𝗲𝗶𝗴𝗵𝘁// 𝙎𝙚𝙧𝙞𝙤𝙪𝙨?

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Lascio cadere il pugnale a terra. Battè le mani e ordinò a tutti di uscire per poi spegnere la luce e lasciare il biondo solo nella stanza.
Questo si sentiva i vestiti aderenti e freddi per via dell'acqua. Una parte di sé richiedeva del cibo, ma non ci faceva caso. Per lui era importante rimanere vivo.
«Ditemi che sto sognando» biascicò.
Nel giro di pochi secondi, fece ingresso nella stanza un ragazzo particolarmente alto. Aveva con sé una torcia e si illuminò il viso e faceva risplendere quei capelli grigi simili all'argento.
«Rilassati, vengo in pace». La prima cosa che Jimin notò fu una fossetta sulla guancia destra e successivamente scorse anche l'altra.
In mano aveva quella che sembrava una valigetta medica. Si avvicinò al biondo.
«Che vuoi fare?»
«Solo evitare che ti venga un infezione. Mi ha mandato il capo» fece un occhiolino. «Ti faranno male credo».
«Kim Namjoon» disse un altro ragazzo entrando spalancando la porta. «Sapevo di trovarti qui, bastardo».
«Seokjin, per favore»
«Stai forse corteggiando il biondo?»
«Ma sta zitto, gli sto salvando la vita seguendo gli ordini del capo, idiota».
Jimin assimilò i due a Chip e Chop.
«Nam, ho portato quello che mi hai chiest- Jin-hyung, anche te qui?» domandò un altro ragazzo.
«Ma cos'è, una setta satanica?» domandò Seokjin. «Perché sei qui, cavallo?»
«Okay, prima di tutto il mio nome non è cavallo. Seconda cosa, tu non hai il diritto di parlarmi. Sono qui per ordini di Namjoon»
«E da quando Namjoon da gli ordini?»
«Jin, chiudi quella bocca. Hoseok, vieni».
Tra le mani, il nuovo arrivato, aveva una bottiglietta d'acqua e qualcosa di avvolto dentro un fazzoletto.
«Ecco. Ho trovato solo del pane. Credo tu sia affamato» disse Hoseok rivolgendosi al biondo. «Mangia».
Quello con le fossette aveva iniziato a strappare i jeans di Jimin nelle zone colpite dal pugnale. Iniziò a disinfettarle cautamente.
Jimin strinse gli occhi mentre continuava a mangiare imboccato dagli altri due.
«Okay, signori, la combriccola è finita» era di nuovo lui. Subito, i tre ragazzi uscirono di corsa chiudendo la porta.
Jungkook prese la pistola e puntò verso la porta. «Se non vi togliete dalle palle vi arriverà un proiettile su per il culo».
Si sentirono dei bassi al di là della porta di acciaio.
«Ora va meglio.» prese una sedia e si sedette davanti al biondo accavallando le gambe.
«Stasera ti è andata bene» sussurrò.
«Non serviva far disinfettare le ferite»
«Non serve ringraziare» fece un gesto strano con la mano. «Park Jimin, parlami un po' di te»
«No, semplice»
«Oh, avanti, per aprire una conversazione. Che lavoro facevi prima di entrare in polizia? Lo stripper?»
Il biondo rise innervosito. «Ho sempre mantenuto la mia dignità» rispose.
«Uh, perdonami. Forse l'idea mi è venuta dopo aver visto la tua faccia da puttana» si alzò e afferrò Jimin per i capelli. Si avvicinò all'orecchio e sussurrò: «Qualunque divinità tu veneri, prega che io non ti ammazzi a mani nude».
«Sono ateo»
Jungkook scoppiò a ridere. Lasciò la presa e iniziò a fumare una sigaretta. «Molto simpatico il biondino». Ci fu un momento di silenzio nella quale il corvino faceva un tiro e lasciava uscire dalla bocca il fumo grigio. «Relazione?»
«Single»
«Mio Dio» sospirò Jungkook fingendosi sorpreso. «Come mai?»
«Mi ha lasciato la scorsa notte, per tradimento»
«Accidenti» gettò la sigaretta a terra e la spense. «Sei uno che si fa mettere i piedi in testa?»
«No, credo» rispose il biondo.
«Mi spiace» sussurrò l'altro. «A parer mio sei un ragazzo che merita molto, sai?» Jimin sorrise. «Dico la verità. Ma purtroppo siamo in due fronti diversi. Siamo opposti. Proprio come il bianco e il nero» alzò lo sguardo ma poi tornò a guardare il biondo. Si avvicinò al viso di questo. «Insieme formano il grigio, considerato in simbologia colore della saggezza, del distacco e della prudenza» accarezzò con il suo fiato caldo il volto di Jimin. I loro occhi si fissavano, si studiavano. «Il grigio è il colore del Quarzo fumé. Mi da' sempre l'impressione che al suo interno mischi le energie terrene a quelle spirituali, rappresentando forse in modo quasi perfetto l'essere umano» afferrò Jimin per la mandibola e fece sfiorare i loro nasi. «Proprio come i tuoi occhi~» aderì le loro fronti. «Profumo italiano. "Roma", giusto? Il profumo per eccellenza. Ti dona molto» si allontanò nuovamente. «Credo che io abbia fatto capire il concetto».
«Vuoi una collaborazione» biascicò Jimin fissando il pavimento. «Non è vero? Vuoi che io collabori con te»
«Bravo».
«Qual è il tuo obbiettivo?»
«Domanda interessante. Te lo dirò il semplici parole. Min-Yoon-Gi»
«Non collaborerò»
Jungkook gli tirò uno schiaffo.
«Già hai fatto il tuo. Sei qui»
Il biondo si stirò la mandibola ma poi ci pensò su. Era vero. La sua presenza lì era più che utile a far giungere gli altri lì ad Hong Kong. Se avesse collaborato, avrebbe trovato il modo di far fallire il tutto?
«E con cosa lo attireresti qui ad Hong Kong?»
«Uno, tu. Due-» scattò una foto con il cellulare a Jimin. «Con questa».
«Io sono solo un agente»
«Ah no. Tu sei l'agente assunto da Min Yoongi. Lui ci tiene particolarmente a te»
Dunque sapeva tutto.
«Va bene, accetto».

Angolo autrice

Crepo.
Le frasi in grassetto e corsivo sono quelle importanti.

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