26 - Passeggiattina romantica al cimitero

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Chuuya accarezzò la lapide che aveva davanti pensieroso. Erano stati giorni tanto agitati che ancora adessso, a pensarci, dopo la distanza di mesi, gli parevano surreali.

Un giorno dovrò visitare la sua tomba, si era detto mesi prima e ora lo stava veramente facendo.

Si guardò attorno, stava ancora aspettando. Sbuffò seccato poi tornò ad appoggiarsi alla lapide, ingannando l'attesa con i ricordi.

Dopo che se n'era andato dalla stanza si Dazai, non senza aver raccomandato più volte al suo quasi-ragazzo di non gettarsi nel fuoco sul serio per suicidarsi, il piano aveva avuto inizio.

Ricordava chiaramente l'odore di fumo che riempiva sempre di più i corridoi del manicomio e l'allarme che cominciava a suonare. Si era infilato nella stanza in cui avrebbe poi aspettato Dazai cercando di non venire travolto dal via vai generale.

C'erano medici, pazienti, segretarie che correvano ovunque cercando di far evacuare l'edificio e mettersi in salvo, in breve la stanza si era svuotata, dopo poco era arrivato Kenji con Dazai che correva allacciandosi la camicia azzurrina.

- Chuuya di qua.

Aveva esclamato Kenji passando quasi di corsa. Chuuya aveva preso a camminare dietro di lui accanto a Dazai.

Appena erano usciti Chuuya aveva preso il suo casco dalla moto e l'aveva ficcato in testa a Dazai.

- L'importante è che non ti riconoscano.

Poi entrambi erano montati sulla moto sotto lo sguardo di Kenji, un po' spaventato, ma soprattutto esaltato per quella situazione.

Chuuya aveva alzato gli occhi sul manicomio, se tutto era andato per il meglio non ci sarebbe stata alcuna morte, solo qualche danno al manicomio. Ma citando le parole di Dazai mentre preparavano il piano "un po' di fuoco fa solo bene a questo posto di merda" non doveva essere troppo in problema.

Le sirene dei pompieri si stavano avvicinando, ci avrebbero pensato loro a limitare i danni.

Chuuya ricordava chiaramente (e l'avrebbe ricordato più o meno per sempre) il fuoco che divorava l'edifico, creando uno spettacolo allo stesso tempo spaventoso e magnifico.

Dei passi che si avvicinavano lo fecero riscuotere dal ricordo. Un secondo dopo trovò una mano tesa davanti a lui. Alzò gli occhi blu verso l'alto con un verso stizzito:

- Oh, finalmente.

- Dai, non sono così in ritardo.

- Almeno di dieci minuti.

- Poi che accidenti di punto di ritrovo è la mia tomba? Non credi che sia un pochino macabro?

- Macabro al punto giusto.

Rise Chuuya afferrando la mano di Dazai e lasciandosi tirare su.

- Mi vuoi morto, per caso, Chuuya-Kun?

- È una domanda stupida dopo che ho dato fuoco a un manicomio per salvarti la vita. Perché fai sempre domande stupide?

Dazai scrollò le spalle e si incamminarono fianco a fianco attraverso le tombe in una vera e propria passeggiata romantica.

- È tutto sistemato dal notaio?

Chiese Chuuya. Dazai era appena stato lì per sistemare alcune... Faccende legali.

- Tutto. Ora la casa è mia legalmente e miei genitori non usciranno di prigione per un po'. Possiamo starcene tranquilli.

- Ottimo direi.

Sorrise Chuuya. Poi dopo un attimo di silenzio disse:

- Senti mi ha chiamato Kunikida quando ero a casa poco fa.

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