Capitolo 19

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La mattina dopo quella serata quasi surreale Sangio scese in cucina per fare colazione, trovò la madre e la sorella e diede un buongiorno assonnato ad entrambe, si sentiva più riposato rispetto agli altri giorni, quella specie di riavvicinamento con Giulia gli aveva dato un po' di speranza.

-Buongiorno tesoro – lo salutò la madre in modo affettuoso, non aveva detto nulla ai suoi genitori della rottura con Giulia, loro la adoravano e non riusciva a giustificare quel suo comportamento, aveva provato a spiegare l'assenza della ragazza degli ultimi giorni con la scusa che fosse molto impegnata, non sapeva se ci avessero creduto veramente. Appena la madre si allontanò dalla cucina la sorella ne approfittò per chiedergli della sera prima.

-Come è andata ieri sera? –

-Boh, almeno ci siamo parlati di nuovo – disse abbozzando un sorriso.

-Le serve tempo, ma se la conosco un po' ti perdonerà... -

-Non lo so, le ho proposto tipo di essere amici – era un'affermazione, ma sulla parola amici la voce prese una flessione quasi interrogativa, ripeterlo ora ad alta voce sembrava ancora più assurdo.

Martina scoppiò a ridere a quelle parole.

-Amici? Lasciatelo dire, siete proprio assurdi –

-Sì, non lo so nemmeno io come mi è uscita. Pensavo di andare a portarle la colazione questa mattina...- Martina alzò un sopracciglio e fece una smorfia – che c'è? –

-La colazione? Serio? –

-Troppo presto dici? Mmm, sai se deve andare in accademia? Magari le offro un passaggio... - si grattò la testa incerto.

-Giò, comincia a calmarti, altro che amici sei già partito a razzo –

-Ok hai ragione, meno male che mi consulto sempre con te –

-Lo facessi sempre avresti la metà dei problemi –

-Non me lo ricordare va... -

Sangio avrebbe voluto sentire Giulia quel giorno, ma dopo aver parlato con Martina si rese conto che forse era meglio se avesse fatto le cose veramente con calma e con criterio, come aveva promesso alla ragazza. Giulia era rimasta piuttosto turbata dalla sera precedente, dentro di lei sentiva di averlo perdonato, era più forte di lei, ma non riusciva ancora a fidarsi e il poco istinto di conservazione che aveva le impediva di buttarsi di nuovo.

Qualche sera dopo era in macchina con Riccardo, la stava riportando a casa dopo lezione, erano sotto casa della ragazza.

-Allora pronta per la gita? –

-Sì, devo ancora pensare a cosa portarmi, penso metterò tutte le tute pulite che ho – rispose lei scoppiando a ridere.

-Spero che ti divertirai –

-Lo spero anche io, poi sono molto curiosa di visitare Firenze, non ci sono mai stata! –

-È una città bellissima, vedrai che ti piacerà. Però mi mancherà averti in sala, sicuramente sarà più silenziosa – disse lui facendola ridere – ma mi mancherai anche tu – lei abbassò lo sguardo imbarazzata, negli ultimi tempi avevano passato parecchio tempo insieme e lui le aveva lanciato molti segnali per farle capire che fosse interessato ad approfondire la conoscenza, ma lei sperava di sbagliarsi e che fosse solo perché erano entrati più in confidenza.

-Volevo chiederti una cosa – disse il ragazzo dopo qualche attimo di silenzio.

-Dimmi –

-Nei prossimi giorni non ci sarò e poi tu partirai, quindi te lo dico adesso così non devi rispondermi subito, ci pensi e quando torni me lo dici –

In punta di piediDonde viven las historias. Descúbrelo ahora