21.

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Rientro a casa e lancio la borsa sul divano. Mi avvio verso il bagno per darmi una rinfrescata, e ad ogni mio passo è come se camminassi su una nuvola, tanto mi sento sollevata dopo ciò che ho detto a Lando.

Mi distraggo per qualche oretta iniziando a fare le valigie, e dopo aver disposto tutti gli abiti sul letto mi rendo conto che non mi resta praticamente più nulla nell'armadio.

<<Tesoro, per quanto i tuoi vestiti siano stupendi, stiamo via per soli due giorni>>, sento dire da qualcuno alle mie spalle. Mi volto e vedo Charles appoggiato allo stipite della porta della camera che guarda perplesso la pila di vestiti che ho creato sul letto.

<<Lo so>>, mugugno, innervosendomi perché non so mai decidermi. Con la coda dell'occhio vedo Charles avvicinarsi, e appoggiare il suo mento tra il collo e la mia spalla.

<<Io scelgo quello viola>>, mi sussurra, indicando il vestito lilla che sta davanti a me. Me lo hanno regalato i miei genitori, o meglio, mia mamma, per il compleanno dell'anno scorso, e l'ho messo poche volte ora che ci penso.

Arriva a metà coscia, con uno scollo a cuore non troppo profondo, ma anzi, molto elegante e delicato, e ha le maniche a sbuffo parecchio larghe, che si chiudono con un polsino.

<<Aggiudicato>>, affermo, mentre lo raccolgo dal letto per poggiarlo su una sedia.

<<Di nulla>>, mi dice, lasciandomi un bacio sul collo, prima di sgattaiolare nella sua cabina armadio cercando qualcosa da mettere in valigia. Nel frattempo scelgo un paio di completi da indossare durante la giornata, e quello per domani mattina per il viaggio in aereo.

Una volta sistemato il disastro che ho fatto sul letto, vado in cucina per preparare da mangiare. Passando per il corridoio vedo dallo specchio il riflesso di Charles indeciso tra due papillon. Rimango a guardarlo finché ne prova prima uno e poi l'altro, facendomi venire il mal di testa:

<<Quello nero tesoro!>>, esclamo, sentendo l'eco del suo "grazie" per il corridoio.

La serata si conclude anche abbastanza in fretta, in quanto entrambi siamo stanchi morti, e il volo di domani mattina è troppo presto per permetterci di andare a letto tardi.

Per quanto non veda l'ora di partire, rimanderei il suono assillante di questa sveglia fino a oggi pomeriggio, ma cancello subito questa idea dalla mia mente. Una volta in piedi facciamo tutto assumendo le sembianze di due zombie, nonostante abbiamo dormito parecchie ore.

Il viaggio in aereo lo usiamo per ricaricare le nostre energie, che ci serviranno per affrontare la giornata che abbiamo davanti.

Una volta atterrati, prendiamo le valigie e raggiungiamo la barca che ci porterà l'hotel prenotato da Charles.

Al nostro arrivo ciò che salta all'occhio è la sontuosa scritta "Hotel Cipriani". Dopo aver riletto il nome qualche volta realizzo che è lo stesso posto dove un'amica dei miei genitori ha festeggiato il suo matrimonio, al quale sono stata invitata. Non ho mai visto l'interno, in quanto l'evento si è svolto all'esterno, ma ho dei piacevoli ricordi.

Il concierge ci accoglie, e Charles mi porge la mano per scendere. Le nostre valigie vengono portate nella hall, dove facciamo il check-in.

La mia espressione è di puro stupore e meraviglia. Nel salone principale c'è questo enorme lampadario di cristallo, che ancora mi chiedo come faccia a rimanere attaccato al soffitto, e centinaia di decorazioni di qualsiasi tipo sulle pareti. C'è anche una stanza con alcuni divani e librerie con vetrate che si estendono per tutta la parete, affacciandosi sulla laguna.

<<Andiamo tesoro?>>, mi chiama Charles. La sua voce mi distoglie dal fascino di queste quattro mura, e lo seguo su per le scale e i corridoi, fino a giungere alla nostra camera. La numero 15.

Appena apre la porta, realizzo che non è una semplice camera, ma una specie di appartamento gigantesco. E' tre volte la nostra casa a Monaco, che per due persone è già grande. Corro subito sul balcone che circonda tutta la camera, e vedo che da una parte c'è una stupenda vista su buona parte di Venezia, e l'altra si affaccia sulla enorme piscina che è posta sul retro dell'albergo. Non posso contenere il mio entusiasmo, che non è per niente eccessivo, posso giurarlo. Ammiro ogni singolo angolo di questo luogo ogni volta che ci vengo, ed è sempre come se fosse la prima.

Che la vacanza abbia inizio, no?

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora