𝗼𝗻𝗲// 𝙄𝙡 𝙘𝙖𝙨𝙤 𝘽𝙡𝙖𝙘𝙠 𝙍𝙤𝙨𝙚

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«Sei ridicolo in questo stato» si sedette a gambe aperte su una sedia e si passò una mano tra i capelli corvini «Se non parli ti faccio saltare le palle» gli puntò la pistola sul cavallo basso dei pantaloni.
«Non so niente» l'altro piangeva lacrime, lacrime di sangue. Il suo viso era sporco di polvere ed era ricoperto di ferite. Un occhio era semichiuso per via del gonfiamento.
«Di nuovo con questa cazzo di storia» sul volto del corvino apparve un vago sorriso. Con una mano, afferrò i capelli marroni dell'uomo di fronte, quello miseramente legato ad una sedia di legno al centro della stanza. «Hai mai provato il dolore di un proiettile?» gli sussurrò all'orecchio. L'altro fece cenno di no con la testa. «C'è sempre una prima volta» l'arma fu puntata nella bocca dell'uomo, e dal foro ne uscì un proiettile. Il corvino lasciò i capelli per poi pulirsi le mani e biascicò: «Stronzo».
Indossava dei guanti neri proprio come il suo completo di giacca e cravatta, molto eleganti. I capelli erano tirati all'indietro con la cera e profumavano di rose.
Si tolse i guanti facendoli ricadere a terra assieme all'arma.
«Signor Jeon, ora che l'avete ucciso, come pretendete di saperlo?» domandò un ometto porgendo al ragazzo un bicchiere di rum.
«Era innocente» disse bevendo la bevanda alzando le sopracciglia.
«E perché l'avete ucciso?»
«Era un verme, stupratore, pedofilo e alcolizzato. Io faccio giustizia» iniziò a camminare fuori dal magazzino in cui si trovavano ed indossò un paio di occhiali da sole per poi entrare in macchina. «All'areoporto»

La macchina partì.

-

«Signor Park, ci è stata segnalata la scomparsa di un certo Kim Si-woo»
«Dammi delle informazioni sul disperso» disse un ragazzo con i capelli biondi spostandosi verso il monitor con la sua sedia da ufficio.
«Eccolo. Stupratore, alcolizzato e pedofilo. È stato in carcere»
«La Black Rose ha colpito ancora, cazzo» si passò una mano tra i capelli biondi. Era agitato. Forse era la quinta vittima nella settimana.
Park Jimin lavorava nell'Agenzia nazionale di polizia coreana in particolare si occupava del caso riguardante la Black Rose, gruppo mafioso coreano guidato da Forbidden Flower. Il nome della banda indica il modo in cui erano vestiti, ovvero di nero.
«Joonwon, dimmi se ci sono foto» disse mordendo una penna.
«Di ch- Ah, non preoccuparti, i componenti della Black Rose indossano una specie di cappuccio»
«Forbidden Flower non si fa sfuggire niente»
Un uomo arrivò nello studio con il fiatone. Aveva delle carte tra le mani sudaticce.
«Signor Jimin, abbiamo notizie su Forbidden Flower»
«Del tipo?» si affrettò a chiedere Jimin saltando dalla sedia.
«A quanto pare, in uno dei magazzini della vecchia azienda per lavorare acciaio dove è stato ritrovato il corpo Kim Si-woo, le telecamere erano attive e hanno registrato»
«Quindi sappiamo che è stato ucciso almeno. I filmati sono stati visualizzati?»
«No, signore, è lei a dover farlo» l'uomo porse al biondo un chiavetta che venne infilata nella presa del computer.
«E questi li chiamate filmati utili?» nei primi istanti del video, qualcosa o qualcuno copriva la telecamera. «Dannazione» Jimin di morse il labbro inferiore e si portò le mani dietro la nuca. «Possiamo raggiungere il luogo?»
«Certamente signore»
«La Scientifica sta lavorando?»
«Le indagini proseguono indisturbate»
«Perfetto, andremo lì. Joonwon, prepara ciò che serve» il biondo si affrettò a prendere la pistola e scese i numerosi piani dell'edificio.

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