20 - Qui

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A Chuuya tremavano le mani mentre apriva la porta della stanza di Dazai.

Erano passati tre giorni.

Tre giorni di puro interrogatorio e tentativi di trovare una soluzione e un modo per tirarlo su di morale da parte di Akutagawa, Atsushi (principalmente loro due), Tachihara, Gin, Higuci, Lucy, Mori e persino i due fratelli che gestivano l'hotel dove dormiva Chuuya.

Tre giorni prima appena era tornato dal manicomio alla propria stanza di albergo con l'intenzione di avvisare tutti con una chiamata il giorno seguente aveva tutti trovato gli amici di Dazai attenderlo ansiosi nella hall dell'albergo.

Avevano voluto sapere ogni dettaglio. Ogni cosa.

Tachihara e Lucy avevano detto un sacco di parolacce.

Gin aveva minacciato di omicidio i genitori di Dazai e aveva dovuto fermare il fratello che se ne stava andando per realizzare questa minaccia.

Atsushi aveva balbettato cercando di trovare una soluzione insieme a Higuci.

Naomi aveva smesso per dieci minuti di mandare frecciatine al fratello ed era seriamente preoccupata della situazione.

Era stata una situazione alquanto divertente tutto sommato, pensó Chuuya mentre esitava sulla porta bianca.

Quella mattina era stato da Gin che l'aveva sistemato per bene come l'ultima volta.
Indossava un abito cremisi con una gonna a ruota intera lunga fino al ginocchio, con delle calze color pelle, i soliti stivaletti e un gilet di jeans sbottonato, giusto per coprire le spalle nude.

Prese un profondo respiro e poi trovó finalmente il coraggio di aprire la porta.

Dazai era lì.

Nello stesso letto dell'altra volta.

Però era tutto diverso da tre giorni prima.

Le tende della stanza erano state aperte e la luce invadeva tutta la stanza.

Dazai era seduto e guardava fuori dalla finestra con sguardo perso.

Chuuya si avvicinó a passi lenti e Dazai giró lentamente la testa verso la sua direzione, il suo sguardo nel vederlo si illuminó appena, con estrema fatica il ragazzo sul lettino alzó un braccio verso Chuuya e quando fu abbastanza vicino lo prese per mano e lo attirò verso di sé.

- Ehi.

La sua voce roca, diversa da come se la ricordava Chuuya, ma con il suo solito accento originale, provocó una stretta al cuore a Chuuya che lo guardó a lungo in silenzio, ammirando ogni suo dettaglio e provando un dolore profondo a vedere quanto lo avevano rovinato, le occhiaie scure, la magrezza, l'assenza di bende, lo sguardo spento poi trovó la voce per rispondere:

- Ehi.

- Sei venuto.

- A quanto pare.

- Grazie.

- Figurati.

Dazai lo attirò ancora di più verso di sè e cingendogli i fianchi affondò il viso nel suo petto, facendo arrossire Chuuya.

- Ehi, che fai? Idiota.

Mormorò Chuuya mentre malgrado l'insulto appena sussurrato passava le mani tra i capelli di Dazai facendoseli scivolare tra le dita.

- Sto cercando di imprimermi nella mente il tuo odore.

Ridacchiò Dazai, allontanando appena la faccia per poterlo guardare, beccandosi un'occhiata perplessa e imbarazzata da parte di Chuuya.

Soukoku - The AnchorWhere stories live. Discover now