10 years ago

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Le stelle si specchiavano in mare, frantumate dalle onde.

Dazai sedeva su una panchina della piazza del piccolo villaggio di pescatori, da lì si poteva vedere il mare.

Nell'aria c'era odore di festa. Quel giorno si festeggiava una ricorrenza popolare dell'isola, dove gli abitanti ringraziavano gli dei per la pesca propizia di quell'estate.

Per l'occasione sua nonna lo aveva infilato a forza in un abito tradizionale, molto più vecchio di lui. Suo nonno quando lo aveva visto aveva riso soddisfatto e dopo avergli dato una fragorosa pacca sulla spalla gli aveva detto che quel Kimono apparteneva a suo padre, ovvero il bisnonno di Dazai.

Starnutì.

L'odore della lavanda e della naftalina che la nonna aveva usato per non far rovinare il vestito gli pizzicava fastidiosamente il naso.

- Dazaiiii.

Il ragazzo si voltò e si vide corrergli incontro Chuuya seguito da sua sorella Eri, Iki e Taro. Tutti e quattro sistemati per la festa.

Chuuya lo raggiunse incespicando sulle mattonelle irregolari della strada a causa delle calzature in legno che non era abituato a portare.
Le ragazze gli avevano raccolto i capelli sempre più lunghi su un lato e messo un fiore di Hibiscus tra i capelli.

- Sembri una ragazzina.

Ridacchiò Dazai come saluto. Chuuya ricambiò con un verso imbronciato e una pacca sulla testa.

- È colpa di Eri e Iki.

- Tranquillo, stai benissimo.

Lo rassicurò Dazai mettendogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio ignorando gli sguardi equivoci che intanto si scambiavano gli altri ragazzi insieme a sorrisetti soddisfatti.

- Grazie.

Mormorò arrossendo appena Chuuya senza perdere la sua espressione imbronciata, al vederlo così, sotto la luce delle lanterne e delle stelle, con lo sguardo timido e le gote imporporate dall'imbarazzo, il cuore di Dazai sussultò.

Provava sempre quella strana sensazione quando era con Chuuya, quella sensazione che aveva sempre più paura a identificare come amore e attrazione.

Quindici anni è quell'età in cui il corpo comincia a cambiare, la mente a fantasticare e il cuore ad avere battiti accelerati senza motivo.

- Andiamo, ragazzi? Oppure ci perderemo i fuochi d'artificio.

Disse Eri tutta contenta sventolando in aria una mano.

I cinque ragazzi si incamminarono verso la scogliera, il posto migliore, secondo Chuuya, per vedere i fuochi d'artificio. L'unico spettacolo di luci che si svolgeva sull'isola in un anno.

Le ragazze facevano strada reggendo delle lanterne tradizionali, ad ogni passo, dall'erba si sollevano nuvole e nuvole di piccole luci, che lampeggianti volavano agitate attorno a loro.

- È una notte limpida. Sembra quasi una poesia.

Esclamò Iki con la sua voce dolce aggiustandosi i fiori tra i capelli.
Taro sorrise e la prese per mano. I due non stavano ancora insieme ufficialmente, ma tutti al villaggio che avevano una cotta l'uno per l'altro. Alcuni speravano già in un matrimonio.

Chuuya si sedette, una volta arrivati, su un masso in cima alla scogliera, facendo segno a Dazai di sedersi accanto a lui. Il ragazzo eseguì, ma si trovò un attimo in difficoltà per colpa del vestito.

- Non sei abituato a indossare abiti tradizionali, vero?

Chiese Chuuya guardandolo con un sorrisetto, Dazai annuì imbarazzato.

- A casa non serve mai.

- Questo è un altro motivo per cui dovresti restare qui, ti sta bene anche se sembra sul punto di decomporsi. Potrei chiedere a mamma di fartene uno nuovo.

Dazai sorrise e scossa la testa, sentendo in bocca un terribile gusto amaro. Non sapeva infatti per quante estati ancora sarebbe potuto andare sull'isola, a casa stavano succedendo fatti strani.

Si girò verso Chuuya per dire qualcosa e lo trovò a ridere per una qualche battuta della sorella che lui non aveva sentito perso com'era in pensieri poco piacevoli. La sua risata scacciò via ogni brutta sensazione meglio di qualsiasi scaccia pensieri.

- Guardate iniziano I fuochi.

Gridò Iki stringendo la mano a Taro e indicando il cielo dove, accompagnati da botti lontani, lampi di luce colorata splendevano in cielo, oscurando le stelle per un istante.

I ragazzi dopo un grido di gioia tacquero.

Rimasero in silenzio, ognuno in compagnia l'uno dell'altro e dei propri pensieri.

Dazai si voltò verso Chuuya e nel vedere il suo sorriso incantato, i suoi occhi grandi che riflettevano il gioco di luci provò una strana sensazione, come un bruciore piacevole, l'ustione di quando prendi troppo sole, accompagnata dall'odore estivo e salmastro del mare quando una tempesta si avvicina.

Senza rendersene conto fece scivolare le dita tra quelle di Chuuya, il quale si girò a guardarlo un istante per regalargli un gioioso sorriso. Le dita del ragazzo accanto a lui strinsero le sue e un'ondata di calore attraversò il braccio di Dazai, finendo dritto al cuore.

Forse a causa delle luci, dell'atmosfera, di quel contatto a Dazai parve di essere in un racconto, una mera favola con un finale o terribilmente piacevole o terribilmente triste.

Una favola in cui non poteva avere voce in capitolo. O forse... poteva cambiare qualcosa.

Chuuya gridò indicando una stella cadente che aveva attraversato il cielo tra un fuoco d'artificio e l'altro.

- Esprimi un desiderio, Dazai.

Lo incitò stringendo le sue mani. Dazai guardò le loro dita intrecciate e sperò che quella serata, quel momento, loro due, durassero per sempre.

A. A.

Eccomi qui con un capitolo super tenero. *piange*
Il mio cuore è esploso scrivendolo.

Spero vi sia piaciuto, Dazai cotto innamorato e adolescente mi fa morire.

Domanda vistoche è uscito il discorso: secondo voi finale felice o finale triste?

Al più presto signori e signore.

Soukoku - The AnchorWhere stories live. Discover now