𝘀𝗶𝘅𝘁𝗲𝗲𝗻// 𝙅𝙚𝙤𝙣 𝙅𝙪𝙣𝙜 𝙆𝙤𝙤𝙠

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Nessuno sapeva tranquillizzarlo. Piangeva sempre in camera sua.
Aveva paura di uscire fuori. Passava interi pomeriggi ad osservare il paesaggio dalla finestra che dava sul mare. Adorava vedere la distesa d'acqua salata unirsi con il cielo ricco di nuvole bianche.
Sperava, un giorno, di volare. Volare da solo e libero. Come facevano i super eroi.
Si sentiva solo.
Aveva sette anni quando, in una giornata autunnale, spalancò la finestra della cameretta per annusare l'aria imbevuta di acqua piovana. Le foglie svolazzavano di qua e di là e lui desiderò in quel momento di essere una di loro.
Osservava il mare smanioso, agitato. Le onde battevano incessantemente sugli scogli. Guardò la spiaggia, ormai vuota e priva di turisti.
Quel paesaggio descriveva il suo animo.
Decise di chiudere la finestra, ma una foglia rossa entrò in camera.
La osservò attentamente e la annusò, poi la posò sul comodino.
La porta della stanza si aprì e ne entrò una figura femminile. La madre.
«Dov'è il mio biscottino?» si avvicinò sorridente a lui e gli scompigliò dolcemente i capelli.
Jungkook notò che qualcosa non andava. Vedeva che gli occhi della madre erano gonfi e arrossati.
«Uh, fammi vedere cosa hai trovato? Una foglia?»
Lui non rispondeva.
«Ma com'è bella. È tutta rossa. Sai che facciamo? Ci scriviamo sopra il tuo nome»
Si voltò e cercò una penna nel portapenne situato sulla scrivania.
«Mamma, perché sei triste?»
La donna rimase immobile.
«Io triste?»
«Hai pianto?»
Lei si voltò e lo raggiunse. Prese la foglia.
«Mamma?»
La donna sorrise delicatamente e gli occhi si gonfiarono di lacrime.
Il bambino non esitò a posare la sua piccola manina sulla guancia della madre, accarezzandola.
«Ma perché piangi? Avevi detto di non essere triste»
«Sai Jungkook- iniziò a dire tra un singhiozzo e l'altro- a volte i grandi sono strani» lo prese per mano. «Credo sia necessario dirtelo. È giusto»
«Mamma, poi posso far vedere la foglia a papà?»
«Non è possibile, amore. Papà è partito per un lungo viaggio»
«E quando tornerà?»
«Non tornerà»
«E perché non tornerà? Non mi vuole più bene?»
«Certo che ti vuole bene. Ma adesso lui è andato in un posto bellissimo e non riesce a tornare»
«Ci andremo anche noi?»
«Forse, un giorno»
«Ma se mi manca che faccio?»
«Cosa vorresti fare?»
«Abbracciarlo. Credo che lui voglia un abbraccio, io lo so. Quando torna dal lavoro mi dà sempre un abbraccio e-»
«Jungkook, papà non c'è più» disse la donna tutto d'un fiato.
Papà non c'è più. Il mondo gli cadde addosso. Cosa stava succedendo? Non capiva.
Giorni dopo, indossava un completino elegante nero. Tutti lo guardavano e bisbigliavano: «Povero bimbo, orfano di padre a sette anni».
Lui fissava la foto del padre contornata da fiori.
Papà non c'è più, pensò. Tirò fuori dalla tasca la foglia rossa. Era un po' rovinata, ma non gli importava. La unì ai fiori.

Passarono anni e anni, nella quale cercarono di fare una nuova vita.
Aveva finalmente sedici anni e... tutto.
Ragazze che gli andavano dietro, amici.

Rientrando in casa, una sera, sentì dei litigi.
Riconobbe la voce della madre.
«Mamma?» la chiamò.
Le grida venivano dalla cucina.
Vide la madre e un uomo, vestito in ghingheri.
«Cosa succede?» domandò lui incuriosito.
«È lei Jeon Jungkook?» domandò l'uomo.
«Sì, sono io»
L'uomo chinò il capo.
«Piacere di conoscerla, signor Jeon. Benvenuto nella Balck Rose».

ANGOLO AUTRICE
Bella gentaglia. Non sono morta.
Mi scuso per la luuuuuuuunga pausa.
Questa era la back stories di Jungkook.
Presto ci sarà quella di Jimin.
VI SONO MANCATAAA???
CHIEDO VENIA.
VI LOVVO.
VADO A FARE LATINO.

🅑︎🅛︎🅐︎🅒︎🅚︎ & Ⓦ︎Ⓗ︎Ⓘ︎Ⓣ︎Ⓔ︎ || ʲⁱᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now