43.

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Uno.

Due.

Tre squilli. Nessuna risposta.

Maledizione, ma perchè devo sempre dare retta al mio cuore e mai ascoltare la mia testa? Cosa pensavo di risolvere con uno scambio di 'come va? ' e 'com'è andata oggi in ufficio? '

Come per magia tutti i brutti pensieri, evaporati. Ovvio che funziona così. Per un'illusa forse. E se vede la mia chiamata persa? 'Oh Lando perdonami, dovevo chiamare mia mamma e ho sbagliato numero'. Alle 10 di sera, certamente. Devo riattaccare. Ora.

Gli ingranaggi del mio cervello girano in modo incontrollato. Talmente tanto da non essermi accorta che in lontananza sento una voce che mi chiama.

<<Eva? Pronto! Ci sei? Eva!>>. E' Lando. Chissà da quanto tempo ha risposto e da quanto tempo cerca, inutilmente, di riportarmi sulla Terra. Spero vivamente di non aver detto nulla di ciò che pensavo ad alta voce, altrimenti è la fine.

<<Eh-ehi Lando, perdonami ma non sento molto bene, deve esserci poco campo. Ti ho chiamato per chiederti una cosa, ma non importa, ci vediamo domani in ufficio>>, dico, campando in aria una scusa per poter uscire da quella situazione. Dentro di me sto ripetendo 'ti prego credici' con talmente tanta intensità che ho paura di esplodere da un momento all'altro.

<<Ciao Eva! Tranquilla, ora ti sento. Come è andato il pomeriggio? Il mio è stato molto pesante, nel vero senso della parola, ho tirato su un sacco di pesi in palestra, tra poco non entro nemmeno più nella tuta>>, mi risponde, accompagnato da un risolino, che fa sorridere anche me.

<<Dimmi pure, cosa dovevi chiedermi?>>, continua. Dannazione, speravo di essermela cavata. Pensa a qualcosa. Pensa a qualcosa. Pensa a qualcosa.

<<Zak per caso ti ha detto quale sarà il programma che ci aspetta domani? Sai, così so se portarmi dietro la sacca per la palestra>> mi invento. Mi sono sembrata anche abbastanza convincente, dopotutto è anche una domanda lecita.

<<In realtà no, ma penso che domani saremo confinati al simulatore, giusto per imparare le ultime cose prima del weekend. Ma tutto bene Ev? Ti sento un po' strana...>>, domanda sospettoso.

No Lando, non va bene. Vorrei sparire in uno dei tuoi abbracci in questo momento. Dimenticarmi di tutto per un istante.

Ecco ciò che dovrei dirgli, ma tutto ciò che mi esce è una menzogna.

<<Tutto bene, tranquillo. Sono solo stanca, infatti è meglio se ora vado a letto, siccome domani sarà impegnativa. Grazie mille Lan, ci vediamo domani>>, lo saluto, mordendomi la lingua. Spero se la sia bevuta.

<<Nessun problema, a domani compagna!>>, mi risponde con il suo solito tono allegro. E poi riattacca.

Ho il fiatone, come se fino ad ora mi fossi dimenticata di respirare. Il cuore mi batte forte e le gambe sembrano un budino. Faccio qualche respiro profondo, e mi ripeto che è tutto apposto, e che posso stare tranquilla.

Alzo lo sguardo per ammirare la vista che Monaco offre di notte, piena di piccole luci da sembrare stelle. Mi perdo nel cielo blu per qualche istante, finchè qualcuno non mi batte ripetute volte il dito sulla spalla.

Mi volto di scatto, con il cuore che perde un battito e mi ritrovo faccia a faccia con Lando.

Impossibile, devo avere un'allucinazione. Non riesco a decifrare la sua espressione quindi lascio che sia lui a dire qualcosa per primo.

<<Avanti, sputa il rospo. Che succede?>>, mi domanda, mettendosi alla mia destra, e poggiando le mani sul muretto roccioso che sta davanti a noi.

Incrocio il suo sguardo. I suoi occhi verdi sono come una calamita per i miei. Quando finalmente riesco a distogliere lo sguardo, l'attenzione ricade sulle mie mani. Mi sento in imbarazzo, è la prima volta che parlo con Lando di questioni prettamente personali, di solito lo facevo con George.

<<Ecco, il fatto è ch...>>, le parole mi muoiono in gola. Non riesco, non ce la faccio. E nemmeno so il perchè.

Lando poggia la sua mano sopra la mia, e anche se inizialmente pensavo che questo non mi aiutasse, anzi, mi rendesse ancora più tesa, in realtà mi è di aiuto.

Faccio un respiro profondo e inizio a parlare.

<<Il fatto è che Charlotte, mi ha detto che Charles le ha confermato la presenza al matrimonio di suo padre domenica, quindi non ci sarà al Gran Premio di questo fine settimana>>, dico tutto d'un fiato.

Silenzio. Un silenzio opprimente. Arrivo a pensare che quelle parole in realtà io non le abbia dette, ma solo pensate.

<<Beh, bello stronzo>>, afferma Lando.

Non so che dirgli. E' vero? O magari Charles l'ha fatto al fine di raggiungere qualche obbiettivo secondario?

<<Sta di fatto che mi sento un po' "tradita" diciamo. Sa quanto il suo sostegno sia importante per me nelle gare, e so anche quanto il mio sia importante per lui. Ma mollare tutto per un matrimonio? E tantomeno per un matrimonio di una persona che non è propriamente la sua migliore amica>>, aggiungo cercando di spiegare come mi sento.

<<Mi lascia anche abbastanza perplesso il fatto che non si sia confrontato con te prima, a quanto mi dici>>, esclama, al mio fianco.

<<Si, è vero. Sono venuta a saperlo da Charlotte oggi pomeriggio, e non da lui. Ha detto di aver parlato con Mattia e che è d'accordo, in quanto c'è un ragazzo che può andare bene come sostituto. Sa che è una gara importante per me, perchè ci saranno anche i miei genitori a vedermi, e non capisco perchè mi abbandoni così>>, concludo, tornando a guardarmi le mani, con una lacrima che ne bagna il dorso.

<<Per quanto Charles sia mio amico, questa mossa non mi sembra molto corretta nei tuoi confronti, come nei suoi. Personalmente non avrei mai fatto questo ad una persona a cui tengo molto, specialmente se è una gara importante per lei>>. Lando mi spiega il suo punto di vista e io non potrei essere più d'accordo con lui.

Entrambi ci voltiamo nello stesso momento e lui mi prende delicatamente il volto tra le mani. Con i pollici asciuga i resti delle lacrime ormai scese e mi sorride teneramente.

<<Ascolta Ev, non preoccuparti. Considerami come il sostituto di Charles in questo weekend. Non permettere che questa cosa ti entri troppo nel cervello, non ti fa bene. Concentrati sulla gara, sulla pista, sulla squadra e, su di me, se vorrai. Ti prometto che potrai contare su di me in qualsiasi momento, e per qualsiasi cosa. Ora vieni qui>>, mi dice, tenendo aperte le braccia affinchè io possa caderci dentro.

Mi sento avvolta da delle morbide braccia, familiari, sicure. Un profumo di ciliegia, che riconoscerei tra mille mi riempie i polmoni. Chiudo gli occhi per quanto? Un secondo? Dieci?

Ho perso il conto, e spero di non dovermi svegliare mai più.

Mi stacco da questo abbraccio che sa da casa e guardo Lando negli occhi. Lui mi prende la testa tra le mani e poggia la sua fronte contro la mia. I nostri nasi si sfiorano, sento il suo respiro sulle mie labbra, e mi ritrovo ad avere il respiro sincronizzato al suo.

Dio, non penso di aver mai desiderato qualcosa tanto come sentire il sapore delle sue labbra sulle mie. Non posso. Non devo. Devo allontanarmi da qui il prima possibile. E' una trappola da cui non ne esco.

Eppure i miei piedi sono incollati a terra, e desidero, nel profondo del mio cuore, di restare così per sempre. Tutta la vita così.

Siamo ormai a pochi centimetri, millimetri l'uno dall'altra. Il mio corpo si irrigidisce, e anche quello di Lando.

<<Faremo meglio ad andare>>, bisbiglia affannato. Io annuisco in modo impercettibile, tanto i miei nervi sono ancora tesi. Raccolgo la mia borsa e mi incammino con Lando verso il mio appartamento.

Lui poggia un braccio sulle mie spalle e mi cinge il collo.

<<Come facevi a sapere che ero lì?>>, gli domando. E' ciò che ho voluto sapere da quando si è posizionato al mio fianco, ma che non gli ho mai chiesto.

<<Ti troverei ovunque Ev>>, sussurra al mio orecchio. Con la coda dell'occhio vedo che mi sta guardando, ma io chino la testa sentendomi le guance andare a fuoco.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now