25 - Chuuya best principe azzurro

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Chuuya si sedette sull'erba verde acceso del prato.

Guardò la pietra bianca davanti a sè in silenzio, quasi come in attesa che quella si mettesse a parlare, quasi aspettandosi che le lettere incise su di essa cambiassero.

Non successe nessuna di queste cose.

Chuuya trascinò il sedere sull'erba e si appoggiò sulla pietra, in attesa.

C'era un silenzio incredibile lì attorno, ma un silenzio pieno di tranquillità e solennità. Quella quiete, mischiata al caldo tepore del sole pomeridiano che filtrava dalle foglie verdi, creava un'atmosfera che stimolava il sonno. Chuuya chiuse gli occhi e sospirò.

Per quanto ancora avrebbe dovuto aspettare?

Nell'attesa gli tornarono in mente i fatti pazzeschi accaduti tre mesi prima. Una serie di fatti iniziati ad accadere dopo la chiamata di sua sorella.

Se lo ricordava benissimo, il telefono che squillava e la voce in preda al panico di Eri che gli chiedeva aiuto, lei aveva appena ricevuto la chiamata per un colloquio di lavoro come giornalista e scrittrice, lì a Yokohama. Aveva bisogno che qualcuno gli tenesse i bambini mentre andava e così aveva chiesto aiuto al marito che però aveva rifiutato.

Da lì tra i due era scoppiato una litigata furiosa.

- Ho rotto con lui. Mi sbatte fuori di casa con i bambini, Chuuya, io non so dove andare. Sto facendo le valige in fretta e furia e domani ho pure il colloquio lì. Cosa faccio? Torno sull'isola? Non lo so Chuuya, aiutami.

Eri aveva detto queste parole al telefono, Chuuya le ricordava perfettamente. Dopo un attimo di panico aveva preso in mano la situazione e le aveva detto di venire lì il prima possibile, le aveva dato l'indirizzo dell'albergo:

- Vieni qui il prima possibile, mi lasci i bambini poi fili al colloquio. Non preoccuparti.

Si era immaginato sua sorella sorridere:

- Grazie mille Chuuya, davvero. Poi quando sono lì troviamo una soluzione assieme. Allora a domani, grazie ancora.

Dopo questo aveva chiuso la chiamata in fretta e furia perchè il suo ex marito (Chuuya l'aveva sentito chiaramente attraverso la cornetta) si era messo a inveire contro uno dei due bambini.

Chuuya aveva sorriso e si era gettato sul letto. Di colpo però si era ricordato che il giorno dopo aveva una cosuccia parecchio importante da fare: tirare fuori dal manicomio in cui si era andato a infilare il suo deficiente quasi-ragazzo.

Era stato preso dallo sconforto. Ora come avrebbe fatto? Forse poteva chiedere a Tachihara di fare la parte che avrebbe dovuto svolgere lui e chiamare Kenji e dirgli di cambiare un po' il piano.

Aveva preso il telefono e composto il numero della boutique.

- Pronto, qui la boutique del porto, cosa possiamo fare per lei?

- Ciao Tachi sono Chuuya.

- E non puoi dirmelo prima che io faccio la presentazione, accidenti. Cosa succede? Vuoi venire a cena?

- In realtà sono in un mare di guai, mi aiuteresti?

- Mi pagheresti?

- Io no, ma farà Dazai quando lo tirerò fuori di lì. Ora stammi bene a sentire.

Chuuya gli aveva spiegato rapidamente la situazione, alla fine aveva sentito Tachihara stare zitto per un po' mentre faceva rumore sbattendo vari oggetti e carte, poi la sua voce gridare.

Soukoku - The AnchorWhere stories live. Discover now