

- Scusa, caro. Che maleducata che sono. Mi sono persa a parlare prima ancora di farti entrare. Entra. Avanti, il pranzo è quasi pronto.

Poi lanciò un'occhiata al cielo grigio e plumbeo e con un tono neutro e calcolatore mormorò.

- Fra poco pioverà... Gli uccelli volano bassi e l'aria sa di pioggia. Avanti entra caro, così abbiamo tutto il tempo di parlare con calma.

Akane Watanabe aveva preparato un pranzo che dire fosse abbondante è come offenderlo, perché era molto più che abbondante. Chuuya mangiò per sette persone e si chiese come facesse ad avere ancora spazio in pancia dopo i due giorni precedenti passati a mangiare i pasti generosi della madre.

La donna osservò Chuuya ingozzarsi di cibo con un'aria soddisfatta.

- Hai ancora fame caro?

Chuuya scosse la testa a fatica tanto era pieno.

- No grazie, era tutto buonissimo. Se fosse per la mia golosità mangerei ancora, ma diciamo che il mio stomaco non me lo permette.

Akane rise e con l'aiuto di Chuuya, che stranamente riusciva ancora a stare in piedi nonostante i chili di cibo che aveva in pancia, sparecchiò poi mise a scaldare l'acqua per fare un infuso "digestivo".

Una volta che la tisana fu pronta la versò in due tazze e porgendone una a Chuuya si sedette di fronte a lui al basso tavolino che occupava il centro della stanza.

- Allora, Chuuya-Kun, hai ricevuto la mia lettere?

Chuuya annuì.

- Sì, ancora una decina di giorni fa. Non lo dica a mia sorella la prego, ma è per quella che sono venuto qui. Avevo... delle domande.

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