36.

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Passò più di una settimana da quella sera. Theo aveva iniziato ad evitare Amelia, non la fissava più durante i pasti né cercava di approcciarla nei corridoi. Amelia ne fu sollevata, sapeva che quello che era successo quella sera era uno sbaglio, un momento di debolezza che non doveva più ripetersi. Alla fine, entrambi si erano usati a vicenda, Amelia l'aveva usato per cercare di togliersi Fred dalla testa e Theo l'aveva usata per un po' di divertimento.

Fred non le rivolgeva più la parola dalla festa di compleanno di Cho Chang, e per quanto le costasse ammetterlo, le mancavano i suoi commenti irritanti e le sue battutine maliziose. Ogni tanto lo sorprendeva a guardarla con quei suoi occhi spenti e stanchi, e il suo cuore perdeva qualche battito.

Quel giovedì, Hagrid terminò prima la lezione di Cura delle Creature Magiche. Amelia s'incamminò verso la classe di Babbanologia. Aveva bisogno di parlare con qualcuno dopo ciò che era successo con Theo, voleva parlarne con Alicia, ma dopo la ramanzina di quella domenica mattina non le era sembrato il caso. E l'unica persona con la quale sapeva di poter parlare di tutto, senza il rischio di essere giudicata, era George. Lo aspettò davanti alla classe di Erbologia per all'incirca dieci minuti, poi la campanella suonò e lui uscì dalla classe, con al suo seguito Fred e Alicia.

Fred le lanciò un'occhiata penetrante, ed Amelia sentì le farfalle svolazzare nello stomaco. Come diavolo faceva ad essere sempre così bello?

"Amy!" esclamò George, non appena la vide "Che cosa ci fai qui?"

"Possiamo parlare?" chiese Amelia a bassa voce.

"Certo" annuì George "Vuoi andare fuori?"

Amelia annuì.

"Ci vediamo più tardi all'allenamento di quidditch, cerca di mangiare qualcosa nel frattempo!" disse George a Fred, in un'ottima imitazione di sua madre.

"Sì mamma" replicò Fred, in tono sarcastico.

George alzò gli occhi al cielo e seguì Amelia fuori dal castello.

Era una bella giornata autunnale, il sole splendeva alto nel cielo e il vento soffiava leggero, portando freschezza nell'aria. Camminarono fino ad arrivare alla loro panchina speciale, George si sedette, appoggiando le spalle contro allo schienale della panchina ed Amelia fece lo stesso.

"Di cosa mi devi parlare?" esordì George.

"Non so nemmeno da dove iniziare a dire il vero" replicò Amelia.

"È successo qualcosa?" chiese George.

"Sì" rispose Amelia.

"È qualcosa di grave?" chiese George, risultando un po' preoccupato.

"Non lo definirei qualcosa di grave" disse Amelia, ripensandoci "È solo che ho commesso uno sbaglio."

"Riguarda Nott?" domandò George, come se conoscesse già la risposta.

"Come fai a saperlo?" chiese Amelia perplessa.

"Ti conosco Amy" disse George. Ed era vero, George la conosceva come nessun'altro al mondo. Amelia era un libro aperto per lui, era in grado di prevedere ogni sua mossa e di captare ogni suo stato d'animo.

"Il giorno dopo la festa.." iniziò Amelia, cercando di trovare le parole giuste "Io e lui.. abbiamo avuto un momento.. un momento molto sensuale.."

"Avete scopato?" chiese George, senza mezzi termini.

"No!" esclamò Amelia "Certo che no! Lui ha usato le dita per procurarmi piacere, tutto qui."

"Oh" sospirò George "Lui ti piace?"

Red Apple: Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora