16 - Medici inquietanti

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Mori Ogai.

Questa era la scritta stampata a caratteri semplici e scuri sulla porta bianca dello studio del medico.

Chuuya era seduto in sala di attesa che sfogliava agitato una rivista di moda del mese prima senza nemmeno guardare le immagini, era solo un'attività con la quale teneva impegnate le mani scosse dal nervosismo.

Atsushi ricevuta la sua chiamata, alla richiesta di quale fosse il medico di Dazai, lo aveva spedito lì. In un piccolo studio medico, dimenticato in una delle numerose vie confuse di Yokohama.

Chuuya in attesa che il dottore, una volta finito il suo orario di lavoro, uscisse dalla studio ripensò alla chiamata con Atsushi, aveva chiesto al ragazzino riguardo allo studio del padre di Dazai e Atsushi in tutta risposta dopo un lungo attimo di silenzio aveva detto che era sempre chiuso a chiave e che nessuno all'infuori del padrone poteva entrarci.

Chuuya sospirò.

Ci avrebbe pensato dopo a quel problema. Ora tutto quello che gli importava, la sua priorità, era trovare Dazai. Chiuse la rivista di moda e la lanciò sul tavolino in mezzo alle altre. Non fece in tempo ad annoiarsi oltre che una bambina bionda sbucò da dietro il bancone e gli si avvicinò saltellando, puntando i suoi occhi di un birbante colore azzurro acceso negli occhi blu e tormentati di Chuuya.

- Buongiorno signore.

La bambina fece una mezza piroetta, il vestito che le fasciava il corpicino magro le volteggiò attorno.

- Come posso esserle d'aiuto oggi?

Rise la piccola lasciando Chuuya con la bocca semiaperta in un'espressione di pura confusione.

- Cerco il Dottore Ogai Mori, sei una sua paziente piccola?

- No. - La bambina gli fece la linguaccia incrociando le braccia.

- È la mia... Assistente.

Precisò una voce. Ogai Mori era appena uscito dal suo ufficio e una volta chiuso a chiave lo studio dedicò tutta la sua attenzione a Chuuya che nel sentirlo arrivare era balzato in piedi di scatto.

- Bene, con chi ho il piacere di parlare?

Chiese Mori voltandosi e puntando due occhi svegli e calcolatori su Chuuya. L'uomo aveva capelli scuri un po' lunghi e brizzolati, il volto segnato appena dalla vecchiaia e dalla lunga giornata di lavoro. Aveva un sorriso bonario sebbene qualcosa in lui, forse la postura o il movimento guizzante dei suoi occhi, rendeva Chuuya inquieto. Si sentiva come una bestia prima di essere sbranata, ma nonostante questo nascose il suo nervosismo dietro un sorriso e una sicurezza che non possedeva minimamente.

- Piacere e scusi il disturbo, mi chiamo Chuuya Nakahara e...

Il medico lo interruppe con un ghigno.

- Oh, Chuuya Nakahara? Sei tu?

Chuuya annuì, cercando il coraggio di riprendere a parlare da dove era stato interrotto, nonostante il ghigno di Mori.

- Sì ecco io... Sì, tratta di Dazai Osamu.

Il medico sventolò una mano in aria con aria pragmatica, incamminandosi verso la porta che dava sull'esterno.

- Sì, lo so. Risparmiati la tiritera. Vuoi sapere dov'è giusto? O vuoi solo una conferma dalla tua ipotesi? Ah, sono proprio curioso di vedere cosa farai dopo.

Disse non guardandolo nemmeno mentre usciva dalla porta, lasciando Chuuya in mezzo alla sala d'attesa vuota con un pugno di mosche in mano.

Dopo un minuto buono, prima che Chuuya era ancora riuscito a capire cosa fare, la porta di riaprì e spuntò di nuovo la faccia della bambina seguita da quella di Mori, il quale aveva sulle labbra un sorriso gioviale e divertito.

Soukoku - The AnchorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora