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<<Eva, forza svegliati. Sono quasi le 10!>> sento dire dall'altro lato della porta della mia camera.

Riconosco la voce di mia mamma, anche se non riesco ancora a connettere. Vorrei risponderle 'sì mamma, arrivo', ma ancora prima che possa dire qualcosa, eccola che entra, facendomi sobbalzare dal letto.

<<Oh, scusatemi, non volevo disturbare>> mente, fingendo di coprirsi gli occhi con una mano, imbarazzata. Cavolo, Lando.

Vedo che anche lui accanto a me si sveglia, e per poco non gli viene un infarto. Continua ad aprire e chiudere gli occhi nella speranza di capirci qualcosa, ma a malapena rivolge un sorriso sghembo a mia mamma.

<<Buongiorno signora>>, dice, con la voce ancora impastata dal sonno.

Mia mamma gli rivolge un tenero sorriso, e poi sposta lo sguardo su di me.

<<Beh, quando volete giù c'è la colazione>>. E si dirige in corridoio, rivolgendomi un sorriso malizioso, accompagnato da un occhiolino.

Non appena si chiude la porta alle spalle, mi lascio cadere sul letto sbuffando.

<<Perchè entra sempre nei momenti poco opportuni?>> mi lamento, osservando il soffitto.

C'è un attimo di silenzio, prima che il moro accanto a me capisca cosa sta succedendo.

<<Reputi questo poco opportuno?>> ammicca, spostando lo sguardo tra me e lui.

<<E smettila>> esclamo, spingendolo e facendolo cadere dal gomito su cui si era appoggiato.

Prima che io possa compiere qualsiasi movimento, mi ritrovo un cuscino in faccia. In una frazione di secondo, prendo il mio, e comincio a bersagliarlo, ma riesce sempre a precedere i miei colpi, e anche se ci metto tutta la mia forza, lo sfioro appena.

Dopo alcuni tentativi falliti, lui mi blocca il cuscino sopra la testa. Solo in quel momento mi rendo conto di essere a cavalcioni sopra di lui, e anche se vorrei spostarmi, i suoi occhi mi tengono inchiodata. Dio, quanto era bello appena sveglio.

No, non posso. Non devo pensare questo. Per favore, fa che qualcuno mi salvi da questa situazione.

Ma nel frattempo i brividi continuavano a scorrere lungo la mia schiena.

Il suono di un messaggio ci ha riportati alla realtà, ed emetto un sospiro. Non mi ero accorta che avevo trattenuto il fiato fino ad ora, e non mi capacito di come io non ne abbia avuto bisogno.

Scuoto la testa come per scacciare un brutto pensiero - anche se in realtà era tutto l'opposto di brutto - e scendo dalle gambe di Lando. Mi allungo verso il comodino e prendo in mano il mio telefono, che mi rendo conto di non aver guardato per un paio di giorni.

Ho una cosa come 20 chiamate perse, e altrettanti messaggi. Leggo soprattutto il nome di George e di Zak, che mi chiedono come sta andando e come sto. Scorrendo più in basso vedo anche il nome di Charles, ed ecco il solito tonfo al cuore.

Con la coda dell'occhio vedo che nel frattempo Lando si è avvicinato e socchiude le labbra come per dire qualcosa, ma lo anticipo.

<<Oggi è meglio che io chiami Zak, per aggiornarlo>> dico, per poi rimettere il telefono dov'era. mi volto verso di lui e gli rivolgo un sorriso che ha lo scopo di tranquillizzarlo, e mi alzo dal letto.

Spalanco le finestre e scendo al piano di sotto, dove trovo i miei genitori in salotto. Mio papà sta leggendo il giornale, con in sottofondo il canale dello sport - il suo preferito - e mia mamma è intenta a fare le parole crociate.

<<Ciao tesoro, dormito bene?>>, mi chiede mio papà, rivolgendomi un caloroso sorriso.

<<Sì, molto bene grazie. Si sente che è il letto di casa>> gli rispondo, lanciando un'occhiata a mia mamma che non ha alzato lo sguardo, ma la vedo sorridere.

Mio papà sposta lo sguardo dietro le mie spalle e saluta anche Lando, che nel frattempo mi aveva raggiunta. Senza dire altro andiamo in cucina e approfittiamo della colazione che ci ha preparato mia mamma. Mangiamo finché non siamo sazi, anche perchè non sapevamo se a pranzo avremmo mangiato, siccome saremmo stati in aereo.

Finito di mangiare, restiamo seduti a tavola a fare due parole.

<<Cosa pensi di fare quando ritorneremo a Monaco?>> domanda Lando, con la fronte corrucciata.

Non avevo pensato a questo, ad essere sinceri. Ed è un bel problema, anche perché devo risolverlo in poche ore.

Continuo a guardare il piatto che è davanti a me, nella speranza che mi dia delle risposte, ma invano.

<<Non ne ho idea>>, ammetto sbuffando, mentre mi passo una mano sul viso stanco.

<<In realtà, ora che ci penso, sono rimasta in contatto con il proprietario di un appartamento dove stavo qualche anno fa, sempre lì a Monaco, e potrei sentire se è ancora libero>> dico, valutando l'opzione. Certo, le possibilità che sia ancora libero sono quasi nulle, ma devo pur tentare la fortuna.

<<Altrimenti andrò in un hotel, temporaneamente, e una soluzione vedi che la troverò prima o dopo>> concludo, facendo spallucce. In una situazione del genere so che verrebbe in mio aiuto Charlotte, offrendomi di stare da lei, ma questa volta non mi sembra il caso. Non posso tornare nella casa che i miei genitori hanno in Italia, ormai disabitata, ma dovrei venire ogni giorno a Monaco per andare in sede, e non è l'idea migliore.

Potrei anche stare dai miei genitori qui in Francia, ma il discorso è il medesimo, quindi mi trovo momentaneamente a corto di idee.

<<Beh...in realtà io avrei una proposta>> inizia a dire Lando, che nel frattempo aveva avuto un'illuminazione. Mi volto di scatto verso di lui, e lo guardo per sollecitarlo a continuare.

<<Sai che vivo in un appartamento anche io, e nonostante con me ci siano sempre i miei amici Max, Edward e Tom, loro per qualche mese saranno a Londra per un progetto di lavoro, quindi se ti va...>> mi spiega, ma so già dove vuole andare a parare e io non potrei mai accettare.

<<Lan, sai che non pos...>>. Sto tentando di rifiutare la sua offerta, ma vengo interrotta.

<<Dai, ma pensaci. Non sai se quel tipo ti darà ancora l'appartamento, e sai perfettamente che vivere in hotel non è una soluzione plausibile, potrà andarti bene per un paio di giorni, ma poi basta. Ev, sono sincero, vieni a vivere da me. Ho una camera in più oltre a quelle in cui dormono i miei amici, e nessuno ti disturberà. E' come se fossi a casa tua>>, dice estasiato. Fa fatica a stare seduto da quanto questa idea lo elettrizza, e vedo nei suoi occhi un lampo di speranza che non gli avevo mai visto. Dicendogli di sì, è come se lo facessi l'uomo più felice del mondo.

E, pensandoci, potrebbe essere la migliore sistemazione che io possa chiedere. Almeno al momento. Non ho intenzione di disturbare per molto tempo, e non appena troverò un altro posto, me ne andrò.

Il suo sorriso si fa ancora più grande quando gli dico 'va bene, ma ci devo pensare', e per lui è come un sì.

Sistemiamo la tavola, e laviamo i piatti, prima di andare in camera per fare le valigie. Sono silenziosa perchè sto riflettendo sulla sua proposta. Mi sto facendo una lista mentale di pro e di contro, e onestamente, la prima è nettamente più lunga. Non posso rimuginarci troppo anche perchè ho poco tempo, e anche perchè un coinquilino così fatico a trovarlo da qualche altra parte.

<<Sì>>, dico, rivolgendomi a nessuno in particolare, mentre metto i miei vestiti in valigia.

<<Sì, cosa?>>, domanda Lando, che mi sta aiutando.

<<Verrò a vivere da te>>.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now