51.

342 10 2
                                    

La mattina dopo vengo svegliata da qualcuno che mi accarezza i capelli. Sbatto le palpebre, ma mi ci vuole un po' prima di aiutarmi alla luce del sole che entra dalle finestre.

Ieri sera sono crollata a letto ad un orario imbarazzante, e sono subito caduta in un sonno davvero molto intenso.

Non appena apro gli occhi vedo che Lando mi sta guardando molto intensamente, ma quando vede che sono sveglia, li distoglie subito imbarazzato.

<<Ehm,...questa è per te>> mugugna, e con fare impacciato mi indica il vassoio con la colazione.

Sgrano gli occhi, non avendolo notato, e solo ora mi accorgo di non aver cenato, e di avere una fame da lupi.

<<Grazie>> dico, rivolgendogli un sorriso che riempie la stanza. C'è di tutto su quel vassoio: latte, fette biscottate, pancake, spremuta d'arancia e yogurt.

<<Se non ci fosse stata tua mamma, sarei ancora lì a guardare i fornelli>> confessa, grattandosi la testa. Scoppio a ridere, immaginandolo che osserva i fuochi aspettando che facciano tutti da soli.

Vedo che fa per andarsene, ma lo fermo, prendendogli il polso della mano ancora appoggiata al letto. Lui guarda prima la mia mano che lo ferma, e poi i miei occhi per un secondo, ma sono certa siano passati anni.

<<Fai colazione con me>> lo invito, e con un cenno del capo gli dico di sedersi accanto a me.

Non so perchè mi sento così quando sto con lui. Sento che sono continuamente in subbuglio, e nella mia testa fatico per mettere in ordine i pensieri. Mi sembra che il tempo si fermi, e anche tutto ciò che è intorno a noi. So che posso essere sincera con lui, come lui lo è con me. E certe volte vorrei che sapesse leggermi la mente, per sapere cosa effettivamente provo, perchè io non riesco a capirlo.

<<Oggi cosa facciamo?>> mi chiede il moro che è accanto a me, prima di divorarsi un pancake prima che io possa sbattere le palpebre.

<<Non saprei, forse possiamo farci una passeggiata qui intorno. Sai c'è un bellissimo parco, dove andavo sempre a giocare da bambina e spero di poter tornare ai quei momenti per un istante. Ho bisogno di liberare la mente>> gli spiego, e d'un tratto mi incupisco, lo stomaco mi si chiude e le lacrime minacciano di farsi largo.

Lando sembra notarlo, e poggia una mano sulla mia. Mi volto verso di lui e mi rivolge un sorriso comprensivo.

Non ci rendiamo conto di essere ancora intenti a guardarci finché non sentiamo un urlo di mia mamma dal piano terra. Trasalisco, e cercando di far finta di nulla scendo al piano terra dove trovo mia mamma già intenta a preparare il pranzo.

<<Stasera vengono i nonni a trovarci, gli ho detto che ti fermi qui per un paio di giorni e non vedevano l'ora>> mi spiega mia mamma, mentre mescola qualcosa nella padella. Pensare ai miei nonni mi scalda subito il cuore e mi fa venire alla mente dei bei ricordi, e quindi annuisco più volte, entusiasta all'idea.

Sto per tornare di sopra e finire la colazione quando mi ferma di nuovo mentre sto salendo il primo gradino.

<<Ah, non gli ho detto nulla dell'incidente, né tantomeno del bel ragazzo che è di sopra>> mi confida, facendomi l'occhiolino.

<<Mamma...>> le dico con tono di rimprovero. Lei fa in tempo a svanire dietro l'angolo, prima che io abbia il tempo di dire qualcosa, ma senza prima rivolgermi un occhiolino.

La mattinata passa molto in fretta, tra chiacchiere, risate e aiutare in casa i miei genitori. Subito dopo pranzo, che era squisito come qualche anno fa, io e Lando usciamo per fare una passeggiata.

E' una bellissima giornata di sole, non fa troppo caldo, ma l'ombra di qualche albero è ben desiderata. Facciamo un giro sulle altalene e ci fermiamo a prendere un gelato al chiosco che sta proprio in mezzo al parco.

Incontro anche qualche mia vecchia amica di scuola, alcuni genitori di altre mie amiche, ed è tutto così strano. E' malinconico vedere come ci salutiamo ora, ovvero con un cenno della mano da distante, e ripensare a come una volta parlavamo nei corridoi, e ci scambiavamo i bigliettini in classe. Sono anche contenta che sia così però, non vale la pena aggrapparsi alle persone e ai ricordi troppo a lungo, soprattutto se si sa già che le strade che si prenderanno saranno diverse, e non si incontreranno.

<<Andiamo a sederci su quella panchina?>>. Lando mi riporta alla realtà tirandomi leggermente per il braccio ed indicandomi la panchina che si affaccia su un piccolissimo laghetto, dove di solito c'è qualche barca.

Annuisco e cerco di scacciare quei pensieri dalla mia testa, perchè so che se ci penso troppo, poi non ne esco più.

Ci sediamo sotto l'ombra di un albero e restiamo per un po' in silenzio, ad osservare il panorama davanti a noi, ognuno con la mente che va da qualche parte. Non è un silenzio imbarazzante, anzi, è tranquillo e quasi desiderato da entrambi.

Ad un certo punto, però, mi decido a fargli la fatidica domanda che sta consumando. Non so nemmeno perchè le mani siano diventate umide, e perchè il mio cuore abbia iniziato a battere più forte.

Ho paura. Ho paura della risposta di Lando, e ho paura di vedere con i miei occhi ciò che sto cercando di negare.

<<Lando>> dico, con la voce che fatica ad uscire. Vedo che lui volta lo sguardo verso di me, ma io continuo a guardare la distesa di acqua, perchè so che cederei.

<<Posso vedere la foto?>>. Questa domanda mi esce dalla bocca come se fosse un macigno. Ancora mi impedisco di girare lo sguardo verso di lui, sperando che mi assecondi e che non si imponga. Ma forse mi sbagliavo.

<<Non sei obbligata a farlo Eva. Lascia perdere, per favore, ti fai solo del male cos...>>, mi risponde, ma non lo lascio finire la frase. Devo approfittare del coraggio che sono riuscita a racimolare, prima che questo svanisca.

<<Per favore Lan>>, lo imploro. Distolgo gli occhi dall'acqua e li poso sui suoi. Sento che la mia espressione è diventata tanto disperata quanto la mia voce.

Lo vedo accigliarsi mentre tira fuori il telefono dalla tasca. Seguo ogni suo movimento. Va sulla chat di George, scorre qualche messaggio e clicca sulla foto.

<<Sapeva che me lo avresti chiesto, quindi me l'ha inoltrata>> mi spiega, prima di porgermi il telefono. Il mio sguardo si incolla al suo per una frazione di secondo, poi guardo la foto e le lacrime scendono interminabili.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now