6 - Il mondo è pieno di lenzuola deludenti

626 86 53
                                    

Chuuya era stato a casa di Dazai solo una volta.

Quando aveva appena diciannove anni, per restituire a quel ragazzo un paio di libri che gli aveva prestato durante l'estate.

La casa dei genitori di Dazai era una villa enorme in stile occidentale e ottocentesco in mezzo alla periferia di Yokohama, lontana dal porto.
L'edificio torreggiava sui campi attorno alla casa, enormi anche quelli, sembrando più che una casa un vecchio castello scozzese.

Chuuya fermò la moto -con la quale aveva viaggiato fino a lì, aveva optato per la moto e rinunciato al treno alla fine- lungo il muro che circondava l'enorme giardino e si incamminò verso il cancello, una volta là osservò a lungo le inferiate chiuse di fronte a lui - il ferro era stato saldato con motivi floreali- domandandosi internamente se avesse dovuto suonare al campanello.

Stava per suonare quando una voce giovanile e in preda all'agitazione lo fermò.

- No, fermo. Non suonare.

Chuuya si guardò intorno. A parlare era stato un giovane sulla ventina con i capelli chiari tagliati in modo decisamente discutibile:
- Sei... Sei il ragazzo mandato da Akane, vero?

Quel ragazzino sembra visibilmente agitato e teso come una molla. Quando Chuuya annuì si rilassò un po'.

- Non suonare, allora. Per favore prosegui lungo il muro andando verso sinistra fino alla prima porta di legno che trovi. Ti apro io da lì, meglio.

Il ragazzo dall'altra parte del cancello annuì come per confermare da sè le sue stesse parole, poi invitò Chuuya a seguire le sue indicazioni con un timido segno della testa. Chuuya, un po' spiazzato, fece come gli era stato detto mentre la sensazione di star facendo qualcosa di non molto legale si stava impossessando sempre di più di lui.

Come aveva detto il ragazzino Chuuya trovò la porta, non fece in tempo a bussare che già gli era stato aperto.

- Seguimi, i signori non sono in casa, ma ho sempre paura che qualcuno possa fare la spia.

Chuuya annuì, nessuno gli aveva detto che avrebbe dovuto intrufolarsi nella casa dei più ricchi signori di Yokohama manco un fosse un misero ladro.
Il ragazzino proseguì attraverso il giardino verso la casa:

- Io qui faccio l'aiuto giardiniere. Spesso ho amici che passano a trovarmi per consegnarmi oggetti di giardinaggio, a volte anche solo il pranzo che dimentico sempre, puoi passare per uno di quelli. Come ti chiami?

- Chuuya... Tu invece?

- Mi chiamo...

Il ragazzino si mise ad armeggiare con la porta, non fece in tempo ad aprire né a finire la frase che la porta venne spalancata dall'interno e una ragazza che doveva avere la stessa età del ragazzino gli saltò addosso.

- ATSUSHI.

Lui agitò le mani in aria con agitazione.

- Shhh, Lucy abbassa la voce. È arrivato l'amico di Dazai.

Quella che doveva chiamarsi Lucy, scansò non molto delicatamente Atsushi e squadrò Chuuya dall'alto in basso (già quella ragazza era più alta di lui).

- Mi sembra... Normale. Bene fallo entrare. In cucina non c'è nessuno per ora.

Chuuya invitato da Atsushi entrò in quella che doveva essere la cucina della casa.

- Porca miseria, è enorme.

Si lasciò scappare guardandosi intorno stupito.

- O forse sei tu troppo piccolo.

Soukoku - The AnchorWhere stories live. Discover now