Aiuto.

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Uscimmo dal bagno. Mi sciacquai il viso: avevo gli occhi rossi e si vedevano. Taehyung mi avvolse le braccia da dietro e iniziò a guardarmi dallo specchio: "Jungkook?" "mh?" "manca poco al tuo calore, non è vero?". Annuii. In realtà non avevo più le pastiglie. Mio padre aveva buttato a terra il contenitore nel momento in cui aveva iniziato a  picchiarmi ieri e non ero più riuscito a recuperarle. 

°°°°

"Dove sei stato oggi a pranzo?". Mi stavo sistemando lo zaino mentre Jimin era venuto a prendermi per andare a casa assieme: "Jimin, cosa lo chiedi a fare se già lo sai" "so con chi eri...mi stavo chiedendo dov'eri. Non vi ho visti in nessun tavolo" "che ti importa stalker, pensa a Yoongi" "scusami?" "credi che non l'abbia notato? Avreste potuto dirmelo subito" "okay okay, ma perchè sei così nervoso?" "non sono nervoso, non mi sento tanto bene, tutto qui okay?" "perchè? Che cos'hai?" "niente, ora me ne vado a casa e vedrò di prendere qualcosa". 

Taehyung entrò in classe in tutta fretta. Si avvicinò a me e Jimin. Si posò al banco fissandomi: "Jungkook, devi venire con me" "c-cosa? Stavo tornando a casa con Ji-" "hai preso quelle cazzo di pastiglie?!". Mi zittii e abbassai lo sguardo: "Cazzo, hai intenzione di farmi andare fuori di testa?!".

Prese il suo zaino e tirò fuori una scatola uguale a quella che mi aveva dato l'infermiera: "Devi prenderle non appena ti sentirai tanto male, okay? Lo sto dicendo per te. Verrò a casa con voi. Non voglio che qualche fottuto Alpha oltre a me si avvicini a te, soprattutto in questo momento". Jimin non osò fiatare: "v-va bene...almeno c-credo...va bene Jimin?" "s-sì, certo". 

°°°°

"Allora Taehyung...dove andavi a scuola prima di trasferirti qui?". Chiese Jimin azzardando. "Oh, era una scuola privata" "e dov'era questa scuola privata?" "poco fuori da Seoul" "era figo lì?" "no, era alquanto noioso" "capisco...".

Percepivo molta tensione fra di loro. Poi Jimin azzardò ancora: "E dove sei nato?" "non lo so". Restò perplesso a quella risposta: "Scusami, in che senso" "non c'è niente da capire: non so dove sono nato o da chi" "cioè, non conosci i tuoi genitori??" "esatto" "non sei mai stato curioso di scoprire chi sono?" "neanche un po'". Jimin ci restò un po' male: "Neanche un po' di curiosità?" "nemmeno un po'. Preferisco tenere il passato lontano e ricordare il meno possibile".

Il biondo guardò me con un espressione come per dire 'ma che gli è successo?'. Negai con la testa per fargli capire di lasciar stare: avevo visto il dolore con cui raccontava ciò che gli era successo già stamattina. Lasciammo Jimin davanti casa sua e ci dirigemmo verso la mia. 

Ad un tratto venni colpito da un dolore lancinante al bassoventre: speravo arrivasse fra qualche giorno. In quel momento pensavo solo a una parola: aiuto.

He Was ScaryUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum