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Mercoledì.

Ormai solo pochi giorni ci separano dalla gara di domenica, e il mio umore è a terra. Con Charles non lo do troppo a vedere. Non voglio influenzare le sue scelte: se è contento della sua decisione, io lo sarò per lui.

A lavoro ho cercato in questi giorni di avere un'aria dalla parvenza allegra ed emozionata, ma Lando non ci è cascato fin dal primo momento. E con lui anche George, che mi fa squillare il telefono, come minimo 10 volte al giorno, per assicurarsi che io non sia in preda al panico.

"Stanne certa stellina, che non appena lo vedo, gli darò personalmente una tirata di orecchi che non si dimenticherà in fretta", mi aveva rassicurata questa mattina al telefono.

Apprezzo davvero molto il loro aiuto e i loro sforzi per distrarmi, ma davvero, non riesco. Vederlo tutti i giorni e sapere che non sarà al mio fianco mi fa salire un nodo alla gola che non se ne va per il resto della giornata. Magari quando sentirò il profumo che invade l'aria di casa dei miei genitori, la mia testa sarà occupata da altro.

Termino le ultime faccende che ho da sbrigare in ufficio e faccio un salto da Zak per salutarlo prima della partenza.

<<Zak, per oggi qui ho finito, ci vediamo in aereoporto tra poco?>>, gli chiedo, facendo capolino dalla porta del suo ufficio.

Quando sente la mia voce, alza la testa di scatto e mi rivolge un sorriso smagliante.

<<Oh, la mia pilota preferita! Certamente Eva, a tra poco. Faccio le ultime chiamate all'hotel per confermare che sia tutto apposto e poi levo le tende anche io!>>, esclama roteando gli occhi, e sdraiandosi sulla poltrona.

Gli sorrido di ritorno e sto per chiudere la porta quanto vengo richiamata.

<<Psst! Mi raccomando, non fare parola a Lando di ciò che ti ho appena detto>>, si raccomanda, bisbigliando come per paura che qualcuno lo sentisse.

Forse non si è accorto che siamo rimasti solo io e lui in tutta la sede.

Mi porto un dito alla bocca, come per mantenere il segreto e accosto la porta del suo ufficio. Raccolgo la borsa, e saluto nel parcheggio un paio di colleghi intenti a scambiarsi due chiacchere prima di andarsene.

Ritorno a casa, e non vedendo anima viva né in salotto, né in cucina, seguo il fascio di luce che viene da sopra le scale. Entro in camera mia e di Charles e lo vedo intento a farsi la valigia.

E' imbarazzante come gli uomini si lamentino di noi donne quando diciamo la classica frase 'non ho nulla da mettermi', quando, letteralmente, non è rimasto più alcun vestito attaccato alle grucce. Ci sono pile di vestiti sparse su tutto il letto, tanto che non ne vedo una fine.

<<Aiutami>>, mi implora. Metto da parte i miei sentimenti per un istante, e mi rimbocco le maniche. Anche perchè a quegli occhi non so dire di no.

In 10 minuti abbiamo chiuso la valigia e rimesso apposto tutto. Soddisfatti, sospiriamo e ci buttiamo a letto. Restiamo così per qualche minuto, fino a quando non mi ricordo che anche io ho una valigia da fare, e soprattutto un aereo da prendere.

Siccome non penso che ci siano eventi particolari in programma, porto qualche tuta per stare comoda mentre sono nel tracciato, qualche vestito da sera, e non molto altro.

<<Forse ci conviene andare>>, dico a Charles guardando l'ora. Lui sbarra due occhi, e mentre lui porta in macchina le valigie, io chiudo le ultime luci e la porta d'ingresso.

Anche lui parte oggi per andare a Bordeaux. Mi ha spiegato che nei prossimi giorni scenderanno da Parigi alcuni suoi amici, anch'essi invitati al matrimonio del padre di Charlotte, e allora ne approfitta per partire qualche giorno prima e godersi la loro compagnia.

Sono malinconica per tutto il viaggio. A dire il vero lo sono fino al momento in cui raggiungo il mio gate, dove mi aspettano praticamente tutti, tranne Lando.

<<Ci vediamo presto, mon amour>>, sussurra Charles sulle mie labbra. Sento gli occhi farsi umidi, ma non cedo. Non ancora.

<<A presto Charles. Mi raccomando, divertiti, e soprattutto salutami Charlotte>>, gli rispondo. Lui mi rivolge un sorriso, e mi fa un piccolo cenno con la testa. Mi lascia un bacio umido sulle labbra e si allontana per raggiungere il suo gate.

Si volta un paio di volte, e io resto impalata lì non sapendo cosa fare. Quando svolta l'angolo, ritorno con i piedi per terra, e realizzo effettivamente che non sarà al mio fianco.

Pochi minuti dopo aprono il gate ed iniziano ad imbarcare, ma di Lando nemmeno l'ombra.

E' solo quando mostro il mio biglietto alla hostess, che sento una voce familiare in lontananza.

<<Aspettate! Non lasciatemi qui!>>, urla Lando ad un paio di metri di distanza da me.

Mostra anche lui il suo biglietto all'hostess, e con il fiatone mi raggiunge.

<<Dannazione, mi ero perso>>, dice, con tutto il fiato che ha in corpo, che non è molto in questo momento.

Riesce a strapparmi un sorriso, e insieme saliamo nell'aereo che ci porterà in Francia.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now