Capitolo 18

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Sangio era sotto la doccia, fissava l'acqua scorrere giù e per un attimo desiderò essere ingoiato anche lui da quello scarico. Sentì il citofono ma lo ignorò, uscendo dalla doccia trovò Margherita ancora sul suo letto, nonostante le avesse già detto di andare via. Notò che portava una sua maglietta, una di quelle con cui dormiva sempre Giulia quando si fermava lì, sentì una fitta allo stomaco a quel pensiero.

-Chi ti ha detto che potevi mettere quella maglietta? Puoi andartene adesso – disse in modo brusco, si era subito pentito di quello che avevano fatto, non sarebbero bastate dieci docce a fargli passare quella sensazione.

-Mi piace, comunque dovresti essere più gentile con me, vedi che alla fine torni sempre – disse mentre si rivestiva – ah è passata quella sfigata prima, ma se ne è andata subito non so cosa volesse –

-Chi? –

-Giulia – disse guardandolo negli occhi.

-Che le hai detto? – urlò lui.

-Un bel niente, non prendertela con me, mi dai della stronza ma tu non sei da meno, siamo uguali, io e te– e se ne andò lasciandolo lì.

Sangio prese il telefono e trovò le chiamate di Giulia, scaraventò il telefono contro la parete, aveva agito di impulso e questa volta la cazzata era più grossa del solito, in quel momento Martina stava rientrando e lo trovò seduto sul letto con le mani nei capelli.

-Ma che succede? Penso di avere le allucinazioni, mi è sembrato di aver visto Margherita fuori... – disse la sorella, le caddero gli occhi a terra sul telefono in mille pezzi – Giò che è successo? –

-Ho fatto l'ennesima cazzata – si infilò una felpa e uscì di corsa da casa. Doveva andare da Giulia e parlarle, dovevano smetterla di rincorrersi in quel modo senza comunicare. Arrivato lì citofonò sperando che qualcuno lo facesse entrare.

Giulia era tornata da poco, si sentiva sconvolta, poteva passare sopra a tante cose, ma quella scena le sembrava veramente inequivocabile, sentì il citofono ed andò ad aprire, si trovò Sangio davanti, non se lo aspettava e vederlo le fece salire una rabbia che non pensava avrebbe mai potuto provare nella vita, lo fece entrare senza dire niente, lui la seguì in camera senza parlare e si chiuse la porta alle spalle.

-Allora? – chiese a quel punto e Sangio si accorse che era veramente arrabbiata, forse non l'aveva mai vista così alterata.

-So che sei passata prima –

-Sì, ho fatto un incontro interessante –

-Ero incazzato –

-Perché scusa? –

-Ti ho vista con Sebastian! –

-E cosa avresti visto? –

-Eravate abbracciati, lui ti baciava in macchina –

-Ora mi spii? –

-No, cioè volevo parlarti e ti stavo aspettando –

-Invece mi hai spiato e te ne sei andato, poi dici a me di affrontare le situazioni e non correre via, sei incredibile! – stava alzando il tono della voce senza rendersene conto.

-Ho sbagliato ad andare via, ma cosa c'è tra voi due? – chiese lui a cui era rimasto il dubbio dopo averli visti insieme, anche in quella posizione di difetto lo fece parlare l'orgoglio.

-Un bel niente – urlò la ragazza – tanta stima e confidenza, ma anche se odio fare outing e violare la sua riservatezza, te lo dico una volta per tutte: Sebastian è gay e anche fidanzato, capito? Non c'è niente, non c'è mai stato niente e mai ci sarà. Non posso dire lo stesso di te e Margherita, immagino – concluse con amarezza.

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