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- Box! Box! Box ora! - sento urlare nel mio auricolare.

- Ci sono -, rispondo, mentre mi preparo a svoltare tutto a destra per il cambio gomme. 

In pochissimi secondi il mio team sostituisce le gomme, ne piazza di nuove, e sono pronta per tornare in gara. 

Mancano pochi giri, prima della fine di questo GP del Bahrain. E' la prima gara della stagione, e sono parecchio nervosa, anche se allo stesso tempo sono estasiata di essere di nuovo in pista. 

Per chi non mi conoscesse, io sono Eva Viller, i miei genitori sono francesi, ma vivo in Italia da quando sono bambina. Mi sono sempre interessata alle automobili, passione tramandata da mio padre, che è un assiduo frequentatore di circuiti e di persone importanti in questo ambito. 

E' partito tutto dai kart, che ho imparato a guidare alla tenera età di 10 anni, poi tutto è successo molto in fretta. Sono estremamente critica con me stessa, quindi non mi reputo mai brava o cose simili, ma a quanto pare altri devono aver visto questa caratteristica in me se ora sto correndo su questa pista. 

Adoro la velocità, il senso di libertà che ti da. Fin da quando ho preso la patente, a 18 anni, quando sento il bisogno di evadere da tutto, salgo sulla macchina che mi è stata regalata dai miei genitori, e sfreccio per le strade. Non per forza ad una velocità elevata, a me basta guidare. 

Molti sacrifici sono stati fatti per farmi arrivare a questo livello, non lo nego, è stata dannatamente dura, specialmente in quanto donna. Ma una caratteristica che possiedo da quando sono nata, è la mia determinazione, l'ambizione e la sicurezza. Credo fortemente in me stessa, non mi faccio abbattere facilmente, e il mio obbiettivo è già stato in parte raggiunto, ovvero quello di far ricredere le persone. 

Quando corro la mia mente è completamente libera da tutto, sento solo il rumore del motore, e la voce del mio direttore che mi parla dai box. Siamo io e la velocità. 

L'ultima curva e ci sono, in lontananza vedo la bandiera a scacchi che sventola, davanti a me solo Hamilton, Verstappen, Leclerc, e poi ci sono io. 

Una volta tagliato il traguardo, mi rendo conto che avevo trattenuto il respiro per chissà quanto, e mi sento libera ancora una volta. 

Le urla e i complimenti dal mio team rimbombano nella mia testa, mentre le mie grida di felicità si propagano nell'aria. 

Amore o velocità? || Lando Norrisजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें