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Resto immobile dove sono, gli occhi sgranati come se avessi visto qualcuno morire di fronte a me. E forse è così, sono morta e non me ne sono resa conto.

Vedo le labbra di George e Lando muoversi, dicono qualcosa, ma non riesco a sentirli. Il mondo intorno a me si è fatto silenzioso, non sento né un rumore, né un brusio. Nulla.

Qualcuno mi scuote le braccia, per riportarmi alla realtà, ma non so perché non riesco a dire al mio corpo di svegliarmi.

Le mani di Lando mi circondano le guance e solo quando il mio sguardo incontra il suo, vengo travolta dal mondo che mi circonda. Il mio respiro è affannato, ho fame di aria ma non riesco a trovarla. Mi scanso, e mi faccio largo tra la gente che popola quello stretto spazio e corro fuori. Sento dei passi dietro di me ma non mi volto per vedere chi è. Non appena giungo all'esterno, il vento mi sfiora la pelle, facendomi quasi male, ma sto comunque ansimando. Penso a qualcosa che mi possa tranquillizzare, un appiglio, una roccia sporgente da qualche parte ma trovo solo il panico.

<<Eva!>>, sento urlare alle mie spalle. E' un grido che giunge ovattato alla mia testa. Mi volto di scatto, e c'è George.

George che mi cerca con lo sguardo, preoccupato, terrorizzato. Non mi sono accorta di essermi allontanata tanto, ma in pochi passi vedo che mi raggiunge.

<<Guardami Eva>> mi implora, cercando i miei occhi, che intanto non si fermano, si muovono in maniera incontrollata.

Con mano ferme mi prende nuovamente il viso tra le sue, impedendomi di sfuggire dalla sua presa.

<<Devi respirare, fallo con me>> mi invita George. Mi concentro solo su di lui, mi lascio guidare dai suoi occhi, e tutto ciò che è intorno a me scompare.

<<Forza, fai un respiro profondo>> dice. Sto quasi per farcela, ma il flusso di aria viene interrotto da un singhiozzo che mi avverte che le lacrime stanno per uscire.

<<Non piangere Eva, so che è difficile. Ma adesso devi trattenere un attimo il respiro, e poi buttare tutto fuori, va bene?>> mi spiega. Chiudo gli occhi e faccio come mi dice.

Il battito del mio cuore rallenta, e capisco che ha funzionato. Ora però, tutto ciò che provo è dolore. Dolore di una ferita che non so come farò a ricucire. Forse resterò così per sempre, forse non passerà mai. Non posso credere che la persona che amavo, di cui mi fidavo mi abbia pugnalato così alle spalle.

Parlo al passato perché non so se riuscirò mai più a fidarmi di Charles. Sono stata già ferita altre volte in questo modo, da altre persone, e quando ho deciso di fidanzarmi con lui l'ho implorato di non farmi passare di nuovo questo. Tempo sprecato, fiato sprecato. Ho riposto la fiducia in una persona che non si è fatta scrupoli, alla prima occasione che aveva, di tradirla.

Ormai le lacrime cadono come gocce di pioggia durante una tempesta. Vorrei gridare, ma sono così sfinita che non esce nulla dalla mia bocca. George mi abbraccia, mi stringe stretta, mi consola e mi dice delle parole che sono sicura sarebbero stupende, se solo riuscissi a sentire. Tutto ciò che sento sono solo i miei singhiozzi.

Dietro gli occhi appannati vedo Lando, che nel frattempo ci ha raggiungo, e George, come se già lo sapesse, mi lascia andare da lui. Sento il suo profumo che mi riempie i polmoni, e le sue labbra che baciano i miei capelli.

<<Andrà tutto bene>>, mi sussurra all'orecchio. E per un istante, ammetto che ci credo, credo al fatto che tutto si possa risolvere. Sono così disperata da pensarlo veramente.

Mi ricompongo, almeno esteriormente, appena in tempo per la gara. Entro nel garage con lo sguardo basso, perché se cogliessi qualcuno a guardarmi, penso che crollerei di nuovo. Metto il casco, abbasso la visiera, e ci sono solo io.

<<Puoi farcela Eva, sei più forte di così. Concentrati>>, mi dico a bassa voce, come se qualcuno potesse sentirmi.

Il giro di formazione termina, e ci mettiamo in posizione. 1
2
3
4
5 luci rosse si accendono, per poi spegnersi di colpo.

Premo l'acceleratore e lascio che la velocità mi inchiodi al sedile.

Riesco ad incanalare ciò che provo, le mie emozioni, il rancore, la delusione e il dolore nella macchina. Mi sento sicura al volante, determinata a far vedere cosa riesco a fare.

Sono piacevolmente sorpresa da come sto reagendo. Impedisco ai pensieri di farsi troppo largo nel mio cervello, perché questo mi porterebbe ad essere emotiva, e non posso permetterlo.

- Ottimo lavoro, Eva. Box, box! - sento Jacques dire al mio orecchio. Seguo gli ordini e entro nella pit lane. Il cambio gomme è stato fatto in un batter d'occhi.

Quando rientro in pista siamo ormai a metà gara.

'Ce la stai facendo' penso tra me e me, soddisfatta. Ma è non appena pronuncio queste parole che davanti a me vedo una Ferrari. So che non è la prima volta che la vedo, so che non è la prima volta che la sorpasso in questa gara. Ma è la prima volta che cattura la mia attenzione.

Inizio ad avere la stessa sensazione che avevo poco fa, nel garage, prima di iniziare la gara. Sento lo stomaco che si contorce, il respiro farsi veloce ed irregolare, davanti a me sembra esserci della nebbia, ma sono solo le mie lacrime.

<<Lando...>>. La voce esce come un sibilo, ho un nodo alla gola. Mi sono collegata alla sua radio nella speranza che potesse dirmi qualcosa, ma non sono nemmeno sicura che mi abbia sentito.

Ormai è troppo tardi per preoccuparsi di questo. Vedo che la macchina va dritta, passo l'asfalto, i ciottoli e l'erba, e dopo non so più nulla. Chiudo gli occhi perché non voglio vedere. Non mi aspetto di riaprirli mai più.

Sento la macchina che sbatte contro le barriere e un fischio nelle mie orecchie. Poi sento caldo, tremendamente caldo, e non capisco da dove viene. Tossisco e socchiudo gli occhi, quel poco che mi basta per vedere le fiamme intorno a me. Una figura arancione mi corre incontro, ma i contorni sono irregolari, sfocati.

E dopo, il silenzio.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now